Undici giochi consecutivi sigillano la semifinale tra il palermitano e Marco Trungelliti: l'argentino parte forte, poi rimane senza energie, travolto dalla pressione e dalle variazioni di Cecchinato. Seconda finale in tre mesi e top-25 raggiunta. Dovesse battere Guido Pella (1-1 i precedenti), salirà al n.22 ATP.

Marco Cecchinato è entrato in una nuova dimensione. La finale al torneo ATP di Umago non è certo una sorpresa, visto che ha battuto giocatori che gli stanno dietro in classifica. Ma il modo in cui vive le partite è molto convincente, sia quando gioca bene che – soprattutto – quando non è in giornata. Aveva giocato piuttosto male all'esordio, contro Jiri Vesely. L'ha spuntata anche grazie a un problema fisico del ceco, poi è stato impeccabile nei quarti contro Laslo Djere e in semifinale contro Marco Trungelliti. Era il secondo scontro diretto in poco più di un mese, giacché i due si erano già affrontati al secondo turno del magico Roland Garros di Marco. Fu partita tesa, con qualche parolina di troppo. Stavolta non c'è stato tempo per le tensioni: Cecchinato si è imposto con un netto 6-2 6-1, conquistando la seconda finale ATP in carriera dopo quella (vinta) tre mesi fa a Budapest. In verità, Trungelliti scattava meglio dai blocchi e saliva 2-0 nel primo set. Insisteva sul rovescio di Cecchinato, ma ormai l'azzurro è molto incisivo anche da quella parte, oltre a sapersi togliere dai guai con la smorzata. Magari non sempre arriva il punto, però i continui scatti in avanti sfibrano la resistenza altrui. Quella dell'argentino è durata poco: fallita la chance di prendere il doppio break di vantaggio (in un game di 18 punti ha avuto due palle break), è piombato in una spirale di undici giochi persi, uno dopo l'altro. Quella di Cecchinato è stata una lenta opera di demolizione: primo ci sono stati diversi game combattuti ma poi, via via, la resistenza altrui si è affievolita. Quando un rovescio vincente ha dato a Trungelliti il game della bandiera nel secondo set, ha alzato le braccia al cielo in segno di esultanza. Rassegnata esultanza, come ad ammettere la netta superiorità dell'azzurro.

TERZO ITALIANO DI FILA IN FINALE
Cecchinato è già certo di salire al numero 25 ATP: dovesse vincere il torneo si porterebbe al numero 22, eguagliando il best ranking di Tonino Zugarelli, a una sola lunghezza da Francesco Cancellotti. A quel punto, gli starebbero davanti i soli top azzurri dell'Era Open: Panatta, Barazzutti, Bertolucci, Fognini, Gaudenzi, Camporese, Seppi e Furlan. “Sto lavorando molto e questa è la chiave della mia corsa – ha detto Cecchinato – domani affronterò un ottimo giocare come Guido Pella. Avrò bisogno di giocare bene per vincere ancora”. Nella prima semifinale, l'argentino aveva superato in tre set Robin Haase (6-3 1-6 6-2 lo score). Per lui sarà la terza finale in carriera, dopo Rio de Janeiro 2016 e Monaco di Baviera 2017. Sarà il terzo scontro diretto tra i due: in questo momento il bilancio è 1-1, con Cecchinato vincitore alle (defunte) ATP Challenger Finals 2015, mentre Pella si è imposto lo scorso anno a Heilbronn. Curiosamente, entrambi erano partiti piuttosto male in questo torneo: Cecchinato aveva perso nettamente il primo set contro Vesely, ma anche Pella aveva incassato un duro 6-1 contro Taro Daniel. Si sono ripresi in tempo e domenica sera (ore 20, diretta SuperTennis) si giocheranno il titolo del torneo croato, uno dei 29 eventi che si sono sempre disputati da quando il circuito è stato preso in mano dall'ATP, nel 1990. Cecchinato è il terzo azzurro di fila a raggiungere la finale dopo Fognini nel 2016 (vincitore) e Lorenzi lo scorso anno (KO contro Rublev). Da parte sua, l'Argentina ritrova un finalista dai tempi d'oro della Legiòn, con i successi di Guillermo Canas e Guillermo Coria nel 2004 e 2005.

ATP UMAGO – Semifinali
Marco Cecchinato (ITA) b. Marco Trungelliti (ARG) 6-2 6-1
Guido Pella (ARG) b. Robin Haase (NED) 6-3 1-6 6-2