Forto a cura di Antonio Milesi
La buona notizia per il tennis italiano arriva da Andrea Arnaboldi. Il canturino, numero 287 del mondo e ammesso con una wild card al “Trofeo Lame Perrel – Faip” di Bergamo (42.500€, Play-It), ha superato il primo turno battendo il tedesco Denis Gremelmayer con il punteggio di 7-5 7-6.
E’ una vittoria importante per tante ragioni. Un paio d’anni fa, Arnaboldi era il giovane italiano meglio piazzato nel ranking ATP dopo Fabio Fognini (è nato il 27 dicembre 1987). Si puntava parecchio su di lui, ma il salto di qualità non è arrivato. Da un paio d’anni veleggia tra la 200esima e la 300esima posizione ATP. La sua presenza a Bergamo è significativa, poiché il torneo si gioca su un campo veloce, ben diverso dall’amata terra battuta. Segno che il ragazzo ha voglia di migliorarsi e progredire. Contro Gremelmayr è piaciuto soprattutto al servizio, tirando 7 ace e conquistando l’82% dei punti con la prima palla. Il gioco si è leggermente irrobustito, e la speranza è che possa ulteriormente crescere. In fondo il tempo non gli manca.
“Sono molto soddisfatto di questa partita – ha detto Arnaboldi – in particolare mi sono piaciuto al servizio, dove ho tenuto percentuali piuttosto alte. Non sono cresciuto come avrei sperato? Credo che sia tutto dovuto alla mia discontinuità, dovuta principalmente a ragioni di testa e di fisico. Sul piano mentale, soprattutto, devo imparare a tenere il livello”. Arnaboldi si è allenato in Spagna per tanti anni: si è traferito a Valencia all’età di 16 anni per lavorare con coach Josè Luis Aparisi: “Ma l’anno scorso ho avvertito l’esigenza di avvicinarmi a casa e ho trovato una buona sede a Milano, dove mi alleno con Mattia Livraghi”. Nella preparazione invernale, Arnaboldi ha lavorato prevalentemente sull’aspetto fisico. “Soprattutto forza e resistenza”. A vedere il suo match c’era anche Davide Sanguinetti, a Bergamo nelle vesti di coach del giapponese Go Soeda: “Sono certo che Andrea possa fare molto bene su tutte le superfici, e non solo sulla terra battuta. Ma lui deve essere il primo ad esserne convinto”.
Niente da fare per l’altro italiano in gara, Claudio Grassi. Il toscano ha giocato una partita generosa contro Uladzimir Ignatik (accompagnato dalla mamma-coach), ma alla fine si è arreso con il punteggio di 6-7 6-4 6-4. Nel corso della giornata, due giocatori hanno impressionato. Benjamin Becker ha confermato di essersi ripreso alla grande e di meritarsi la wild card concessagli dagli organizzatori. Il tedesco ha picchiato duro con il servizio, tirando 10 ace ed annichilendo il belga Julien Dubail, battuto con il punteggio di 6-2 6-3 in appena 53 minuti di gioco. Un dato su tutti: quando ha messo la prima palla, Becker ha raccolto il punto 21 volte su 22. La prestazione contro Dubail propone Becker come uno dei favoriti per la vittoria finale: non è un caso che appena un mese fa abbia impegnato un top 15 come Gael Monfils al torneo ATP di Doha.
L’altro giocatore “hot”è l’estone Jurgen Zopp. Nel match inaugurale al Palazzetto di Alzano Lombardo, Zopp ha superato il francese Gregoire Burquier con il punteggio di 6-2 6-4. Zopp è un tennista in grande ascesa: a gennaio si è qualificato per l’Australian Open e ha appena vinto a Kazan (Russia) il primo torneo challenger in carriera. Adesso è numero 125 ATP, ma l’ingresso tra i top 100 è solo questione di tempo.
Ufficio Stampa