Mentre l'Italia è in attesa di scoprire cosa succederà tra Camila Giorgi e la FIT, incuriosito dalla scelta di Camila di giocare le qualificazioni agli Internazionali BNL d'Italia, è terminata la lunga transizione che ha portato Rebeka Masarova ad abbandonare la Svizzera e scegliere la Spagna. Molti la ricorderanno vincitrice al Roland Garros junior, un paio d'anni fa. In quell'occasione fu resa nota la sua storia: la madre Maria Victoria è spagnola (è anche la sua allenatrice), mentre il padre è slovacco. Tuttavia, è nata a Basilea il 6 agosto 1999. Pur essendo concittadina di Roger Federer, non lo aveva mai conosciuto. Ha coronato questo sogno nel gennaio 2017, quando ha potuto incontrarlo al termine di un allenamento durante l'Australian Open. Federer è la ragione per cui Rebeka ha iniziato a giocare a tennis: in un giorno di pioggia, nel 2003 o nel 2004 (non ricorda esattamente l'anno), ha acceso la TV e c'era la finale di Wimbledon. Quel giorno ha deciso che ci avrebbe provato col tennis. L'identità nazionale della Masarova, tuttavia, è sempre stata in bilico. Ha vissuto a Basilea fino ai 9 anni di età, poi si è spostata a Barcellona fino ai 15, salvo poi tornare in Svizzera per un altro paio d'anni. “Adesso combiniamo la permanenza in entrambi i paesi” ha detto la Masarova, numero 430 WTA e ferma dallo scorso novembre. L'anno scorso era salita al massimo in 284esima posizione. Nel 2018 si è parlato di lei per la scelta di rappresentare la Spagna. Non tutti sanno che era già stata spagnola fino al 2013, quando giocava i tornei di Tennis Europe.
DUE ANNI DI INVESTIMENTI IN FUMO
“Poi sono passata alla Svizzera, ma adesso ho cambiato di nuovo – ha raccontato la Masarova – pensavo da tempo a questo cambiamento. Il motivo è semplice: mi sento più spagnola che svizzera. In casa parliamo in spagnolo, poi ho vissuto qui dai 9 ai 15 anni di età, mi sono identificata con questo paese. Inoltre ci sono sempre venuta, almeno una volta all'anno. Se ci fosse la necessità di giocare una gara a squadre, mi sentirei più rappresentata dalla Spagna. Questo non significa che la Svizzera mi abbia trattato male, anzi. Semplicemente, mi sento più spagnola”. Argomentazioni più o meno convincenti, ma Swiss Tennis non aveva preso bene la decisione. Subito dopo il successo al Roland Garros junior, le avevano concesso una wild card per il torneo WTA di Gstaad. Lei sfruttò l'occasione, arrivando in semifinale. Più in generale, ha ricevuto tutto il sostegno possibile dalla federazione svizzera: sponsor, contributi e la possibilità di allenarsi presso il centro tecnico di Biel. Per questo, il presidente di Swiss Tennis René Stammbach ha denunciato la questione all'ITF, chiedendo almeno il risarcimento dei soldi investiti per la Masarova nel biennio 2016-2017. L'obiettivo era creare un precedente per porre fine alla pratica – scorretta, a dire il vero – di attingere dalle casse di una federazione salvo poi cambiare nazionalità alla bisogna. Negli ultimi due anni, Swiss Tennis aveva contribuito alla crescita della Masarova con investimenti a cinque zeri, senza dimenticare le wild card. Stammbach ha scelto le vie legali per stabilire un principio: se una federazione contribuisce alla crescita di un tennista, gli sforzi devono essere ripagati, anche solo tramite un'indennità. “Un tennista può fare quello che vuole, ma per certi gesti ci vorrebbero delle conseguenze”.
SVIZZERA SENZA PUROSANGUE
La notizia dell'ultim'ora è che le parti hanno trovato un accordo: a sensazione, sembra più conveniente per la Masarova. Niente più indennizzi, ma del contributo (anche economico) che la Masarova verserà a favore di un progetto di Swiss Tennis per sviluppare il gioco tra i più giovani, denominato “Kids Tenis High School”. Punizione decisamente blanda: da parte sua, la Masarova aveva riconosciuto che non c'erano state particolari pressioni da parte della federtennis spagnola, “Ma ogni volta che mi sono trovata in Spagna mi hanno messo a disposizione tutto quello di cui avevo bisogno”. Per ragioni storiche e politiche, la Svizzera ha spesso avuto tennisti che non sono purosangue. Martina Hingis è nata in Slovacchia e si è trasferita nel paese a otto anni. I genitori di Timea Bacsinszky sono di origine ungherese. La madre di Viktorija Golubic è serba, mentre il padre è croato. I genitori di Belinda Bencic arrivano dalla Slovacchia. C'è poi il caso di Stan Wawrinka: non tutti sanno che ha il passaporto tedesco, e il passato la DTB gli ha chiesto di giocare per la Germania. Nel libro “Jubilee Years” ha però rivelato di essere felice di giocare per il suo paese. Tutti sanno che Federer ha un passaporto sudafricano in virtà della nazionalità della madre. Tra i giovani c'è un pizzico di preoccupazione per Lulu Sun: padre croato, madre cinese, è nata in Nuova Zelanda. Gioca per la Svizzera, ma non possiede ancora il passaporto. E a Swiss Tennis sono preoccupati che possa nascere un altro caso Masarova…