Zvonareva battuta per 7-5 6-0. Come nella prima semifinale, il primo set è decisivo. Wozniacki non è numero 1 per caso…

di Andrea Nizzero – foto Getty Images

 

Per Caroline Wozniacki, questo Masters rappresentava l’occasione per fornire risposte a chi metteva in dubbio la legittimità del suo primato in classifica. Ma accanto alle opportunità, come ogni palcoscenico che si rispetti anche quello allestito a Doha presentava grandi rischi: pressione e nervosismo possono giocare brutti scherzi anche agli attori più esperti.

Ma come è ormai evidente a tutti, la bella danese si fa apprezzare per il vivo contrasto tra apparenza angelica e sostanza felina: tra rischio e opportunità, lei vede solo la seconda. E solitamente va a prendersela.

Da questa sera lo sa bene anche Vera Zvonareva, battuta per 7-5 6-0 nella seconda semifinale di questi WTA Championships.

Una partita che come quella che l’ha preceduta si decide tutta nel primo set, talmente incerto e imprevedibile che potrebbe essere definito schizofrenico. Il parziale cambia padrona per tre volte: è subito la Wozniacki a scappare, costruendo quello che sembra un solido vantaggio sulle basi di un estenuante primo turno di servizio, conquistato dopo 22 punti e 12 minuti. La Zvonareva è già scossa, e in un baleno si trova sotto 3-0.

 

Dopo aver salvato una palla dello 0 a 4 e aver evitato il 2 a 5, Vera riesce però ad entrare in partita, che cambia improvvisamente. Per quattro giochi consecutivi, la russa riesce finalmente a mettere in pratica un piano di gioco impegnativo ma brillante, spingendo distante la danese e pungendola dolorosamente con il lungolinea, di dritto e di rovescio. Sul 5-4 serve per il primo set e si porta 40-15. Caroline annulla uno dei due set point, mentre l’altro è Vera a fallirlo, mancando un diritto lungolinea tutt’altro che impossibile. Il controbreak si realizza quando la Wozniacki lascia immobile la russa con un rovescio lungolinea, splendido perché arrivato dopo una difesa strepitosa. E’ il colpo che demolisce fiducia e lucidità della Zvonareva, le due componenti fondamentali del suo piano tattico.

 

La russa non farà più un game. Mentre esce dal campo quasi disorientata, Vera si lascia alle spalle una sconfitta dolorosa, ma anche una seconda parte di stagione stellare. L’auspicio è che riesca a trovare in questi ultimi sei mesi le certezze che non ha mai avuto.

Con questa vittoria, Caroline invece non può che sentirsi ancor più a suo agio in vetta al ranking WTA. In un colpo solo, congeda un’aspirante al trono, ottiene la sua prima finale al Masters e fornisce diverse risposte a critici e dubbiosi.

Domani avremo l’atto conclusivo più prestigioso e, forse, il più interessante. Come nella finale degli US Open 2009, sarà Kim Clijsters che cercherà di negare a Caroline la prima grande affermazione in carriera. Che la belga ci riesca o no, Caro ha già superato il suo esame di maturità.

 


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