Dopo l’exploit su Lleyton Hewitt, il numero 1 azzurro sfiderà Rafael Nadal nei quarti di Pechino. Se ripeterà la prestazione del Roland Garros, potrà certamente giocare alla pari.
Il gran match giocato da Fabio Fognini al Roland Garros
Di Riccardo Bisti – 2 ottobre 2013
Sarà di nuovo Fognini-Nadal. Un match da non perdere. Perché, all’improvviso, Fabio ha ritrovato se stesso. Rispettando i continui alti e bassi che ne hanno segnato la carriera, Fognini ha ripreso a giocare bene dopo quattro tornei così così. Battere Tommy Robredo e Lleyton Hewitt, in un posto difficile come Pechino, significa molto. Vuol dire che hai imparato a stare ai piani alti e ti trovi pure a tuo agio. Sorprende la facilità con cui Fabio ha massacrato l’australiano, un 6-0 6-2 che non lascia scampo a riflessioni. Rifilare un punteggio del genere all’australiano è un gran merito, perché Rusty non molla mai e scende sempre in campo con il coltello tra i denti. Sembra una frase fatta, ma è proprio così. Lo ha dimostrato meno di un mese fa, quando ha giocato un ottimo Us Open (battendo anche Juan Martin Del Potro). Ok, non è più il cannibale di un tempo, anni fa non avrebbe mai perso un match come quello ceduto a Youzhny. Però bisogna saperlo battere, e Fabio lo ha stritolato in meno di un’ora. Per carità, ha giocato male. Lo stesso Fognini, pizzicato dalle telecamere piazzate a bordocampo, ha sussurrato “Meglio approfittarne ora” dopo l’ennesimo errore dell’australiano. Nel primo set si è visto uno dei peggiori Hewitt di sempre, mentre nel secondo cè stata più battaglia. Avanti 6-0 1-0, Fabio ha subito un parziale di due giochi ma poi ne ha infilati altri cinque di fila. Era attento, concentrato, ed è stato bravo a non farsi coinvolgere dalla cattiva vena di Hewitt. E’ un merito anche questo. Va detto che Hewitt, storicamente, detesta giocare nel primo match di giornata. Di certo non gli sarà piaciuto scendere in campo a mezzogiorno e mezzo. Ma sono poco più che scuse, perché un professionista deve sapersi adattare a qualsiasi condizione. Specie se è stato numero 1 del mondo.
Fabio intasca 90 punti ATP che gli garantiranno un piazzamento al numero 17 ATP. Ma gli occhi sono puntati sul prossimo match, dove sfiderà nientemeno che Rafael Nadal. Per fare match pari, l’azzurro deve ripetere la super-prestazione del Roland Garros, quando perse in tre set ma fu capace di mettere in difficoltà Rafa. L’unica speranza sarà ripetere quella prestazione e trovare un Nadal meno “affamato”, anche se per lui è una settimana importante poiché potrebbe risalire al numero 1 ATP. In realtà, esiste solo una possibilità per cui non possa farcela: Novak Djokovc dovrebbe vincere il torneo e lui dovrebbe perdere prima della finale. Prima di recarsi a Pechino, Rafa è andato a Seul per un impegno promozionale e non sembra “cannibalesco” come al solito. Nel match serale di mercoledì, terminato ben oltre le 23 locali, ha superato 6-4 7-6 Philipp Kohlschreiber, gran talento e che contro di lui gioca sempre bene (allo Us Open gli aveva anche tolto un set). Indossando una t-shirt celeste, ha dovuto soffrire più del tedesco per arrivare al tie-break del secondo set, poi giocato da campione. Sarà il terzo scontro diretto tra Rafa e Fabio, poiché prima del Roland Garros si erano affrontati agli Internazionali BNL d’Italia e fu netta vittoria per lo spagnolo.
Nel torneo femminile è arrivata la sconfitta di Sara Errani, battuta per la sesta volta su sei da Petra Kvitova. La romagnola, nel deserto del Lotus Court, splendida opera architettonica affollata da poche anime, ha giocato una buona partita e questa è la notizia più importante. Perdere 6-4 6-7 6-3 da una buona Kvitova non è un disonore, ma soprattutto è piaciuto il modo di stare in campo di Sara, finalmente positivo e per nulla spaventato dal bombardamento della ceca. Non c’è nulla di male nel dire che Petra è più forte di lei, soprattutto sul cemento. E se tira 65 colpi vincenti a 13 (cinque volte tanto) è un miracolo farle commettere 61 errori e portarla al terzo. “Credo di aver giocato bene all’inizio di tutti i tre parziali – ha detto la Kvitova – ma poi ci sono stati alcuni turning points che hanno permesso a Sara di tornare in partita. Mi ha costretto a commettere molti errori e ci sono stati un po’ di alti e bassi. Ma sono stata in grado di lottare”. Per la Kvitova, reduce dal successo a Tokyo, è la settima vittoria consecutiva. La Errani ha quasi in cassaforte la qualificazione a Istanbul, ed è parsa in buona ripresa. E’ un segnale incoraggiante sia per il Masters che per la Fed Cup: e il gran numero di break subiti non deve spaventare: è sempre stato così, anche nei momenti migliori. L’unico rimpianto riguarda l’inizio del terzo set, quando la Kvitova è uscita dal campo per parecchi minuti.
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