US OPEN – Per la prima volta nel 2015, l’azzurro raggiunge il terzo turno in un torneo del Grande Slam. Cuevas gli dà una mano commettendo una valanga errori, ma il suo match è più che positivo. Un buon segnale in vista del quarto duello stagionale con ‘Rafa’.Per uno come Fabio Fognini, raggiungere il terzo turno in un torneo del Grande Slam dovrebbe essere sempre l’obiettivo minimo. Invece, nel 2015 non ce l’aveva mai fatta, ma si è salvato in extremis allo Us Open. Dopo un’intera stagione senza vincere alcun match sul cemento, il ligure ha infilato una doppietta nell’appuntamento più importante, bissando il suo miglior risultato in carriera sui campi di Flushing Meadows. È vero che non ha affrontato due fenomeni, ma dando uno sguardo al tabellone si scopre che avrebbe pure potuto trovare di meglio, quindi qualche merito gli va riconosciuto. Dopo la vittoria in quattro set contro Steve Johnson, il numero due d’Italia ha avuto vita facile contro l’uruguaiano Pablo Cuevas, numero 40 ATP, superato con un convincente 6-3 6-4 6-4. Oltre alla coppia Perlas-Tosello e a Salvador Navarro (coach di Flavia Pennetta), sugli spalti del Campo 5 c’era uno spettatore caldissimo, probabilmente uno dei tanti italiani residenti a New York, che l’ha incitato per gran parte del match e gli ha gridato un po’ di tutto. La frase più bella, captata attraverso la diretta televisiva, è stata “dai che andiamo in finale con Djokovic”. Il tabellone non lo renderà possibile, visto che i due si troverebbero nei quarti, ma già raggiungerlo sarebbe un risultato strepitoso. Conviene andarci coi piedi di piombo, ma l’esaltazione del tifoso (per quanto parecchio esagerata) ha delle radici nella prova del ligure, che ha gestito il match da giocatore di categoria superiore. Va detto che il sudamericano gli ha dato una mano: messo alle corde dal pressing di Fabio non ha avuto tempo per organizzare il suo gioco, non dando mai l’impressione di potergli creare particolari problemi. Si è innervosito e ha commesso tantissimi errori nel palleggio (40 i gratuiti in tre set), autentica croce per chi fa della solidità una delle sue armi. Tuttavia, Fabio è stato bravo a non concedere appigli. Sarebbero bastati un paio di errori nei momenti sbagliati per mettere tutto in gioco, invece quelli pesanti il ligure li ha concentrati in due game: il primo e l’ultimo.
DA CHICCO A CARLO, ASPETTANDO ‘RAFA’
In mezzo ha comandato il match con un atteggiamento sempre aggressivo e positivo. Tante volte nel corso dell’anno è parso di vederlo un po’ scarico, mentre il Fognini di New York sembra decisamente più pimpante. Sia in campo, dove quando arriva su ogni palla è uno spettacolo da vedere, sia dal punto di vista mentale. Si è incitato più volte, a suon di un curioso “Forza Carlo”. Il motivo l’ha svelato Vincenzo Martucci sulle pagine della Gazzetta dello Sport: si tratta di una sorta di alter-ego inventato insieme all’amico Simone Bolelli. “Mi chiamo Carlito Perez di Pordenone Terme”, ha scherzato Fabio. Una ragazzata, ma che è sintomo di serenità, proprio come il colpo di pistola simbolico sparato verso il suo team dopo il match-point vincente. E se come “Chicco” ha vinto uno Slam in doppio, chissà che come “Carlo” non possa tornare il Fognini in grado di giocarsela veramente coi primissimi. Quello che tutta Italia desidera, ma ha visto per troppo poco. Ce n’è stato qualche lampo anche contro Cuevas, al comando delle operazioni solo fino al 3-1 del primo set. Poi è stato dominio Fognini, che si è preso il primo set con cinque giochi di fila e ha risolto gli altri due con un break per set. “Non sbaglio più” ha sentenziato alla fine del primo, e anche se in realtà a fine match sono stati di più gli errori dei gratuiti, può essere soddisfatto del suo match, chiuso da un ultimo game alla Fognini. Con tre errori di fila ha offerto a Cuevas tre palle del 5-5 che avrebbero potuto rimettere il set in equilibrio, ma si è presentato a prendersi il punto a rete in tutte le occasioni, mostrando coraggio e sicurezza. Gli serviranno al terzo round, quando salvo un improbabile capitombolo del maiorchino contro Diego Schwartzman, si troverà di fronte Rafael Nadal per la quarta volta nel 2015. Ha vinto le prime due e perso la terza, con tanto di accesa discussione durante un cambio di campo, e sogna già una nuova impresa, in un palcoscenico ancor più prestigioso. Averlo già battuto due volte non basta per vincere di nuovo, ma regala comunque delle certezze. E contro uno come Nadal ce ne vogliono parecchie, specialmente in uno Slam.
US OPEN UOMINI – Secondo turno
Fabio Fognini (ITA) b. Pablo Cuevas (URU) 6-3 6-4 6-4
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