AUSTRALIAN OPEN – Flavia gioca una partita perfetta per ordine e attenzione ed elimina Monica Puig in due set. L’esperienza la sta rendendo più forte. Adesso sfida Mona Barthel. 
La gioia di Flavia Pennetta all'uscita dalla Margaret Court Arena

Di Riccardo Bisti – 15 gennaio 2014

 
Che bello vederla così, tranquilla e serena. E soprattutto competitiva. Certo, c’è quella piccola fasciatura sul polso a ricordare le recenti sofferenze, ma Flavia Pennetta sembra in ottime condizioni. A (quasi) 32 anni, sembra più forte che mai. Probabilmente gioca meglio rispetto al 2009, quando entrò tra le top-10. “Mi piacerebbe molto tornarci – ha detto dopo la bella vittoria su Monica Puig – ma sarà dura, poi sto diventando vecchia! Ma lavoro tanto, giorno dopo giorno, per migliorare il mio tennis”. La brindisina si gode la tranquillità di chi non ha più nulla da dimostrare, ma ha ancora voglia di vincere. Sono passati pochi mesi, eppure sembrano lontanissimi i discorsi sul ritiro, su quella competitività che era la ‘conditio sine qua non’ per andare avanti. La semifinale allo Us Open ha cacciato via i brutti pensieri, e il sogno di costruirsi una famiglia può attendere ancora un po’. Flavia ha giocato una partita magistrale per rifilare 6-3 6-4 alla ringhiante portoricana, una delle ultime scoperte del compianto Ken Meyerson, uno dei migliori agenti che il tennis abbia conosciuto. “Pica” (la chiamano così perchè, per andare avanti bisogna ‘picar’, spaccare, le pietre) tira tutto ma è ancora molto acerba e poco lucida tatticamente. Spinge con ogni colpo, ma paga l’assenza di un disegno tattico e una condizione fisica non eccellente. Ad appena 20 anni, mostra già una viva tendenza ad ingrassare. E le due gambone fanno una gran fatica a uscire dal servizio e, più in generale, negli spostamenti laterali. Per la Pennetta è un’altra storia. Si muove benissimo, è tonica e scattante. E così ha fatto giocare alla Puig quella palla in più che spesso l’ha indotta all’errore. Alla fine commetterà 38 gratuiti, da cui l’azzurra ha attinto come un cavallo di razza si nutre dell’erba.
 
La Pennetta è un cavallo di razza, senza dubbio. E non solo perchè ha ammesso di adorare le corse dei cavalli. “Quando smetterò, mi piacerebbe farne una”, ma perchè ne ha vissute tante ed è ancora lassù. Sulla Margaret Court Arena, affollata da qualche decina di tifosi italiani, è stata perfetta al servizio. Non ha concesso una sola palla break, mostrando autorità e personalità dalla prima all’ultima palla. Sono doti che acquisisci con l’esperienza. Ma non è detto che ‘invecchiare’ sia sinonimo di ‘crescere’. Per la Pennetta è stato senz’altro così. Si dice che i tennisti saggi giochino sempre la palla giusta. Flavia fa anche altro: evita di giocare quella sbagliata. Ad esempio, non avrebbe commesso gli errori che le hanno concesso i due break poi risultati decisivi. La Puig è rimasta a galla fino al 4-3, poi si è trovata 15-40 e ha commesso un doppio fallo sulla seconda palla break. La Pennetta ha ringraziato e chiuso il set. Stessa storia nel secondo, quando lo strappo decisivo è arrivato al quinto game. La Puig aveva l’inerzia dello scambio a suo favore, e un dritto facile facile da scaricare sul campo avversario. Si è fatta prendere dall’abitudine e ha tirato un dritto in direzione anomala che ha consentito alla Pennetta di tirare il passante. Non era un granchè, ma la Puig ha messo in corridoio una facile volèe. Un errore imbarazzante. Da lì in poi è stato tutto in discesa, con quel bel numero 0 accanto alla casellina delle palle break concesse. Un efficacia che tornerà molto utile, non solo nel terzo turno contro Mona Barthel, ma anche nel resto del 2014.
 
In questo momento, la Pennetta è l’italiana più in forma e affidabile. Corrado Barazzutti starà prendendo appunti in vista della trasferta di Cleveland, dove non sappiamo ancora che avversarie troveremo, ma siamo certi che il campo sarà molto veloce. E il servizio potrebbe essere un’arma decisiva. Ma adesso c’è un Australian Open da giocare. La sconfitta della Kvitova le offrirà un terzo turno tutt’altro che impossibile. Con la Barthel non ha mai giocato, ma parte comunque favorita. La tedesca ha chiuso il 2013 con cinque sconfitte al primo turno, adesso si è ripresa ma non sembra un fulmine da guerra. Ha superato Luksika Kumkhum in tre set, mettendo fine alla favola della thailandese. Per Flavia sarebbe un gran bel risultato, anche perchè l’Australian Open è lo Slam che le ha dato meno soddisfazioni. In 10 partecipazioni, vanta solo un piazzamento negli ottavi, nel 2011, quando perse in tre set con la Kvitova. La stessa Kvitova che eviterà di affrontare quest’anno. E poi, chissà…Flavia è la settima giocatrice più anziana tra le top-100. Sono più “vecchie” di lei soltanto Kimiko Date, Venus Williams, Francesca Schiavone, Lourdes Dominguez Lino, Serena Williams e Klara Zakopalova. Significa che poche giocatrici hanno le sua esperienza. E se il fisico continua a rispondere così bene (toccando ferro per il polso), quei 32 anni che stanno per scoccare potrebbero essere solo un vantaggio.