Gli unici della truppa azzurra ad aver raggiunto i quarti di finale sono Andrea Arnaboldi vincente nella sfida contro Zdenek Kolar e Roberto Marcora, che ha dominato Krstin. Sorprendono i giovani Gaston e Tseng

Arnaboldi e Marcora unici superstiti

Nel giovedì del Trofeo Perrel-Faip di Bergamo (46.600€, Play-It) gli unici della truppa azzurra ad aver raggiunto i quarti di finale sono Andrea Arnaboldi, vincente nella sfida contro Zdenek Kolar, e Roberto Marcora, che ha dominato il serbo Krstin. Fuori dai giochi invece Lorenzo Giustino, Raul Brancaccio, Luca Vanni e Filippo Baldi.

Per la terza volta in sette apparizioni Andrea Arnaboldi, ha raggiunto i quarti di finale. L’obiettivo, naturalmente, è migliorare la semifinale del 2014. Il tennis espresso in questi giorni spinge all’ottimismo, confermato dal convincente 6-3 6-4 contro il ceco Zdenek Kolar. C’era un pizzico di apprensione per il dritto di Kolar, molto potente, che avrebbe potuto creare più di un problema al rovescio di “Arna”. Invece l’azzurro è stato perfetto, trovando il modo di non perdere campo e giocare spesso in topspin. “Vero. Sapevo che Kolar spinge molto con il dritto – racconta Arnaboldi – in effetti la sua palla è pesante, complessa. Per fortuna sono riuscito a contrastarla e non sono mai finito in difesa, anzi, ero spesso io a comandare”. Un successo convincente, condito da tanti colpi a effetto. D’altra parte, il tennis di Arnaboldi è molto piacevole: tagli, rotazioni, discese a rete, ottima copertura di ogni zona del campo… Davvero un tennista spettacolare. Non è troppo conosciuto dal pubblico mainstream, ed è un peccato che il suo best ranking (risalente al 2015) sia “soltanto” al numero 153 ATP. Le virgolette sono un obbligo, perché arrivare fin lassù richiede sacrifici inimmaginabili. Ci si domanda se – a 32 anni compiuti – Arnaboldi apprezzi ancora questa vita, con una racchetta nella mano e la valigia nell’altra. “Tutto dipende da come la vivo sul campo – racconta – se le cose vanno bene e ho buone sensazioni, anche gli spostamenti sono più leggeri. Se invece il lavoro sul campo si fa più pesante, allora anche viaggiare è tre volte più faticoso. Però sì, mi piace, voglio continuare a giocare e godermela sul campo. Perché il tennis è ciò che voglio”. Arnaboldi viene da una stagione complicata, ma le difficoltà gli hanno fatto apprezzare la bellezza di una vita tutt’altro che banale. “Sono una persona fortunata. Mi sto accorgendo proprio in questo periodo che fare il tennista è ‘tanta roba’. A parte la qualificazione a Wimbledon, l’anno scorso non ho avuto buoni risultati. Con il cambio di team e i nuovi stimoli ho apprezzato di nuovo il bello di giocare un torneo. Parliamoci chiaro: fai qualcosa di speciale, c’è molta competizione, è un bell’ambiente, sono davvero contento di quello che faccio, a prescindere da classifica e risultati”.

Gaston e Tseng i giovani in rampa di lancio

I risultati della prima parte di giornata hanno emesso un verdetto: di sicuro, non ci sarà una finale tutta italiana come nel 2018 e nel 2019. I due azzurri nella parte alta del tabellone, infatti, sono stati entrambi eliminati. Ha lasciato l’amaro in bocca la sconfitta di Lorenzo Giustino, battuto dal giovane francese Hugo Gaston. Grande amarezza, perché l’azzurro (testa di serie n.1) si era trovato a condurre 3-0 nel terzo set, con due break di vantaggio. Quando il più sembrava fatto, ha improvvisamente smarrito il servizio e ha incassato quattro break di fila. Sotto 5-3, ha trovato il controbreak, ma si è fatto strappare il servizio a zero nell’ultimo game. Il match era partito male, con un Giustino decisamente contratto, col linguaggio del corpo non troppo positivo. Si era ritrovato, poi ha pagato l’improvviso black-out. Prosegue dunque il torneo di Gaston, ex numero 2 junior. Il 19enne di Tolosa può vantare un risultato di grande prestigio: la medaglia d’oro alle Olimpiadi giovanili di Buenos Aires 2018. Mancino, brevilineo, dal tennis fantasioso, ha avuto un buon impatto tra i professionisti. Lo scorso anno ha raggiunto otto finali nel circuito ITF (vincendone quattro) e quest’anno punta a un ulteriore salto di qualità: lo scorso gennaio ha giocato nel tabellone principale dell’Australian Open grazie alla wild card “di scambio” tra le federazioni francese e australiana, segno che in Francia credono molto in lui. Quello di Bergamo è il primo piazzamento nei quarti della sua giovane carriera, dopo i terzi turni dell’anno scorso a Lione e Tiburon. Venerdì se la vedrà con il turco Cem Ilkel (n.5 del tabellone). Nell’ultimo singolare giocato al Palazzetto di Alzano Lombardo, ha interrotto la corsa di Raul Brancaccio. È finita 6-1 7-6: dopo un primo set in cui non ha trovato le misure al suo avversario, Brancaccio ha messo a punto il suo servizio nel secondo, ma nel tie-break ha raccolto appena due punti. Da segnalare anche la grande prova di Chun-hsin Tseng, vincente su Filippo Baldi con il parziale di 6-4 6-2.