Caso Surdeanu: la versione della ragazza
Il caso di Ioana Andrada Surdeanu ha fatto il giro del mondo. Mentre il padre si trova ancora in Israele, accusato di aver maltrattato la figlia, la maldre Alina ha lanciato un appello affinchè il marito Lucian sia scarcerato e possa tornare in casa. Intanto ecco la versione della ragazza. "Non ho giocato bene, specialmente negli ultimi giochi. Alla fine mi ha chiesto di dargli il cellulare, è il suo modo di punirmi quando non vinco le partite per colpa mia. Gli ho detto di prenderlo e ho buttato il telefono. Mi ha schiaffeggiato un paio di volte, una delle quali ha colpito il mio naso. Io e mio fratello siamo molto sensibili in quel punto e ho perso un po' di sangue. Mi sono inginocchiata, coprendo il viso con le mani in modo che non potesse colpirmi di nuovo. Sanguinavo un po', ero scioccata. Mi ha dato un asciugamano bagnato, dicendo di andare dal medico del torneo. E' stata la prima volta, non mi aveva mai colpito prima. Adesso ha delle restrizioni e non gli sarà più permesso di venire con me ai tornei. Ora come faccio? Come posso diventare come Simona Halep? Quando ho visto che è stato descritto come un criminale e una bestia, mi è venuta voglia di urlare. Mi sento colpevole per quello che è accaduto, anche se so che non è solo colpa mia. Non dico che ha fatto bene a colpirmi, non voglio essere fraintesa. Lo amo molto e vorrei che torni a casa". Sarà accontentata: dopo il pagamento di una cauzione di 300 dollari, Lucian Surdeanu sarà rilasciato in queste ore. La madre ha spiegato che la polizia israeliana si è comportata male anche con la figlia, facendole firmare un documento in ebraico senza che lei sapesse esattamente cose ci fosse scritto. "Inoltre le hanno anche impedito di visitarlo".Il caso di Ioana Andrada Surdeanu ha fatto il giro del mondo. Mentre il padre si trova ancora in Israele, accusato di aver maltrattato la figlia, la maldre Alina ha lanciato un appello affinchè il marito Lucian sia scarcerato e possa tornare in casa. Intanto ecco la versione della ragazza. "Non ho giocato bene, specialmente negli ultimi giochi. Alla fine mi ha chiesto di dargli il cellulare, è il suo modo di punirmi quando non vinco le partite per colpa mia. Gli ho detto di prenderlo e ho buttato il telefono. Mi ha schiaffeggiato un paio di volte, una delle quali ha colpito il mio naso. Io e mio fratello siamo molto sensibili in quel punto e ho perso un po' di sangue. Mi sono inginocchiata, coprendo il viso con le mani in modo che non potesse colpirmi di nuovo. Sanguinavo un po', ero scioccata. Mi ha dato un asciugamano bagnato, dicendo di andare dal medico del torneo. E' stata la prima volta, non mi aveva mai colpito prima. Adesso ha delle restrizioni e non gli sarà più permesso di venire con me ai tornei. Ora come faccio? Come posso diventare come Simona Halep? Quando ho visto che è stato descritto come un criminale e una bestia, mi è venuta voglia di urlare. Mi sento colpevole per quello che è accaduto, anche se so che non è solo colpa mia. Non dico che ha fatto bene a colpirmi, non voglio essere fraintesa. Lo amo molto e vorrei che torni a casa". Sarà accontentata: dopo il pagamento di una cauzione di 300 dollari, Lucian Surdeanu sarà rilasciato in queste ore. La madre ha spiegato che la polizia israeliana si è comportata male anche con la figlia, facendole firmare un documento in ebraico senza che lei sapesse esattamente cose ci fosse scritto. "Inoltre le hanno anche impedito di visitarlo".