Forse esausto, soprattutto mentalmente, dopo la maxi-programmazione a cui si è sottoposto, Dominic cade al secondo turno di Wimbledon. Contro l’amico d’infanzia Jiri Vesely sparisce nei momenti importanti e si arrende in tre tie-break. Una sconfitta che dovrà servire da lezione, anche se pare che non l’abbia capita…

La semifinale al Roland Garros. La vittoria “erbivora” a Stoccarda. L’ingresso nella top ten mondiale. Erano i prodromi per quello che doveva essere un grande Wimbledon, per Dominic Thiem. Certo, poche o nessuna velleità per la vittoria finale, ma la convinzione di poter recitare un ruolo da protagonista. Di poter dimostrare che la ribalta mediatica ottenuta fino ad oggi è giusta è meritata. Nulla di tutto questo, nel triplo 7-6 che lo ha cacciato via già al secondo turno. Contro l’amico e coetaneo Jiry Vesely, numero 64 al mondo (già resosi protagonista quest’anno di una grande impresa a Montecarlo, con il nobile scalpo di Novak Djokovic), arriva una cocente sconfitta. Partita dominata dal servizio. Poche emozioni, poche occasioni da ambo le parti. Ma quelle poche sono bastate a fare la differenza. Dopo uno scambio di break a inizio partita, Thiem si ritrova a disporre, sul 5 pari, di tre palle break che possono mettere una seria ipoteca sul set, e magari sul match. Di avversari che durano la parentesi di un set per poi scomparire dal campo, se ne incontrano sempre o quasi. Ma troppa superficialità, troppa sufficienza, ed ecco sfumare le occasioni e ritrovarsi a giocare il tiebreak. Il ceco sembra non soffrire la pressione nonostante l’imbarazzante record stagionale di 4 tiebreak vinti su 18. Parte subito bene Vesely con un minibreak, recupera Dominic, ma al momento cruciale l’austriaco gioca male, malissimo. Serve sul 4 a 5 , concede il set point e poi sbaglia un dritto semplice, nel peggiore dei modi.

Nel secondo set, il leitmotiv non cambia. Vesely serve prime che è un piacere. Solo una piccola distrazione, nel secondo game, quando concede una palla break ma la annulla con un gran servizio. Non succede nulla fino al 5 pari, quando è Thiem ad offrire una palla break. Il numero 8 mondo si salva, al termine dello scambio più lungo dell’incontro. Si giunge nuovamente al tiebreak. E l’epilogo è identico al set precedente. Forse anche peggiore. Vesely è giunto al set point. Thiem ha il servizio a disposizione. Ed è il dritto, usato nuovamente in maniera impropria, a spingere il ceco avanti di due set. Thiem deve assolutamente inventarsi qualcosa, ma fallisce ancora una volta, nel primo game del terzo set. Ci si trascina, senza emozioni e senza sussulti, al terzo tie-break dell’incontro. L’esito è lo stesso, ancora più netto, a favore di Vesely. Che vince con merito e si ritrova al terzo turno. Terzo turno decisamente alla sua portata, contro Joao Sousa che ha a sua volta eliminato Dennis Novikov. “Nei momenti importanti ho giocato molto rilassato. E’ una grande vittoria per me. Siamo amici, ci siamo affrontati per la prima volta quando avevamo 9 anni” ha ricordato Vesely a fine partita. Per Thiem una sconfitta che può essere salutare. Per rimettere i piedi per terra e non dimenticarsi la polvere che ha respirato prima di issarsi nell’olimpo del tennis. E magari imparerà a non giocare tutte le sante settimane. Ma poi guardi le entry list dei tornei ATP estivi e scopri che giocherà a Kitzbuhel e Los Cabos…


Jiri Vesely (CZE) b. Dominic Thiem (AUT) 7-6 7-6 7-6