di Fabio Bagatella – foto Getty Images
La principessa siberiana è tornata e toccherà a Victoria Azarenka, che spazza via Vera Zvonareva, provare a fermare la corsa di Maria Sharapova verso il suo primo urrah in quel di Miami. La “semi” con Andrea Petkovic, che aveva recentemente – ed in maniera netta – estromesso Masha dagli Australian Open, dura solo un set. Nei successivi parziali la russa sale infatti in cattedra, lasciando alla tedesca solo due “miseri” giochi.
Dopo le “schermaglie” iniziali con break e contro-break nei primi due games, Petkovic strappa il servizio all’avversaria nel sesto gioco. Senza più concedere opportunità alla russa, la tedesca incamera il parziale 6-3. In apertura di secondo set, Masha salva un nuovo break-point: da questo momento la russa infila un tremendo parziale di 11 giochi che la conducono al 6-0 5-0 in un’oretta e spiccioli.
Il calo di Petkovic, unito ad un’aggressività meno fallosa e ad un servizio meno altalenante di Sharapova, relegano la tedesca “all’angolo” anche se spesso i giochi sono combattuti. La russa chiude infatti la seconda partita solo al quinto tentativo utile. Nel terzo set non c’è più match, almeno per i primi cinque giochi, in cui Masha concede all’avversaria un totale di cinque punti. Più con l’orgoglio per evitare il “capotto” che grazie alla reale convinzioni di poter recuperare, Petkovic spezza la striscia consecutiva dell’avversaria aggiudicandosi due giochi.
Sul 2-5 si arrende definitivamente, Sharapova può festeggiare: dopo due ore e sette minuti lo score decreta il 3-6 6-0 6-2 in suo favore. A cinque anni di distanza dalla finale perduta con Svetlana Kuznetsova, Maria Sharapova raggiunge dunque la sua terza finale a Miami, dove però non ha mai alzato la coppa. Nel 2005 fu infatti Kim Clijsters a negarle il successo.
Dopo gli eccellenti “scalpi” di Wozniacki e Jankovic, Andrea Petkovic si deve invece accontentare di aver sognato per un set la finalissima. La semifinale in Florida, che rappresenta il miglior risultato nella giovane carriera della 23enne di origini bosniache, porterà comunque la tedesca – con pieno merito e per la prima volta – tra le top 20. Di questo passo ed alla luce dei costanti progressi dimostrati, l’avvicinamento alle magnifiche 10 sembra solo questione di tempo.
A separare Masha dal trionfo finale c’è ora “solo” Victoria Azarenka. Vera Zvonareva cede abbastanza velocemente 6-0 6-3 al termine di un match che premia la giocatrice più “in palla”. Primo set senza storia con Vera incapace di raggiungere il “40”: la russa raccoglie complessivamente otto punti. Il secondo parziale è più equilibrato con Vika che piazza comunque il break decisivo già nel quinto gioco.
Il game seguente è l’unico in tutta la partita in cui la bielorussa deve ricorrere ai “vantaggi” sul proprio servizio. Confermato il prezioso break, Azarenka chiude in scioltezza già nel nono gioco con Zvonareva alla battuta. Per la russa, che non riesce a procurarsi un solo break-point in tutto il match, una sconfitta severa. Quando Vika offre queste tipo di prestazione, tuttavia, c’è ben poco da fare.
Azarenka, che a Miami vinse nel 2009, cercherà il bis nella finalissima di sabato. Perfetta parità (2-2) nei quattro precedenti tra la bielorussa e Sharapova, tutti sul “veloce”. L’ultima sfida si è disputata sempre in occasione di una finale: l’anno scorso a Stanford, Vika vinse autorevolmente 6-4 6-1. Per vendicare l’ultima sconfitta, la sensazione è che Masha debba giocare al massimo delle sue attuali possibilità.
Semifinali:
[16] M Sharapova (RUS) b. [21] A Petkovic (GER) 36 60 62
[8] V Azarenka (BLR) b. [3] V Zvonareva (RUS) 6-0 6-3
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