Marco Cecchinato è entrato in una nuova dimensione. La finale al torneo ATP di Umago non è certo una sorpresa, visto che ha battuto giocatori che gli stanno dietro in classifica. Ma il modo in cui vive le partite è molto convincente, sia quando gioca bene che – soprattutto – quando non è in giornata. Aveva giocato piuttosto male all'esordio, contro Jiri Vesely. L'ha spuntata anche grazie a un problema fisico del ceco, poi è stato impeccabile nei quarti contro Laslo Djere e in semifinale contro Marco Trungelliti. Era il secondo scontro diretto in poco più di un mese, giacché i due si erano già affrontati al secondo turno del magico Roland Garros di Marco. Fu partita tesa, con qualche parolina di troppo. Stavolta non c'è stato tempo per le tensioni: Cecchinato si è imposto con un netto 6-2 6-1, conquistando la seconda finale ATP in carriera dopo quella (vinta) tre mesi fa a Budapest. In verità, Trungelliti scattava meglio dai blocchi e saliva 2-0 nel primo set. Insisteva sul rovescio di Cecchinato, ma ormai l'azzurro è molto incisivo anche da quella parte, oltre a sapersi togliere dai guai con la smorzata. Magari non sempre arriva il punto, però i continui scatti in avanti sfibrano la resistenza altrui. Quella dell'argentino è durata poco: fallita la chance di prendere il doppio break di vantaggio (in un game di 18 punti ha avuto due palle break), è piombato in una spirale di undici giochi persi, uno dopo l'altro. Quella di Cecchinato è stata una lenta opera di demolizione: primo ci sono stati diversi game combattuti ma poi, via via, la resistenza altrui si è affievolita. Quando un rovescio vincente ha dato a Trungelliti il game della bandiera nel secondo set, ha alzato le braccia al cielo in segno di esultanza. Rassegnata esultanza, come ad ammettere la netta superiorità dell'azzurro.
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TERZO ITALIANO DI FILA IN FINALE
Cecchinato è già certo di salire al numero 25 ATP: dovesse vincere il torneo si porterebbe al numero 22, eguagliando il best ranking di Tonino Zugarelli, a una sola lunghezza da Francesco Cancellotti. A quel punto, gli starebbero davanti i soli top azzurri dell'Era Open: Panatta, Barazzutti, Bertolucci, Fognini, Gaudenzi, Camporese, Seppi e Furlan. “Sto lavorando molto e questa è la chiave della mia corsa – ha detto Cecchinato – domani affronterò un ottimo giocare come Guido Pella. Avrò bisogno di giocare bene per vincere ancora”. Nella prima semifinale, l'argentino aveva superato in tre set Robin Haase (6-3 1-6 6-2 lo score). Per lui sarà la terza finale in carriera, dopo Rio de Janeiro 2016 e Monaco di Baviera 2017. Sarà il terzo scontro diretto tra i due: in questo momento il bilancio è 1-1, con Cecchinato vincitore alle (defunte) ATP Challenger Finals 2015, mentre Pella si è imposto lo scorso anno a Heilbronn. Curiosamente, entrambi erano partiti piuttosto male in questo torneo: Cecchinato aveva perso nettamente il primo set contro Vesely, ma anche Pella aveva incassato un duro 6-1 contro Taro Daniel. Si sono ripresi in tempo e domenica sera (ore 20, diretta SuperTennis) si giocheranno il titolo del torneo croato, uno dei 29 eventi che si sono sempre disputati da quando il circuito è stato preso in mano dall'ATP, nel 1990. Cecchinato è il terzo azzurro di fila a raggiungere la finale dopo Fognini nel 2016 (vincitore) e Lorenzi lo scorso anno (KO contro Rublev). Da parte sua, l'Argentina ritrova un finalista dai tempi d'oro della Legiòn, con i successi di Guillermo Canas e Guillermo Coria nel 2004 e 2005.
ATP UMAGO – Semifinali
Marco Cecchinato (ITA) b. Marco Trungelliti (ARG) 6-2 6-1
Guido Pella (ARG) b. Robin Haase (NED) 6-3 1-6 6-2