Andrea Arnaboldi non si ferma più: dopo le imprese delle qualificazioni, rimonta due set a James Duckworth, cancella un match-point e la spunta 4-6 6-7 7-6 7-6 6-0 dopo 4 ore e 10 minuti. Che bel modo per vincere la prima partita in un torneo dello Slam.Venerdì pomeriggio, il Roland Garros di Andrea Arnaboldi era praticamente terminato. Sotto 7-5 5-2 contro l’argentino Marco Trungelliti all’ultimo turno delle qualificazioni, il canturino vedeva il volo per l’Italia ormai a un passo, e in fondo poteva anche essere contento. La grande impresa l’aveva già firmata il giorno prima battendo il francese Herbert 27-25 al terzo set, siglando il nuovo record di durata per un match di tre set. Invece non si è accontentato, ha stretto i denti, risalito la corrente e vinto di nuovo, guadagnandosi il main draw per il secondo anno consecutivo. Dopo delle qualificazioni così, la sua favola non poteva rimanere senza lieto fine. E fortunatamente il lieto fine è arrivato, dopo una furibonda battaglia contro l’australiano James Duckworth, diventato l’avversario della prima vittoria in carriera nel circuito, a 27 anni e dal peso ancor maggiore perché arrivata in un torneo del Grande Slam. Arnaboldi se l’è presa a modo suo, dopo 4 ore e 10 minuti, recuperando uno svantaggio di due set con tanto di match-point salvato, prima di imporsi 4-6 6-7 7-6 7-6 6-0. Un punteggio destinato a rimanere scolpito per sempre in una carriera che a lungo non ha reso onore al suo bel tennis mancino, ma ora potrebbe aver finalmente trovato il punto di svolta tanto atteso. Per quanto Duckworth sia un ottimo giocatore, numero 83 del mondo e capace quest’anno di due quarti ATP, una vittoria contro di lui sarebbe passata piuttosto sottotraccia. Invece il canturino ha trovato il modo per farla risaltare al 100%, e ha regalato una bella cartolina dopo aver chiuso con l’ace numero tredici. Niente salti di gioia e niente urla, non sono nel suo stile. Ha preferito raccogliere l’applauso del pubblico, poi, in religioso silenzio, si è sdraiato a baciare la terra battuta. E poco importa se è quella del piccolo Campo 5, dove ha potuto condividere la sua gioia con non più di duecento spettatori, ciò che conta è aver infilato a Parigi una vittoria che ricorderà per tutta la vita. L’augurio, tuttavia, è che sia solo la prima di una seconda carriera. Il livello per stare fra i top 100 c’è, e ultimamente lo sta dimostrando spesso. Ora serve continuità.
 
‘ARNA’ SALVA UN MATCH-POINT DA CAMPIONE!
Tutto è iniziato un paio d’anni fa, quando la sua strada si è incrociata casualmente con quella di Fabrizio Albani, al tempo maestro al Tennis Club Bergamo. Si sono incontrati al Futures in scena nel club dove lavorava Albani, scambiando qualche opinione dopo i match del talento di Cantù. Un banale confronto che qualche settimana dopo è sfociato in una collaborazione sincera. Albani ha mollato il club dopo 15 anni di attività, si è spostato a Zingonia per dedicarsi al 100% al suo nuovo allievo, e ha chiesto una mano allo psicologo dello sport Roberto Cadonati, altra figura fondamentale nella svolta di Arnaboldi. La mano di Cadonati, a bordo campo con Albani, i genitori e la fidanzata di Andrea, si è vista tutta fra terzo e quarto set, quando Arnaboldi non ha più sbagliato, giocando i punti importanti con un’attenzione esemplare, come se fosse il suo centesimo match al meglio di cinque set, non il secondo. Nei primi due set gli era mancato un po’ di mordente, contro un Duckworth – seguito in tribuna da vari connazionali, fra i quali Kyrgios, Kokkinakis e Groth – bravo a far valere la sua maggiore esperienza e a cogliere le occasioni, ma che non ha mai dato l’impressione di essere imbattibile. All’azzurro serviva una scossa, arrivata sul 5-4 al terzo set, dopo che qualche istante prima aveva chiamato il fisioterapista per un problema alla coscia sinistra. Una brutta volèe di rovescio ha offerto all’australiano un match-point, che da punto di non ritorno si è trasformato nel simbolo della svolta azzurra. Arnaboldi l’ha annullato con un punto da manuale, uno dei migliori dell’incontro: ha scambiato senza mai perdere campo, poi ha sparato un diritto inside-out sulla riga esterna, lasciando immobile il rivale. Una giocata da urlo che ha cancellato qualche sicurezza al tennista di Sydney, e si è trasformato in una grande iniezione di fiducia.
 
ORA IL DUELLO DA BRIVIDI CON CILIC
La stanchezza è volata via, proprio come la volèe di Duckworth che gli ha consegnato il 3-1 nel tie-break, permettendogli di dare un’altra vivace pennellata al suo personalissimo quadro parigino. Appena Andrea ha messo il naso avanti, non ha più concesso nulla, polverizzando le oltre 100 posizioni che lo separano dal rivale nel ranking e mostrando una sicurezza tutta nuova. Si è preso il tie-break per 7-4, poi è stato tre volte a un passo dal break nel quarto set. Non è riuscito a piazzarlo, ma non ha perso la pazienza e ne ha raccolto i frutti in un altro tie-break, diventato la croce di Duckworth. Dal 2-1 l’australiano ha perso quindici punti consecutivi, finendo per trovarsi sotto di un break al quinto, ma soprattutto senza energie per abbozzare una reazione. Così il quinto set è diventato una facile discesa per l’azzurro, che ha continuato a correre su ogni palla come se fosse in campo da 20 minuti, chiudendo in volata e meritando ogni centesimo dei 50mila euro che gli spettano per il secondo turno, più della metà di quanto guadagnato nell’intero 2014. “Recuperare due set di svantaggio e vincere al quinto salvando match-point era uno dei sogni della mia vita – ha raccontato in conferenza stampa –, ma non mi credevo così capace di lottare e faticare. Il mio avversario oggi stava giocando benissimo, ma sono rimasto concentrato e convinto del mio tennis, riuscendo a portarla a casa”. La differenza? “Credo sia stata fatta da tre momenti, ma soprattutto il modo in cui ho salvato il match-point. Mi ha aiutato a diventare ancora più incisivo”. In premio avrà una sfida importante contro Marin Cilic, che oggi ha dato importanti segni di vita, battendo Haase in tre set. “Ci voglio credere anche contro uno come lui. Con Fabrizio (Albani, ndr) ci siamo posti obiettivi seri, vogliamo i top 100”. Finalmente, anche lui ha capito di poter guardare lontano.

ROLAND GARROS – Primo turno
Andrea Arnaboldi (ITA) b. James Duckworth (AUS) 4-6 6-7 7-6 7-6 6-0