ROLAND GARROS – Il serbo supera senza problemi l’ostacolo Tsonga, battuto con facilità irrisoria. Energie preziose risparmiate in vista di Raonic. Francesi delusissimi.
Di Cosimo Mongelli – 2 giugno 2014
E' dura mettere in piedi un articolo dopo aver assistito ad incontri come quello tra Nole Djokovic e Jo Wilfried Tsonga. E' dura perché la cronaca è svuotata da tutti quei particolari, emozioni, sensazioni e colpi di scena che la colorano. E così siamo costretti ad inventarci concetti e parafrasi che vadano al di là di un'unica definizione possibile: esecuzione. 6-1 6-4 6-1 in poco meno di un'ora e mezza di gioco, minutaggio che nemmeno la WTA, un solo giocatore in campo (il serbo) e uno sparring svogliato, svuotato, scoraggiato e semi immobile dall'altra parte della rete. Eppure, fino all'altro giorno Tsonga era garrulo di gioa e freschezza. Ma in questa domenica di mezzo si è presentato sullo Chatrier in condizioni mentali e agonistiche davvero imbarazzanti. Credeteci, non c'è ingenerosità in queste parole. Contro Novak Djokovic si perde sempre o quasi, e nessuno paventava un exploit di Cassius Jo. Ma non c'è stato un solo momento in cui ha dato qualche segnale di vita. Non c'è stato un solo attimo, scambio in cui si è visto il tennis di cui il francese è capace. Una resa incondizionata che ha quasi colto di sorpresa Nole che di certo si aspettava una partita dura, magari alimentata dalla gente.
UN PUGILE SENZA “PUNCH”
Lo stesso pubblico sugli spalti, tutto dalla parte del beniamino di casa, col passare dei minuti (ne sono bastati venti a Nole per portarsi sul 5 a 0 e poco più per chiudere il primo set sul 6 a 1) si è via via ammutolito, limitandosi ad applaudire lo scandire del punteggio. Nel secondo parziale Tsonga si ricorda qualche fondamentale del suo sport e viene portato in trionfo, quasi grottesco, dopo essere arrivato per la prima volta ai vantaggi sul servizio di Nole. Ma la passeggiata di salute del serbo continua, passeggiata di salute che lo porta distrarsi e a perdere il servizio sul 5 a 2. Ma due game più tardi il cuore di Nole non riserva alcuna pietà…e “le jeux sont fait”. Il terzo set, per il francese, è solo una parentesi rossa tra le parole “devo farmi la doccia”. Djokovic nemmeno infierisce e si limita a buttare la pallina dall'altra parte. 6 a 1 e quarti di finale raggiunti per la ventesima volta consecutiva in uno Slam. Contro Milos Raonic sarà tutt'altra storia e chissà che un incontro del genere non abbia abbassato la soglia di attenzione del serbo. Non sempre le passeggiate sono così salutari.
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