Stavolta la notizia non è positiva, almeno per Masha. Si pensava che la sentenza del CAS di Losanna, ente supremo della giustizia sportiva, sarebbe arrivata entro il 18 luglio e quindi in tempo per un’eventuale partecipazione della russa alle Olimpiadi di Londra (anche se le sarebbe servita una riduzione di almeno il 75% della pena). In una nota proveniente da Losanna, tuttavia, si informa che entrambe le parti in causa (Sharapova e ITF) hanno accettato di rinviare a settembre la decisione sul famoso caso doping riguardante la ex numero 1. La prima conseguenza, dunque, sarà l’assenza di Maria ai Giochi di Rio. Motivo del rinvio? Entrambe le parti hanno bisogno di più tempo per preparare le proprie note, inoltre sono stati citati “conflitti di programmazione”. Ad ogni modo, la sentenza dovrebbe arrivare lunedì 19 settembre. Trovata positiva al Meldonium, Masha è stata squalificata per due anni in primo grado, ma ha immediatamente presentato ricorso al CAS.
Inizialmente, le parti avevano concordato per una procedura accelerata che avrebbe anticipato la sentenza al 18 luglio. Con questa notizia, Maria è già certa di non partecipare nemmeno allo Us Open. Le possibilità di rivederla in campo nel 2016 sono appese a un filo, tenendo conto che gli ultimi tornei WTA si giocano a fine ottobre. “Le parti hanno richiesto un tempo addizionale per completare le loro memorie e rispondere alle reciproche osservazioni – fa sapere il CAS – per questo hanno concordato di non accelerare il ricorso”. Secondo l’avvocato della Sharapova, John Haggerty, si tratta di una buona notizia. “Siamo fiduciosi su una riduzione, ma in ogni caso questi due mesi non avranno alcun impatto sulle nostre aspettative”. Significa che anche la difesa riteneva improbabile (impossibile?) una riduzione che le consentisse di giocare le Olimpiadi. In questo momento, la russa è sospesa fino al 25 gennaio 2018.