L’OPINIONE. 82 anni dopo, torniamo grandi allo Us Open. Un quarto tutto azzurro vale più di una vittoria in Fed Cup. Ma c’è un giallo: la FIT le premierà come fece con la Schiavone?
La gioia di Roberta Vinci. In basso, quella di Sara Errani
Di Riccardo Bisti – 4 settembre 2012
Nel 1930 c’era ancora il regime fascista. In Germania i nazionalsocialisti non avevano ancora preso il potere. Gli orrori della Seconda Guerra Mondiale erano ancora lontani. L’Uruguay ospitava (e vinceva) la prima edizione dei mondiali di calcio, con le squadre europee che arrivarono a Montevideo in nave. Il 24 luglio nasceva Gianni Clerici. Quando lo "scriba" aveva quasi un mese (dal 18 al 24 agosto) si giocarono gli US Championships. In un tabellone a 64 posti (con 7 “bye”), Maud Levi Rosenbaum era la testa di serie numero 2. Da qualche anno, dopo il matrimonio con il barone Giorgio Di Giacomo Levi, giocava per l’Italia. Battè Florence Le Boutillier (6-3 6-1), Josephine Cruickshank (7-5 1-6 6-1) e Penelope Anderson (4-6 6-4 7-5) prima di cedere 6-2 6-3 ad Anna McCune Harper, che in finale le avrebbe buscate da Betty Nuthall. Nomi che non ci dicono nulla, figli di un’epoca che non c’è più. Quattro anni dopo, con il divorzio, la Rosenbaum perse la cittadinanza italiana e – in seconde nozze – divenne la signora Blumenthal. Morì a Chicago mezzo secolo dopo, lontano dalla sua seconda patria. Eppure la ricordiamo ancora oggi, campionessa di un’epoca lontana, unica “italiana” ad andare così avanti ai Campionati degli Stati Uniti. Abbiamo aspettato 82 anni. Nel frattempo abbiamo visto guerre e guerre fredde, uomini nello spazio e nella luna, malattie di ogni genere, ma anche il progresso, la scienza e le tecnologie. Nel mondo del tennis, più sofferenze che gioie. Tra le donne abbiamo sempre faticato. Silvana Lazzarino e Lea Pericoli hanno ottenuto discreti risultati, poi sono arrivate Reggi, Cecchini, Golarsa, Farina, Grande, Serra Zanetti. Abbiamo avuto soddisfazioni, ma anche delusioni, come una terrificante retrocessione nella Serie C della Fed Cup (allora si chiamava ancora Federation Cup), quando bastò l’Indonesia della Basuki a umiliarci. La memoria è importante. Serve ad apprezzare il momento d’oro che stiamo vivendo. Come dice Giorgio Errani, papà-tifoso di “Sarita”, nel momento della gioia è giusto ricordare le sofferenze e gli ostacoli che ci hanno portato a conquistarla. Per la Errani e per Roberta Vinci sono stati i sacrifici, le sconfitte, qualche lacrima sparsa qua e là. Per noi guardoni, addetti ai lavori ed appassionati, sono state le delusioni davanti alla TV o sui gradoni dei campi di tutto il mondo. Racchette azzurre poco vincenti, spesso sconfitte, mai gloriose. Poi sono arrivate quattro ragazze che hanno ingrandito lo scrigno dei ricordi. Flavia Pennetta è stata la prima ad entrare tra le top 10. Francesca Schiavone ha abbattuto il tabù Slam, e per questo le saremo eternamente grati. Sara Errani ha abbattuto i preconcetti, diventando più forte di quello che lei stessa sperava. E Roberta Vinci…sembrava destinata al ruolo di rincalzo, a vivere di luce riflessa, gamba zoppa delle nostre Fab Four…e invece ha mostrato a tutti – in mondovisione – che il suo tennis retrò, che sarebbe andato bene ai tempi di Maud Levi, può essere efficace (e bellissimo) anche nell’epoca di Twitter, MP3 e Ipad.
82 anni dopo, l’Italia ritrova la semifinale nello Slam più difficile. Non importa chi la giocherà, davvero, anche perché la corsa dovrebbe fermarsi lì, con gli schiaffi di Serena Williams. Forse la meriterebbe di più la Vinci, perché a 29 anni non avrà tante altre occasioni, e perché la Errani ha già vissuto l’ebbrezza al Roland Garros. Ma sono discorsi: l’Italia del tennis vuole bene in egual misura a entrambe. Così uguali e così diverse. Una si è formata alla scuola del sudore, quando nessuno credeva in lei. E’ diventata una campionessa costruendosi passo dopo passo, con un tennis che non si insegna nelle scuole. Gambe formidabili, talento (apparente) pochino. L’altra non ha mai brillato per brillantezza atletica, anzi qualche volta ha dovuto lottare con la linea. Ma ha un talento eccezionale, perla rara nel circuito femminile. Sa accarezzare la palla come poche, e contro la Radwanska ha fatto vedere cose eccezionali. Così uguali e così diverse da diventare amiche per la pelle. Sara ha aspettato Roberta negli spogliatoi e l’ha abbracciata. Roberta ha detto che andranno a cena insieme anche alla vigilia del match, perché “è la mia migliore amica, e l’amicizia conta più di una partita di tennis”. A differenza di Pennetta e Schiavone, molto diverse caratterialmente, il duo “cichi-cichi” come amano definirsi loro, sono proprio “trovate”. E hanno già scritto pagine importanti: sono la prima coppia tutta italiana ad aver vinto uno Slam (Roland Garros 2012) e e lunedì prossimo comanderanno la classifica WTA di doppio. Ma queste cose interessano soprattutto agli statistici. Tutti gli altri se ne dimenticheranno fino ai prossimi successi. Quello che non si dimenticherà saranno le emozioni del 3 settembre 2012. Su un campo intitolato a un musicista, le azzurre hanno “suonato” la numero 2 e la numero 6 del mondo senza perdere un set. La Errani ha confermato di avere un cervello da numero 1, la Vinci ha schiantato tecnicamente la Radwanska. E noi eravamo estasiati, quasi a disagio di fronte a cotanta grazia. Volendo fare i pignoli, sono capitate nello spicchio più abbordabile. Delle prime otto, Radwanska e Kerber erano forse le più giocabili (insieme alla Wozniacki, che infatti è sparita presto dai radar). Ma un conto sono le chiacchiere, un altro le prestazioni. E le azzurre hanno strameritato. Un quarto di finale tutto italiano allo Us Open vale più di una Fed Cup, forse anche di due. Fa più “fico” gonfiarsi il petto e dire “Campioni del Mondo”, ma chi ha il coraggio di paragonare le bastonate a Kerber e Radwanska ai successi contro Vandeweghe, Oudin, Flipkens, Bondarenko, Cornet, Safarova, la prima Kvitova? (poi abbiamo battuto anche Mauresmo e Kuznetsova, per carità!).
In tutto questo, c’è una nota stonata. Due anni fa, la Federazione Italiana Tennis versò 400.000 euro nel conto di Francesca Schiavone per premiarla della vittoria parigina. La scelta fu del presidente Angelo Binaghi, che non è a New York perché domenica verrà rieletto per la quarta volta in un'Assemblea clamorosamente collocata il 9 settembre. La notizia fu diffusa prima degli ottavi di finale, con in campo Schiavone e Pennetta (potenziali avversarie nei quarti): 100.000 euro in caso di sconfitta in semifinale, 200.000 per la finale, 400.000 per la vittoria. Una decisione resa nota al pubblico ancor prima di essere comunicata al Consiglio Federale. Come leggerete sul prossimo numero di TennisBest Magazine, nel consiglio tenuto a Parigi prima della finale, qualcuno si lamentò con Binaghi perché non era stato avvisato e aveva appreso la notizia da altre fonti. Ma il clima euforico fece approvare l’iniziativa senza grossi problemi, anche perché Binaghi – pare – disse che sarebbe stato giusto spendere quei soldi anche più di una volta, data la portata dell’impresa. Due anni dopo, si è presentata una situazione analoga. Tra l’altro, il quarto tutto italiano si è concretizzato (mentre allora la Pennetta perse negli ottavi con la Wozniacki). La portata dell’impresa è altrettanto straordinaria, perché lo Us Open è tecnicamente più ostico rispetto al Roland Garros. Eppure nessuno parla di premi in denaro. Per una questione di par-condicio, sarebbe corretto almeno rilasciare una dichiarazione sull’argomento. Se per la finale parigina della Schiavone nel 2011 si poteva lasciar correre, visto il premio dell'anno prima, perché non fare altrettanto per la finale della Errani al Roland Garros? Perché neanche una parola? Oppure è stata premiata senza la cosa diventasse di dominio pubblico? Il risultato dello Us Open alimenta il bisogno di trasparenza, perché è una situazione identica a quella di due anni fa. Se i premi ci fossero (ma fossero riservati) sarebbe opportuno parlarne, visto che la federtennis gestisce soldi pubblici (nonché quelli dei tesserati). Se i premi non ci fossero, beh, delle due l’una: o è l’implicita ammissione che due anni fa si fece un errore, oppure si usano due pesi e due misure. Perché Pennetta e Schiavone avevano i soldi in palio e Vinci ed Errani no?
I MIGLIORI RISULTATI DELLE ITALIANE NEI TORNEI DELLO SLAM
VITTORIA
2010 Roland Garros: Francesca Schiavone, (+ Samantha Stosur, Australia, 64 76)
FINALE
2011 Roland Garros: Francesca Schiavone (- Na Li, Cina, 64 76)
2012 Roland Garros: Sara Errani (- Maria Sharapova, Russia, 63 62)
SEMIFINALE
1930 Campionati degli Stati Uniti: Maud Levi Rosenbaum Blumenthal (- A.Harper, Usa, 63 62)
1949 Roland Garros: Annelies Ulstein Bossi Bellani (- N.Adamson, Fra, 63 60)
1954 Roland Garros: Silvana Lazzarino (- M.Connolly, Usa, 60 61)
2012 Us Open: ?
QUARTI DI FINALE
1931 Roland Garros: Lucia Valerio (- C.Aussem, Ger, 86 62)
1933 Wimbledon: Lucia Valerio (- D.E.Round, Gbr, 63 62)
1934 Roland Garros: Lucia Valerio (- R.Mathieu, Gbr, 63 62)
1934 Campionati degli Stati Uniti: Maud Levi Rosenbaum Blumenthal (- D.Andrus, Usa, 61 64)
1947 Roland Garros: Lucia Manfredi (- P.C.Todd, Usa, 61 64)
1948 Roland Garros: Annelies Ulstein Bossi Bellani (- P.C.Todd, Fra, wo)
1950 Roland Garros: Annelies Ulstein Bossi Bellani (- D.J.Hart, Usa, 64 62)
1985 Roland Garros: Sandra Cecchini (- M.Navratilova, Usa, 62 62)
1987 Roland Garros: Raffaella Reggi (- C.Evert, Usa, 62 62)
1989 Wimbledon: Laura Golarsa (- C.Evert, Usa, 63 26 75)
2001 Roland Garros: Francesca Schiavone (- M.Hingis, Svi, 61 64)
2002 Australian Open: Adriana Serra Zanetti (- M.Hingis 62 63)
2003 Wimbledon: Silvia Farina (- K.Clijsters, Bel, 57 60 61)
2003 US Open: Francesca Schiavone (- J.Capriati, Usa, 61 63)
2008 US Open: Flavia Pennetta (- D.Safina, Rus, 62 63)
2009 Wimbledon: Francesca Schiavone (- E. Dementieva, Rus, 62 62)
2009 US Open: Flavia Pennetta (- S. Williams, Usa, 64 63)
2010 Us Open: Francesca Schiavone (- V.Williams, Usa 76 64)
2011 Australian Open: Francesca Schiavone (- C.Wozniacki, Dan 36 63 63)
2011 Us Open: Flavia Pennetta (- A.Kerber, Ger, 64 46 63)
2012 Australian Open: Sara Errani (- P.Kvitova, Cec, 64 64)
2012 Us Open: Sara Errani (vs. Roberta Vinci)
2012 Us Open: Roberta Vinci (vs. Sara Errani)
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