Matt Zemek propone una classifica dei dieci match più “significativi” nella storia di Wimbledon, ma esclude le sfide leggendarie. Una lettura interessante che apre un interrogativo: ha ragione lui oppure ha fatto il “fenomeno”?
Di Riccardo Bisti – 19 giugno 2014
Di solito facciamo queste cose per conto nostro, ma la lettura ci ha colpito. Leggi: “I 10 match più significativi nella storia di Wimbledon” e ti vengono in mentre gli stessi nomi, gli stessi episodi, gli stessi giocatori. Per questo, nel leggere la classifica riportata dal sito americano Bloguin (un sito di sport, in cui il tennis occupa una minima parte), l’occhio era abbastanza pigro. Ma poi, leggendo le partite elencate, l’interesse è cresciuto fino a farci dire: “Ma si, facciamoci un pezzo anche noi”, per cercare di capire se le scelte di Matt Zemek hanno un senso oppure ha fatto “l’alternativo”. Cercavate Nadal-Federer 2008 o il McEnroe-Borg del mitico tie-break? O forse il capolavoro di Ashe contro Connors? Per non parlare di Agassi-Ivanisevic 1992? Niente di tutto questo. Ecco quelle che, secondo Zemek, sono le 10 partite più “significative” nella storia dei Championships.
10) FINALE 1969: Laver b. Newcombe 6-4 5-7 6-4 6-4
Quell’anno, Laver completò il suo secondo Grande Slam vincendo tre Major su quattro sull’erba. Tuttavia, fu anche la sua ultima finale a Londra. Battè l’uomo che avrebbe vinto le due seguenti edizioni. Newcombe avrebbe poi vinto sette Slam, a differenza di Martin Mulligan, avversario nella finale del 1962, in capace di vincere un solo Major. Questa partita ha certificato la qualità del secondo Grande Slam di Laver rispetto al primo. Non solo aveva sette anni in più, ma trovò avversari certamente più forti.
9) FINALE 1954: Drobny b. Rosewall 13-11 4-6 6-2 9-7
Drobny fu un pioniere, anticipando quello che la Navratilova avrebbe fatto negli anni 70: abbandonare un paese ex comunista per cercare la libertà. Possente e muscoloso, fu il primo mancino a vincere Wimbledon dal 1914 di Norman Brookes. Tempo dopo sarebbe diventato britannico, ma vinse quel torneo da…egiziano. Ancora oggi, resta l’unico cittadino africano ad aver vinto un titolo a Wimbledon. La partita è importante perchè fu la prima finale di Rosewall a Wimbledon. 20 anni dopo, sarebbe stato capace di centrarne un’altra contro Jimmy Connors. Per sua sfortuna, non riuscì mai a vincere. Fu una specie di passaggio di consegne tra due dei giocatori più longevi nella storia del tennis.
8) QUARTI DI FINALE 1985: Curren b. McEnroe 6-2 6-2 6-4
L’anno prima, dopo la dolorosa sconfitta a Parigi, Mac stravinse il titolo lasciando pochi giochi a Connors. Poi avrebbe vinto lo Us Open, chiudendo l’anno con un terrificante bilancio di 82 vittorie e 3 sconfitte. Nell’estate ’85, molti pensavano che l’americano (all’epoca 26enne) avrebbe vinto ancora molti titoli, soprattutto a Wimbledon, dove il suo serve and volley sapeva esaltare. Invece il declino iniziò proprio lì, contro l’emergente sudafricano. Perse in tre set, senza mai entrare in partita. Tra i più grandi giocatori dell’Era Open, McEnroe è quello che più di tutti ha perso bruscamente il suo titolo a Wimbledon…per non riacchiapparlo mai più. Curren avrebbe perso in finale da Becker, lui avrebbe continuato a intermittenza. Nel 1992 avrebbe centrato la semifinale, ma i suoi tempi terminarono in quel drammatico match contro Curren.
7) FINALE 1977: Borg b. Connors 3-6 6-2 6-1 5-7 6-4
Connors saltò il Roland Garros per quasi tutti gli anni 70 (se gliel’avessero fatto giocare nel 1974, probabilmente avrebbe centrato il Grande Slam), per questo la rivalità con Borg si sviluppò soprattutto a Londra e New York. Allo Us Open vinceva sempre Connors, Wimbledon era il terreno di Borg. Quell’anno giocarono una finale all’ultimo sangue. Se il quinto set fosse andato diversamente, chissà, forse le due carriere si sarebbero sviluppate in modo diverso e oggi li ricorderemmo in un altro modo.
6) FINALE 2004: Federer b. Roddick 4-6 7-5 7-6 6-4
Tra le 17 vittorie Slam di Federer, soltanto il Roland Garros 2009 assume un’importanza di rilievo tra quelle NON conquistate a Wimbledon. La sua leggenda si è scritta soprattutto a Church Road, e il successo del 2004 è tra i più sottovalutati. Roddick lo schiacciò con la sua potenza per almeno due set e mezzo. La svolta arrivò a metà terzo set, quando l’americano prese un break di vantaggio ma uno stop per pioggia consentì allo svizzero di raccogliere le idee. Da parte sua, Roddick perse il ritmo che aveva trovato in quei primi sei game. Dopo il successo dell’anno prima, nel 2004 Roger capì che avrebbe potuto scrivere la storia. In quella partita mostrò l’equilibrio del campione che stava diventando. Senza quell’acqua, chissà, forse Roddick avrebbe vinto quel titolo a Wimbledon che gli è sempre sfuggito. E Federer forse non sarebbe diventato l’acchiappa-titoli negli anni a venire. E magari qualcuna delle edizioni successive sarebbe finita all’americano. La vittoria del 2009, sempre contro Roddick, ebbe un grande significato all’epoca perchè sanciva il sorpasso su Sampras. Oggi, tuttavia, con Nadal a un passo, potrebbe perdere importanza. E così la finale del 2004 rischia di diventare ancora più importante.
5) FINALE 1937: Budge b. Von Cramm 6-4 6-3 6-2
Sfida chiave per l’intera storia del tennis. Intanto perchè diede a Budge lo slancio per sei Slam consecutivi (da cui sarebbe scaturito il Grande Slam del 1938). Inoltre, gli regalò fiducia per battere nuovamente Von Cramm nello storico match di Coppa Davis che avrebbero giocato qualche mese dopo (quello della famosa telefonata di Adolf Hitler a Von Cramm). Da quel match partì l’epopea che lo rende, ancora oggi, uno dei più forti di sempre. Se lo avesse perso, chissà, la storia tennistica dell’anteguerra sarebbe diversa.
4) FINALE 1981: McEnroe b. Borg 4-6 7-6 7-6 6-4
Il match che sancisce la differenza tra una grande partita e una partita…significativa. Nessuno dubita che la finale dell’anno prima sia stata più bella. Se ne parla ancora oggi, 34 anni dopo. Eppure, nella storia del tennis, la finale del 1981 può essere ancora più importante. Se Borg avesse vinto il suo sesto Wimbledon di fila, probabilmente non si sarebbe ritirato prima di compiere 27 anni. Inoltre, sarebbe rimasto davanti a Federer nel numero di successi consecutivi (lo svizzero si fermò a cinque dal 2003 al 2007). Se McEnroe non lo avesse buttato giù dal suo trono, probabilmente oggi si parlerebbe di lui in toni ancora più reverenziali.
3) FINALE 1995: Sampras b. Becker 6-7 6-2 6-4 6-2
Pistol Pete non ha sempre affrontato finalisti all’altezza. Un paio di volte ha pescato Goran Ivanisevic, una volta addirittura Cedric Pioline. Tuttavia, nel 1995 battè uno dei più grandi “erbivori” di sempre, Boris Becker. La forza con cui massacrò il tedesco negli ultimi tre set fece capire cosa sarebbe diventato negli anni a venire. Se non avesse trovato un Krajicek in stato di grazia nel 1996, chissà, avrebbe vinto per otto anni consecutivi e il suo nome sarebbe ancora in lizza nell’eterno dibattito sul GOAT. Proprio per questo, la sconfitta contro l’olandese avrebbe meritato un posto in questa speciale top-10.
2) FINALE 199): Sampras b. Agassi 6-3 6-4 7-5
“Così si gioca soltanto in paradiso” disse Rino Tommasi durante la telecronaca. E pensare che nel primo game Sampras si trovò in svantaggio 0-40. Si salvò, e da lì in poi Agassi non fu più in grado di impensierirlo. Il Kid di Las Vegas fu più bravo di lui all’Australian Open e al Roland Garros, ma a Wimbledon e Us Open era più forte Pete. Inoltre Sampras ha avuto una carriera più costante. Per questo è superiore. Tuttavia, se Agassi avesse vinto questa partita, ancora oggi sarebbe aperta la discussione su chi è stato il più forte. Inoltre, dopo il declino di Pistol Pete, avrebbe potuto cogliere la fiducia necessaria per vincere almeno una delle tre edizioni di “interregno” tra il 2001 e il 2003. Soltanto nel 2004 riapparse un super-favorito: Roger Federer.
1) FINALE 2007: Federer b. Nadal 7-6 4-6 7-6 2-6 6-2
Vale lo stesso discorso fatto per la finale 1981. Il match dell’anno dopo fu più bello, più memorabile, e sarà considerato più “importante”. Un eventuale successo di Nadal nell’edizione “a cielo aperto” (erano in corso i lavori per il tetto, inaugurato nel 2009) avrebbe reso ancora più severo il paragone tra lo spagnolo e lo svizzero. Nella finale 2006, Rafa non era pronto. Nel 2008 dimostrò di esserlo, mentre quello del 2007 resta l’ultimo baluardo a favore dei sostenitori dello svizzero nel pensare che Roger sia più forte di Rafa (anche se è piuttosto difficile sostenerlo, con 23 sconfitte su 33 partite). Se Nadal avesse trasformato una delle due palle break avute in avvio di quinto (annullate alla grandissima da Federer), il loro bilancio a Wimbledon sarebbe 2-1 per Nadal. In quel caso, sarebbe stato molto difficile sostenere lo svizzero nel dibattito sul GOAT. Invece, con questo 2-1 per Federer…si può continuare a chiacchierare.
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