Benjamin Mitchell rinuncia alla finale degli Australian Open Play-Off per assistere alla nascita del primo figlio. E pensare che aveva giocato tre partite al meglio dei cinque set ed è imbattuto da 16 match. “Ma non si può perdere la nascita del proprio bambino…”  

Certe cose valgono molto di più del tennis. E non sono paragonabili nemmeno a un maxi-assegno. Melbourne ha vissuto un weekend molto particolare. La sede del primo Slam stagionale ha ospitato gli Australian Play-Off, destinati ai soli indigeni, con in palio una wild card per il per il primo Slam stagionale. In campo femminile, la protagonista indiscussa è stata Arina Rodionova. Sabato ha vissuto una giornata folle: alle 9 del mattino ha giocato la semifinale contro Storm Sanders, poi alle 16 si è sposata. Gli organizzatori le erano venuti incontro, collocando il match di prima mattina, ma non hanno potuto rinviare la finale. Risultato? La Rodionova ha pagato i bagordi delle nozze. Ne ha approfittato la giovane Maddison Inglis, che dunque si è riscattata dopo aver perso la finale del campionato nazionale Under 18. “Ero esausta dopo il torneo junior, sia fisicamente che mentalmente – ha detto la Inglis – non so come ho fatto a farcela, durante il secondo set sono sempre stata nervosa”. Ma la Rodionova era davvero esausta e non è mai stata competitiva nel 6-4 6-2 finale. E cosi la ragazzina di Perth (compirà 18 anni il prossimo 14 gennaio) è certa di intascare i 34.500 dollari destinati a chi perde al primo turno. E l'urna potrebbe riservarle un match di gran fascino contro una testa di serie. Niente male. Si è assicurato i 34.500 dollari anche James Duckworth, che peraltro giocherà l'Australian Open per il quinto anno di fila. La curiosità è che non ha avuto bisogno di giocare la finale.


ISTINTO PATERNO

Già, perché il suo avversario in finale (Benjamin Mitchell) ha rinunciato per correre a Brisbane, dove la compagna ha messo al mondo il loro primo figlio. Una scelta nobile, anche perché ha reso vani gli sforzi compiuti in settimana. Gli Australian Open Play-Off, infatti, si giocano al meglio dei cinque set sin dal primo turno. Per arrivare in finale, Mitchell aveva dovuto tribolare sia contro Matthew Barton (7-6 6-7 6-2 6-0) che contro Bradley Mousley (2-6 7-6 7-6 6-4). Nell'altra semifinale, Duckworth aveva giocato una dura battaglia contro Marinko Matosevic. “Avrei preferito vincere in un altro modo, ma è andata così – ha detto Duckworth – contro Mitchell ho sempre giocato partite equilibrate e non mi aspettavo niente di diverso nemmeno stavolta”. Tennis Australia ha a disposizione altre quattro wild card e non è escluso che Mitchell venga ugualmente premiato. “Tocca a loro, non so cosa abbiano in mente. Io sono appena all'inizio della carriera”. Numero 233 ATP, Mitchell ha avuto un grosso problema fisico a inizio anno (dolori alla schiena) e a ottobre era intorno alla 340esima posizione, poi ha vinto il challenger di Canberra e il future di Wollongong. Ma nel frattempo la sua compagna Lois Ovett stava per partorire e lui non ci ha pensato un attimo: stretta di mano allo staff di Melbourne Park e subito in viaggio per Brisbane. Nella notte italiana tra sabato e domenica ha scelto Twitter per comunicare al mondo la nascita del figlio con una fotografia del neonato e una didascalia tanto semplice quanto potente: “Questo è il motivo per cui ho saltato la mia finale”.

HA IMPARATO A FARE IL PROFESSIONISTA
E pensare che il piccolo avrebbe dovuto nascere durante la semifinale. “Non è il momento ideale per la partita – aveva detto dopo il successo su Mousley – ma se Lois dovesse entrare in travaglio darò forfait. La nascita del proprio figlio è qualcosa che non si può perdere”. La sua striscia vincente si è fermata a 16 partite, ma adesso avrà un match ancora più complicato: provvedere a una nuova famiglia: “E sento già un po' di pressione”. Intanto ha imparato a comportarsi da professionista: ha una cura migliore del suo corpo, non si sveglia troppo tardi al mattino e fa le cose giuste dopo ogni partita e singolo allenamento. Finalista a Wimbledon Junior nel 2010, da quattro anni veleggia tra la 200esima e la 300esima posizione, sembra finalmente pronto a un salto di qualità. E magari puntare ai top-100. Per ora non potrà dimostrarlo all'Australian Open, a meno che non lo omaggino di una wild card…oppure passi le qualificazioni. Se va avanti così, potrebbe anche farcela. E poi ha una motivazione in più….