AUSTRALIAN OPEN – Al terzo tentativo, Na Li vince il torneo. Battute Dominika Cibulkova e l’avversaria più pericolosa: se stessa. DI LORENZO CAZZANIGA
Il divertente discorso di Na Li durante la premiazione
Di Lorenzo Cazzaniga – 25 gennaio 2014
È probabile che il primo sms dopo la vittoria contro Dominika Cibulkova nella finale dell’Australian Open (7-6 6-0), Na Li lo abbia inviato a Lucie Safarova, la ceCa alla quale ha annullato un matchpoint al terzo turno. Nello sport succede che i sopravvissuti diventino poi imbattibili e non è un caso che, appena Ana Ivanovic ha tirato l’ultimo vincente eliminando dal torneo Serena Williams, per tanti la favorita del torneo era improvvisamente diventata Na Li, che già l’anno scorso perso la finale a Melbourne solo (o quasi) causa infortunio. Qualcuno aveva azzardato che anche la miglior Serena non avrebbe passeggiato contro questa cinese di 31 anni, solida e penetrante con i colpi fondamentali, capace di geometrie perfette e in totale fiducia dopo lo scampato pericolo. Il modo in cui ha demolito avversarie in forma come la nostra Pennetta (quarti di finale) o l’emergente Bouchard (semifinale), aveva confermato la sensazione: solo qualche ottimista slovacco offriva qualche chance a Trottolino Cibulkova, già straordinaria nell’arrivare fin lì, aiutata da una grande considerazione nei suoi mezzi (finalmente!) e da una Radwanska apparsa spenta, dopo la battaglia vinta contro Azarenka, nei quarti di finale.
Quando c’è un’esordiente nelle finali Slam, si è molto attenti a verificare le emozioni iniziali. Cibulkova è infatti subito andata sotto di un break, rischiando due volte il 3-0 pesante. A farla entrare in partita, ci hanno pensato i limiti psicologici della Li: abituata ad essere affogata dalla madre che ancora oggi fatica a complimentarsi dopo una vittoria importante, la cinese tende a innervosirsi con facilità mcenroniana, appena qualcosa fila storto. In questo senso, il 2 su 16 con le prime di servizio di inizio match deve averle insinuato qualche dubbio, che si è tradotto in diritti colpiti male (di rovescio non sbaglia nemmeno se ci prova) e in coppie di doppi falli. Abbastanza da tenere in vita una Cibulkova che non chiedeva altro che trovare qualcosa a cui appendersi. La partita è finita nel tie-break, quando la Li si è ricordata dei consigli di coach Rodriguez: «Visualizza quello che devi fare. Non pensare al punteggio, esegui e basta». Con i cinesi può funzionare, anche se Na Li è cresciuta tennisticamente frequentando le accademie americane, essendo stata tra le prime sportive a sfidare il governo cinese che da una parte si dichiarava disposto a sovvenzionare spese ed allenamenti, ma dall’altra pretendeva di trattenere i guadagni. Il bagel del secondo set ha evidenziato le reali differenze tecniche fra due giocatrici che, come spesso accade in campo femminile, giocano allo specchio, con la Li capace di fare tutto meglio. Tuttavia, Cibulkova non ha davvero niente da recriminare: ha giocato la sua onesta partita, da numero 13 del mondo (la sua classifica di lunedì) contro chi punta dichiaratamente al numero uno, se Serena non dovesse trovare adeguati stimoli.
«Voglio ringraziare il mio staff – ha detto a fine match -. Con Carlos abbiamo svolto una bella preparazione invernale per essere pronta per il mio Slam preferito. Sono andata spesso vicino a vincere questo trofeo, finalmente ci sono riuscita. E ringrazio anche mio marito che ho reso così famoso in Cina: grazie per aver passato una vita a farmi da sparring e a prepararmi beveroni e racchette. Ma tu sei stato molto fortunato a trovarmi». Ha chiuso con la solita, immancabile stoccata ironica al povero Jiang Shan. Il prossimo step per Na Li sarà trovare una viva continuità di rendimento, se vuole puntare a superare Azarenka (da cui dista la miseria di 11 punti), tenere lontano Sharapova e azzardare la rincorsa a Serena. A Roland Garros ha già vinto (seppur scippando la vittoria alla nostra Schiavone, con la complicità determinante della giudice di sedia) e la terra battuta non aiuta le sue principali avversarie. It’s China Power, gridavano anni fa negli States. Nel tennis la temuta invasione non è ancora arrivata ma Na Li promette di essere un testimonial fondamentale per la crescita del movimento nel suo paese. Un ruolo che le è sempre pesato, ma che adesso pare in grado di sopportare.
AUSTRALIAN OPEN 2014 – FINALE DONNE
Na Li (CHN) b. Dominika Cibulkova (SVK) 7-6 6-0
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