In un'interessante chiacchierata con Alley Oop, pagina “al femminile” del Sole 24 Ore, Ernesto De Filippis ha svelato l'esborso economico necessario per mettere in piedi una grande esibizione tennistica come “La Grande Sfida”, che ha appena vissuto una felice quinta edizione. McEnroe ha intascato 150.000 dollari più il jet privato, mentre gli altri… (Foto Costantini – FIT)

La vittoria di Thomas Enqvist ha chiuso la quinta edizione de “La Grande Sfida”, il format inventato nel 2011 da Ernesto De Filippis, titolare di MCA Events. Ma l'organizzazione di un evento del genere non si limita a quello che si vede in TV, o magari dagli spalti: ci sono tanti aspetti, ben più complessi, anche (e soprattutto) sul piano economico. Alcune cifre decisamente interessanti sono uscite nel weekend, quando Tiziana Pikler ha realizzato una breve e interessante intervista con lo stesso De Filippis, pubblicata su Alley Oop, un nuovo progetto editoriale (ma ormai già florida realtà) del Sole 24 Ore: si tratta di una pagina tutta al femminile, realizzata e pensata per le donne. E la Grande Sfida, si sa, è partita con il top del tennis femminile. Le ragioni di questa scelta le ha spiegate direttamente De Filippis in questo articolo, che vi proponiamo integralmente.
 



Il 19 e 20 novembre, al Palaflorio di Bari, va in scena la quinta edizione de La Grande Sfida, l’appuntamento dell’ATP Champions Tour 2016 che vede protagonisti quattro leggende del tennis maschile: John McEnroe, Henry Leconte, Thomas Muster e Thomas Enqvist che, all’ultimo momento, è stato chiamato a sostituire l’infortunato Guy Forget. Forse non tutti si ricordano però che le esibizioni de La Grande Sfida, nate dall’intuizione di Ernesto De Filippis, patron della MCA Events, sono iniziate con delle sfide tutte al femminile.

“In effetti, le prime due edizioni si sono svolte a Milano, al Forum di Assago, un impianto da 12.000 posti e abbiamo registrato il tutto esaurito. Non è facile con eventi che, purtroppo, non sono tornei”, spiega De Filippis. “Nella prima edizione abbiamo messo in campo la sfida Italia-Stati Uniti: Flavia Pennetta e Francesca Schiavone da una parte, le sorelle Williams dall’altra. Nella seconda edizione abbiamo avuto le più belle, Maria Sharapova e Ana Ivanovic, con le più brave, Roberta Vinci e Sara Errani”.

Perché ha deciso di iniziare questa avventura con le donne?
“A Milano il grande tennis mancava da tempo e il pubblico del capoluogo lombardo è molto esigente, servono i n. 1. In campo maschile, gli ingaggi per l’Europa sono davvero improponibili: per le esibizioni superano il milione di dollari per coinvolgere campioni del calibro di Novak Djokovic e Rafael Nadal”.

Coinvolgendo invece le donne, di quanto scendono i cachet?
“Di circa l’80%. Le sorelle Williams, per esempio, le abbiamo avute a Milano per 150mila dollari ciascuna, mentre Maria Sharapova ha avuto un ingaggio da 300mila dollari”.

E le tenniste italiane?
“Con loro non ho mai avuto problemi di trattative. Le azzurre quando si esibiscono in Italia lo fanno per passione e non per un discorso economico. Tutte loro hanno preso un rimborso spese che varia dai 25 ai 30mila euro”.

Per fare un confronto. Quanto sono costati, invece, i campioni del Champions Tour che si esibiranno a Bari?
“John McEnroe, ancora oggi, ha un ingaggio di 150mila dollari a cui bisogna aggiungere un jet privato da Londra che ci costa 20mila dollari. Per gli altri tre 35mila dollari e due biglietti aerei di prima categoria ciascuno. Per tutti, ovviamente, hospitality e trasportation in loco, anche per gli accompagnatori”.