Marin Cilic si dice entusiasta della proposta ITF di modificare la Davis e comprimerla in una settimana. “Se ne parla da anni, credo che renderà la vita più facile per i giocatori e per il pubblico. E ci sarà più attenzione”. Non è preoccupato dal prolungamento della stagione. “L'impegno richiesto passerà da 4 settimane a 1”.

La nostra posizione sulla possibile modifica della Coppa Davis è chiara. Secondo noi, sarebbe una pessima novità e ne abbiamo già spiegato le ragioni. Tuttavia, c'è chi trova “incredibilmente buona” l'idea di comprimere tutto in una settimana, peraltro in sede unica. Si tratta di Marin Cilic, numero 3 ATP con progetti da numero 1, nonché sincero appassionato della competizione. Pur non avendo sempre compagni all'altezza, Cilic ha (quasi) sempre risposto alle convocazioni e un paio d'anni fa ha portato la Croazia a un passo dal titolo, arrivando a condurre due set a zero contro Juan Martin Del Potro nel singolare che sarebbe valso il trofeo. Ma era scritto che quell'anno avrebbe dovuto vincere l'Argentina. L'anno scorso si è sciroppato una dura trasferta in Colombia per evitare la retrocessione, mentre quest'anno – subito dopo la finale in Australia – è tornato in Croazia per il primo turno turno contro il Canada. Il capitano Zeljko Krajan lo ha schierato solo in doppio, ma lui c'era. La sua opinione, dunque, ha un certo valore. Intervenuto ai microfoni di “The Tennis Podcast” (produzione congiunta tra Telegraph ed Eurosport UK), ha detto che i progetti dell'ITF troverebbero il sostegno del 99,9% dei giocatori. “Credo che questi cambiamenti siano una notizia estremamente positiva – ha detto – i giocatori hanno provato a parlare con l'ITF e negli ultimi 10 anni ci sono state tante discussioni per adottare modifiche alla competizione. Per noi è molto difficile giocare quattro settimane all'anno, peraltro tutti gli anni. Si è parlato di tante cose: il sistema di punteggio, o magari giocarla ogni due anni. La notizia che si possa avere tutto in una singola settimana è davvero valida. Credo che porterà sempre più attenzione alla Davis: saranno coinvolte un mucchio di squadre, non soltanto due, e ci sarà una bella atmosfera. Con un anno d'anticipo si saprà dove si giocheranno le finali: per questo, credo che la gente avrà tutto il tempo di organizzarsi e sostenere il proprio team. Inoltre avranno la possibilità di vedere tutte le squadre in una volta”. La proposta prevede che si giochi a fine anno, nella stessa settimana attualmente occupata dalla finale.

UNA SETTIMANA DI IMPEGNO
Il conduttore David Law gli ha chiesto se la collocazione in calendario non possa rappresentare un problema, tenendo conto che il periodo di offseason sarà notevolmente ridotto. Buona parte dei giocatori vanno in vacanza a fine ottobre o nei primissimi giorni di novembre: la Davis nell'ultima decade di novembre ridurrebbe notevolmente le vacanze. I rischi sono due: tanti forfait eccellenti o magari giocatori imballati dalle vacanze o dalla preparazione, tipico del periodo invernale. Accade già nelle gare nazionali a squadre, le cui fasi finali si giocano proprio in quei giorni. Cilic la pensa diversamente. “La gente sostiene che la stagione sarà più lunga, ma in questo modo si daranno ai giocatori tre settimane di riposo durante l'anno. In altre parole, le settimane di impegno scenderebbero da quattro a una. Inoltre, si giocherebbe con partite al meglio dei tre set e un singolo match composto da due singolari e un doppio. Non credo che sarà troppo impegnativo per i tennisti. Penso che il 99,9% dei giocatori vorrà questo sistema”. La visione di Cilic è interessante (anche se dimentica che la stragrande maggioranza delle squadre gioca soltanto due settimane all'anno: soltanto semifinaliste e finaliste giocano di più), ma resta da capire che succederà nel calendario ATP con le tre settimane attualmente dedicate alla Davis: subito dopo l'Australian Open, dopo Miami e dopo lo Us Open. L'ATP ha varato il calendario del 2019 e non ha inserito tornei, proprio per lasciare spazio alla Davis. Con l'improvvisa “liberazione” di queste date, che succederà? Sarebbe facile ipotizzare una contrazione del calendario e magari anticiparne la fine, ma in realtà è impossibile. Non si può certo ipotizzare il Roland Garros a metà maggio o lo Us Open a cavallo di Ferragosto. Insomma, i cervelloni del tennis avranno parecchie cose su cui discutere. La decisione finale arriverà in agosto, durante il meeting annuale ITF. Affinché la proposta entri in vigore, ci vorrà il 66,66% delle preferenze. Potete ascoltare a questo indirizzo l'intero podcast con Marin Cilic: tra le altre cose, il croato ha parlato della finale e Wimbledon contro Federer ed espresso i suoi pensieri sul tennis britannico: i miglioramenti di Kyle Edmund e il tempo che sarà necessario ad Andy Murray per tornare al top.