Riecco Ruud, l’eterno piazzato, che a Torino ha ricominciato a vincere: «La pressione è tutta su Sinner»

foto di Brigitte Grassotti

TORINO – E’ tornato l’eterno piazzato. L’ultimo ostacolo tra Jannik Sinner e la finale di Torino è Casper Ruud, un giocatore dal carattere mite e dai modi educati di cui si è parlato sempre poco, schiacciato dai successi (e dalla personalità) dei Fab Four prima e del duo Sinner-Alcaraz adesso. Eppure i risultati di questo norvegese di quasi 26 anni (li compirà il prossimo 22 dicembre) che tifa Liverpool ed ha una fidanzata, Maria Galligani, di chiare origini italiane, farebbero gola a tanti, cominciando dal numero 2 del ranking conquistato il 12 settembre di due anni fa.

Competitivo ad alti livelli da quattro stagioni, al figlio d’arte di Oslo (suo padre Christian si è spinto fino al 39º posto del ranking Atp, roba di trent’anni fa) è sempre mancato il grande acuto, come dimostrano le tre finali Slam raggiunte e perse – due al Roland Garros e una a Flushing Meadows, battuto da Nadal, Djokovic e Alcaraz – a cui si aggiungono il secondo posto alle ATP Finals del 2022 (qui a Torino fu sconfitto da Djokovic) e le finali dei “1000″ perse a Miami due anni fa e a Monte Carlo quest’anno, torneo dove ha superato Nole prima di cedere a Tsitsipas.
Numero 7 del ranking – ma è già sicuro di salire di un altro gradino, scavalcando Djokovic – si era presentato a Torino senza grandi ambizioni. Dopo una prima parte della stagione piuttosto buona, con cinque finali, due tornei vinti sulla terra battuta (Barcellona e Ginevra) e la semifinale di Parigi, persa in quattro set contro Zverev, Ruud si era un po’ lasciato andare e dopo il quarto turno degli Us Open aveva perso sette partite su nove, con il picco negativo raggiunto in coppa Davis, la sconfitta con il portoghese Rocha, numero 157 del mondo.

Qui a Torino è arrivato invece l’insperato successo al debutto contro Alcaraz, seguito dalla sconfitta con Zverev e dalla seconda vittoria nel girone, ieri su Rublev.
Le Atp Finals piemontesi evidentemente gli piacciono, perché il più forte norvegese della storia del tennis è al terzo piazzamento in tre partecipazioni (era stato semifinalista anche nel 2021, mentre un anno fa chiuse la stagione in undicesima posizione, e quindi restò fuori). Questa sera proverà a fermare Sinner, che l’ha battuto nei due precedenti, entrambi giocati indoor a Vienna, 7-6 6-3 nel 2020 e 7-5 6-1 l’anno dopo. Il gioco di pressione di Ruud da fondocampo, basato soprattutto sul dritto, con una spiccata capacità difensiva e una ragguardevole tenuta mentale, ne fanno un avversario sempre temibile, quando è in forma. Contro la potenza di Sinner, però, queste armi non dovrebbero bastare. «Non so esattamente come o perché qui riesco a vincere mentre nelle ultime settimane non ce la facevo – così ieri Ruud – forse pensavo troppo a queste Finals, a qualificarmi. Sinner? Lui ieri si è riposato mentre io ho giocato ed ho finito tardi. Vado in campo da sfavorito, ma lui ha anche più pressione sulle spalle. Conosco la sensazione che si prova a volte giocando un match importante in casa, ma non sembra che la cosa lo preoccupi troppo. Sembra che abbia dimenticato come si perde… Proverò a mettere in campo qualcosa che possa fare la differenza contro il miglior giocatore del mondo, spero di avere qualche piccola opportunità».