di Francesco Camanzi – foto getty images
E' passata quasi una settimana dalla fine degli Australian Open ed è già tempo di bilanci. Nel tennis moderno che corre a velocità supersoniche, non c'è mai tempo di fermarsi. Metabolizzare le sconfitte diventa un obbligo, celebrare le vittorie un rischio. Questo sport, abituato com'è a ritmi incalzanti e alle corse di continente in continente, sembra alle volte dimenticarsi del suo passato. Specialmente di quello prossimo. E allora il caso di Victoria Azarenka, fresca numero uno del mondo, passa quasi sotto silenzio. Un pò perchè, diciamocelo, il trono di Caroline Wozniacki vacillava da troppo tempo, un pò perchè, a pochi giorni dalla chiusura dei cancelli di Melbourne, la testa già vola alla Fed Cup, al torneo di Parigi e a quello di Pattaya…
Il ribaltone in testa al ranking Wta, però, merita tutt'altra trattazione. Che fosse nell'aria si era capito da mesi, da quando il tennis monocorde della Wozniacki si era dimostrato inadatto ai grandi appuntamenti. Tutti, dai padroni della Tennis Association, alle addette ai lavori da noi intervistate a Novembre (Silvia Farina, Laura Golarsa, Rita Grande, Raffaella Reggi e Barbara Rossi) si attendevano – e forse si auspicavano – una caduta della danese, reginetta senza Slam per più di un anno. Da numero uno il miglior risultato della bella Caro è stato una misera semifinale negli Australian del 2011, persa malamente contro Na Li. Troppo poco per legittimare il primato.
E così, dopo 67 settimane in testa al ranking, Caroline Wozniacki si è vista costretta a cedere lo scettro. E questa volta, a differenza dell'anno scorso, quando abdicò per una sola settimana a vantaggio di Kim Clijsters, la caduta fa molto più male. Perchè arriva dopo 49 settimane consecutive di primato, perchè lo spietato sistema di calcolo dei punteggi la retrocede fino al quarto posto ma soprattutto perchè a scalzarla sono tre tenniste attualmente di un altro pianeta: Victoria Azarenka, Petra Kvitova e, in seconda battuta, Maria Sharapova.
Quella degli scossoni in testa alla classifica, a dire il vero, è storia vecchia. Almeno di 2 anni.
L’ultima leader indiscussa è stata Serena Williams, in carica nell’ultima tranche per 49 settimane tra Novembre 2009 e Ottobre 2010 ma capace di accumulare negli anni ben 123 settimane di dominio. La statunitense oggi è ancorata al 12° posto del ranking (3580 punti) ma promette di risalire la china e piazzare il canto del cigno entro la fine dell’anno.
Prima di Serenona uno stuolo di regine senza corona: Dinara Safina, numero uno a corrente alternata tra Aprile e Novembre 2009, oggi più attiva su twitter che sui campi da tennis (134° posto, 500 punti); Jelena Jankovic, in carica per 18 settimane complessive tra Agosto 2008 e Febbraio 2009 (13° posto, 3295 punti); Ana Ivanovic, numero uno improvvisata dopo il Roland Garros 2008 e oggi faticosamente aggrappata alla top 30 (18° posto, 2535 punti).
Impossibile, in tal senso, non sentire la mancanza di una Justine Henin, capace di monopolizzare il ranking a più riprese tra il 2006 e il 2008; o di una Martina Hingis, in testa per 209 settimane complessive tra il 1997 e il 2001.
Victoria Azarenka è la nuova numero uno del mondo. Come la Wozniacki è giovane e di belle speranze, il suo tennis è votato all'attacco e si fonda essenzialmente su scambi brevi e grandi frustate di dritto. A differenza della danese, però, Vika sembra più determinata in campo, non trattiene il braccio e rifiuta quasi sempre lo scambio prolungato. Sa quel che vuole e manda a memoria tutte le strategie necessarie per imbrigliare le avversarie. Di più, dalla sua ha già uno Slam e centrato una finale nel Master di fine anno. Insomma, ha tutto quel che serve a una vera numero uno. Dietro di lei, però, scalpitano Petra Kvitova, favorita dei bookmakers nel pre-Australian Open e attualmente seconda a 7690 punti, e la coppia d'esperienza Sharapova-Williams, all’ultima chiamata per tornare sul trono Wta.
Tra qualche settimana sarà di nuovo battaglia e tutti i riflettori saranno puntati sulla bielorussa, per ora “solo” numero uno, il tempo ci dirà se degna erede di un altro dritto magistrale, Steffi Graf, o ennesimo fuoco di paglia del bizzarro circuito Wta.
©2012 Il Tennis Italiano