Domenica scorsa non aveva mai vinto una partita in uno Slam, domenica prossima giocherà gli ottavi di finale del Roland Garros. La corsa del palermitano è inarrestabile e sul campo 18 di Porte d’Auteil firma la vittoria più importante in carriera: spedito a casa il n.11 Pablo Carreno Busta.

Palla corta, dritto vincente, dritto quasi vincente, poi un doppio fallo, infine un ace. La sequenza, eseguita con una facilità disarmante viste le circostanze, è quella che spedisce Marco Cecchinato agli ottavi di finale del Roland Garros. La speaker che si occupa di annunciare all’interfono della sala stampa i giocatori che stanno arrivando in conferenza lo chiama “Marco Cecinato”, ma fa nulla perché tanto di nomi ne azzecca uno ogni tanto. Domenica scorsa Cecinato non aveva mai vinto una partita in uno dei quattro grandi tornei, una settimana dopo giocherà gli ottavi di finale. In tasca finiscono 222.000 euro e, con loro, l’onore di aver riportato un italiano tra gli ultimi sedici sei anni dopo Andreas Seppi, nove dopo Fabio Fognini e undici dopo Filippo Volandri (a onor del vero, nel 2011 Fabio Fognini si era spinto fino ai quarti – non giocati – contro Djokovic). Pensarci un mesetto era più che un’utopia, oggi invece Ceck ha un ottavo di finale da giocare a Parigi e la soglia della top-50 davanti a un metro.

ILLUSIONE
Per questa volta l’illusione disattesa riguarda gli altri. Nel caso specifico Pablo Carreno Busta, uno che bazzica attorno alla top-ten – oggi è numero 11 – e che lo scorso settembre è arrivato in semifinale agli Us Open. Uno di quelli duri, durissimi. Uno di quelli che quando c’è da vincere, vince e quando c’è da perdere tendenzialmente perde. Oggi per Carreno era una partita da vincere e l’avvio lasciava intendere questo: Ceck fa una fatica bestiale al servizio – difende uno solo dei quattro turni di battuta – e ne fa ancor di più nella metà sinistra, dove la diagonale rovescio contro rovescio è pressoché ingestibile. 26 minuti bastano all’asturiano per mettersi in tasca il 6-2.

REAZIONE
Tramortito da un primo set da incubo, Marco prova a fare partita nel secondo e, per metà, ci riesce. Sul 3-3 passa Carreno e, forte di un set e un break di vantaggio, era legittimo ragionare pensando già ai titoli di coda, tanto che qualcuno comincia ad andarsene dal nuovissimo (e lontanissimo) campo 18 per gustarsi altri match. Errore! Ceck rientra immediatamente, rimette il muso avanti e l’approdo al tie-break è più un sollievo per lo spagnolo che per il giocatore nostrano. Semplicemente straordinario il jeu decisif giocato dall’italiano: a fare la differenza il minibreak sul 3-3 e, col campo pesante e la pioggia ormai compagna fissa del match, l’uso – e mai abuso – di palle corte del palermitano fa impazzire Carreno. Il 7-5 senza tremare vale l’inizio di un’altra partita.

CONSAPEVOLEZZA
La fiducia è una parolina magica nel tennis, la consapevolezza pure
. Nei giorni scorsi Cecchinato ne ha mostrate a quantità industriali. Questo ragazzo oggi ha una spaventosa fiducia nei propri mezzi, lo dice e soprattutto lo fa. Alle parole delle conferenze stampa seguono i fatti, e i fatti dicono che il terzo e il quarto set sono un assolo di Cecchinato. 6-3 6-1 con duplice break in entrambe le frazioni per un contatore che corre fino a quota 40 colpi vincenti e il body language che non tradisce alcunché, anzi. A vederlo, pareva lui il top-ten: centrato, continuo, convinto e soprattutto impassibile. Solo alla fine si lascia andare rivolto al suo angolo. Quello dipinto in due ore e 19 minuti è un vero e proprio capolavoro, al pari dell’ultimo mese di Cecchinato. A proposito di passato recente, a Roma la sua corsa fu fermata sul Pietrangeli da David Goffin. Il belga, impegnato contro Gael Monfils, potrebbe essere il suo prossimo avversario. E qui, tolto Nadal, ormai s’è capito senza retorica che nulla è impossibile.

ROLAND GARROS UOMINI, Terzo Turno
Marco Cecchinato (ITA) b. Pablo Carreno Busta (SPA) 2-6 7-6(5) 6-3 6-1