di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
E’ stato un vero e proprio calvario, giusto per restare in tema pasquale, quello che ha visto protagonista Venus Williams nella finale del “Premier” mandatorio di Miami. Ad approfittare dell’ennesimo problema al ginocchio sinistro dell’americana, una Kim Clijsters impeccabile, autrice già nei giorni precedenti di autentiche mattanze ai danni delle malcapitate avversarie. Basti pensare che alle prime 3 giocatrici (Kvitova, Peer e Azarenka, campionessa uscente) affrontate lungo questa sua cavalcata trionfale, aveva lasciato complessivamente 7 games. L’unica a metterla realmente in difficoltà è stata in semifinale l’avversaria di sempre, quella Justine Henin che, come a Brisbane pochi mesi fa, ha recuperato uno svantaggio parso incolmabile (2-6 0-3 con palla dello 0-4), arrendendosi nel terzo set, al termine di un drammatico tiebreak. Se con questo successo la Clijsters è riuscita a pareggiare il computo degli scontri diretti con Ju-Ju (12-12), con la vittoria odierna Kim raggiunge anche la “Venere Nera” (6-6), al termine di un match senza storia, pesantemente condizionato dagli acciacchi dell’americana.
Il match dura sostanzialmente 3 giochi, con la Williams che riesce a salvare un primo turno di battuta (recuperando uno svantaggio di 0-30 nel primo game), prima di cedere il servizio nel terzo gioco, e chiedere l’intervento del fisioterapista per farsi fasciare lo stesso ginocchio sinistro che le aveva dato noia durante gli scorsi US Open. Nonostante due doppi falli in serie, Kim consolida il break appena conquistato (3-1) e sfrutta nel game successivo le incertezze al servizio dell’avversaria, punita ogni qualvolta non mette in campo la prima. Nel quinto gioco Venus non riesce a tenere un turno di battuta in cui era stata avanti 40-15, non chiudendo uno smash elementare, prima di commettere 2 doppi falli e sbagliare una demivolee tutt’altro che impossibile. Questo secondo break demoralizza ulteriormente una Williams profondamente abbacchiata che, in nemmeno mezzora, è costretta ad incassare un terribile 6-2.
Il dato più sconfortante per la sorella maggiore delle Williams è quello relativo al rendimento della seconda di servizio: 2/11 per la Williams contro il 5/9 della Clijsters che include nei 4 punti persi, i 3 doppi falli di un primo set altrimenti perfetto.
Il secondo parziale si apre con un doppio fallo di Venus, a conferma dello scarso feeling dell’americana con quello che è il suo colpo migliore, e si chiude sempre con un doppio errore. Game, set and match per Kim che mette in fila un parziale di 17 punti di fila ai danni di un’avversaria che, in un torneo diverso da quello della Florida (dove vive da ormai 15 anni), si sarebbe probabilmente ritirata anzitempo. Ed, invece, Venus ha voluto onorare l’avversaria, facendosi infliggere un pesantissimo 6-2 6-1 in appena 58 minuti, che interrompe una striscia di ben 15 successi che le avevano consentito di aggiudicarsi consecutivamente i tornei di Dubai e Acapulco.
Per la Clijsters si tratta del terzo titolo (dopo gli US Open 2009 e Brisbane 2010) di questa sua “seconda carriera”, grazie al quale ritorna tra le prime 10 giocatrici del mondo, a soli sette mesi dal rientro in attività. La seconda affermazione in quel di Key Biscayne (la prima risale al 2005) coincide con il 37° titolo della sua carriera, lei che è la giocatrice in attività ad aver vinto più titoli su questa superficie con i suoi 28 allori, che le consentono di eguagliare un mito come Monica Seles, al quarto posto tra le plurititolate “cementifere” dell’Era Open.
Malgrado abbia più volte fatto riferimento ad uno “schedule” più accorciato, per quanto riguarda questa sua seconda carriera, rivedremo in campo Kim già la settimana prossima a Marbella. Gli organizzatori andalusi hanno pensato a lei per sostituire la contumace Serena Williams e consentire alla belga di tornare a prendere confidenza con la superficie che le ha regalato la prima finale in uno slam, nel 2001 al Roland Garros. E proprio quello di Parigi sarà il prossimo obiettivo della fiamminga, magari in una finale contro la Henin, per l’ennesimo capitolo di una rivalità già entrata nella leggenda.
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Il tiebreak finale del match tra Clijsters e Henin