Enzo Couacaud e Illya Marchenko si affronteranno per il titolo nel Trofeo Perrel-Faip di Bergamo

Marchenko e Couacaud i finalisti

Si è infranto sul coraggio di Enzo Couacaud il sogno di “Jason” Tseng di giocare la finale al Trofeo Perrel-Faip di Bergamo (46.600€, Greenset), e magari diventare il nuovo “predestinato” a vincere il suo primo titolo sotto il tetto del Pala Agnelli. Il giovane di Taiwan, allenato da Dominik Hrbaty (omaggiato dal pubblico prima dell’incontro), è arrivato a un passo dal successo, con due matchpoint a favore. Nel momento del bisogno, il francese nato alle Mauritius (il padre è l’ex amministratore delegato della catena “New Mauritius Hotels”) si è fatto aiutare dal servizio. Sotto 6-5 al terzo, ha giocato una coraggiosa volèe in contropiede sul primo matchpoint a sfavore, e ha trovato un gran servizio vincente sul secondo. Ad aumentare i rimpianti di Tseng, il fatto che nel terzo set abbia avuto la bellezza di sette palle break, senza sfruttarne neanche una. Con una settimana d’anticipo, dunque, Couacaud si è fatto un regalo per il suo 25esimo compleanno. Cercherà di infiocchettarlo nel miglior modo possibile vincendo il torneo: sarebbe il suo secondo titolo Challenger dopo quello ottenuto due anni fa a Cassis, in Francia. È finita 4-6 6-3 7-6 ed è stato bravissimo a contenere la sfuriata iniziale di Tseng, che con il suo tennis ad alta intensità sembrava poter gestire l’incontro senza patemi. Invece, a partire dal secondo set, ha perso un po’ di spinta propulsiva ed è spesso finito nella ragnatela di palleggi proposta dal francese. Con palle alte e senza peso, Couacaud ha trovato il modo di farlo uscire dalla zona di comfort e lo ha portato a commettere diversi errori, anche con il rovescio, colpo che solitamente gioca a occhi chiusi. Giocando con il giusto atteggiamento (e aiutato da una palla corta molto efficace), Tseng è rimasto in testa per tutto il terzo set, peraltro avendo un mucchio di occasioni. Sul 2-1, in particolare, si è trovato 0-40 sul servizio di Couacaud. Tuttavia, il francese ha sempre trovato il modo di cavarsela. Detto dei matchpoint annullati, nel tie-break è sempre stato avanti, approfittando di uno Tseng dolorante a una gamba dopo una caduta nel secondo punto, per fortuna senza conseguenze. Il taiwanese ha giocato con grinta, ha ricucito lo svantaggio fino al 5-5, ma il match si è deciso sui dettagli: servizio vincente del francese ed errore di misura nell’ultimo punto. Grande esultanza per Couacaud, accompagnato a Bergamo da coach Xavier Le Gall, fidanzata e uno dei fratelli. Per lui è la terza finale Challenger: oltre a quella di Cassis, ne ha giocata un’altra lo scorso anno, a Gatineau. Sarà un match tra miracolati: se Illya Marchenko ha raccontato nei giorni scorsi le sue sventure, il francese non è da meno: ha avuto infortuni di vario genere, i più gravi al gomito: si è dovuto operare due volte, nel 2017 e nel 2018, prima di risolvere il problema. Adesso sta finalmente bene e, in caso di vittoria, migliorerebbe il suo best ranking (n.164 ATP), attestandosi intorno al numero 161.

Nel match precedente, Marchenko aveva vinto una bella battaglia contro Hugo Gaston, un contrasto di stili che ha esaltato il pubblico bergamasco fino all’ultimo punto, peraltro con piccolo giallo nel finale, a causa delle condizioni fisiche di Marchenko. Dopo aver preso un break di vantaggio nel terzo set (4-3 e servizio), l’ucraino ha chiesto l’intervento del fisioterapista per un problema al ginocchio sinistro. Sul 5-4, prima di servire per il match, si è fatto massaggiare la coscia sinistra per un evidente principio di crampi. Ha dovuto fronteggiare una pericolosa palla break, ma alla fine ha portato a casa un prezioso successo col punteggio di 4-6 6-4 6-4. Sull’ultimo punto ha tirato un servizio vincente sulla seconda palla. Il colpo era stato chiamato out, ma l’arbitro Vincenzo Nicolella ha chiamato l’overrule, decretando la fine della partita. I due si sono dati battaglia per due ore e mezza. Nel primo set, Marchenko non riusciva a trovare soluzioni al servizio, perdendolo in ben quattro occasioni, inoltre era quasi intontito dalle variazioni di Gaston, che giocava decine di palle corte, oltre a non proporgli mai due palle uguali. L’ucraino era bravo a riordinare le idee, a trovare soluzioni ed essere ancora più aggressivo. Vinceva il secondo set, poi il match diventava molto piacevole nel terzo. Il break decisivo arrivava al settimo game, poi Marchenko riusciva a chiudere nonostante i dolori appena descritti. L’inossidabile ucraino andrà a caccia dell’ottavo titolo Challenger in carriera: in Italia sarebbe il terzo dopo Brescia 2014 e Recanati 2016.

Ocleppo e Kolar campioni nel doppio

In avvio di giornata, era terminato il tabellone di doppio. Il titolo è andato alla coppia italo-ceca composta da Julian Ocleppo e Zdenek Kolar, vincitori su Vavassori-Margaroli col punteggio di 6-4 6-3. È stato un match un po’ strano, come detto da Ocleppo durante la premiazione, perché ha dovuto affrontare il suo ex compagno Andrea Vavassori, con il quale aveva fatto coppia fissa per qualche anno, arrivando a ridosso dei top-100. Le strade professionali si sono separate, ma l’amicizia è rimasta. Ocleppo-Kolar hanno giocato con più “cattiveria”; servendo molto bene. La potenza del ceco si è ben combinata con le qualità da doppista di Ocleppo e il match ha avuto storia solo nel primo set. Nel secondo, Ocleppo-Kolar sono scappati via sul 3-1 e hanno chiuso senza patemi: è il settimo titolo Challenger per Kolar (che era campione in carica: lo scorso anno si era imposto insieme a Grigelis), il quarto per Ocleppo.