Il serbo, nonostante problemi fisici, si aggiudica in tre ore un match costellato da diversi ribaltoni. Milos non si ferma più e mette in riga anche Tsitsipas
Novak Djokovic resta in vita nel Western & Southern Open. A New York il serbo soffre, stringe i denti e rimonta Roberto Bautista Agut – che lo aveva battuto in due occasioni su tre nel 2019 – con il punteggio di 4-6 6-4 7-6(0). Che non fosse una giornata particolarmente brillante per il numero 1 al mondo lo si era capito sin dai primi game. Da subito imbrigliato nel palleggio da fondo da Bautista, Djokovic recupera un break di vantaggio ma ne concede un altro sul 3-3. Lo spagnolo non teme di sfidare Nole sulle diagonali (nel primo set nessun rovescio è stato indirizzato lungolinea dal numero 12 del ranking) e mantiene il prezioso vantaggio sino al 6-4. Djokovic è nervoso, lamenta un problema allo stomaco oltre ai fastidi al collo con cui aveva iniziato il torneo e sul 2-1 richiede l’intervento del fisioterapista. Bautista perde smalto, scivola sull’1-4 ma evita il doppio break e si rilancia: con due fantastici punti sulla parità del settimo gioco mette letteralmente al tappeto Djokovic con una smorzata e opera il controbreak, preludio dell’aggancio sul 4-4. Il serbo tiene la battuta e si issa sul 5-4, poi il supervisor Lars Graff decide di chiudere preventivamente il tetto sull’Armstrong per le previsioni meteo poco incoraggianti: lo spagnolo scuote la testa, la pausa di pochi minuti capovolge rimescola le carte in tavola con Nole che si fa aggressivo e allunga la contesa al terzo. Djokovic impatta male nella terza frazione, sull’1-1 perde il servizio anche a causa di due doppi falli ma poi cambia marcia e infila un filotto di quattro game consecutivi. Bautista sembra sul cornicione sotto per 5-2 0-30, invece risorge restituendo il parziale di quattro game e andando per il match sul 6-5. Non sarà, però, l’ultimo ribaltone di un match impronosticabile: dal 30-30 Nole si riaccende, piazza nove punti consecutivi con un tie-break da urlo e timbra la vittoria numero 22 di questo atipico 2020 mantenendo l’imbattibilità dopo 3 ore di battaglia.
Nella prima semifinale maschile ha continuato a stupire Milos Raonic. Dopo il successo con match point annullato a Krajinovic, il canadese si sbarazza anche di Stefanos Tsitsipas per 7-6(5) 6-3, confermando la vittoria in tre set maturata agli scorsi Australian Open. La testa di serie numero 4 del torneo recrimina per un set point mancato in risposta sul 6-5 con una stecca di rovescio a scambio avviato. Raonic ringrazia, fa male col dritto nel tie-break e sfrutta l’onda lunga nel secondo parziale, staccando il pass per la quarta finale in carriera in un Masters 1000, l’ultima delle quali giocata quattro anni fa.