In un mondo ideale, certe avventure non dovrebbero mai finire. Più che una partnership, il rapporto tecnico tra Carla Suarez Navarro e il suo tecnico Xavier Budo è stato un viaggio umano che ha portato una timida ragazza delle Canarie a un posto tra le top-10 WTA. Carla era giovanissima quando ha lasciato la sua isola per cercare fortuna a Barcellona. Si è trovata in un'accademia dove non conosceva nessuno, ma il coach catalano ha subito intuito le sue potenzialità e ne ha coccolato tecnica e fisico. Ma neanche il tennis è un mondo ideale: dopo 10 anni di lavoro quotidiano, tuttavia, l'avventura è terminata. Quest'anno Carla (29 anni il prossimo 3 settembre) non sta giocando così bene, ed è scesa al numero 31 WTA. Ha vinto 20 partite su 36, cogliendo come migliori risultati le semifinali a Monterrey e Bucarest, nonché gli ottavi al Roland Garros. Un po' deludenti, soprattutto se relazionati alla qualità del suo braccio e al momento del tennis femminile che, oggi, lascia spazio a outsider e vincitrici a sorpresa. Insoddisfatta degli ultimi risultati, la Suarez Navarro ha comunicato la separazione con un messaggio su Facebook.
NESSUN CAMBIO RADICALE
“Posso soltanto spendere parole di ringraziamento per Xavi per il suo impegno, le conoscenze che mi ha trasmesso e per quanto mi abbia fatto crescere, come persona e come tennista. Mi sono trasferita a Barcellona per provare a diventare una professionista e insieme siamo arrivati tra le top-10 per due anni, con una miglior classifica al numero 6, oltre a conquistare titoli importanti come Doha o grandi finali come Roma e Miami. Non dimenticherò mai quello che ha fatto per me. Da parte mia, continuerò a lavorare e allenarmi duramente per crescere come sportiva”. Per adesso, la separazione sarà “morbida”, nel senso che la Suarez continuerà ad allenarsi nella stessa accademia, la Pro-Ab di Barcellona, e la gestione tecnica – almeno per quello che resta del 2017 – passerà a tempo pieno a Marc Casabò, già da tempo assistant coach della canaria. La vicenda della Suarez Navarro ricorda un po' quella di Sara Errani: grandi risultati con lo storico coach, poi però il rapporto di esaurisce quando ci si rende conto che il picco, probabilmente, è già stato raggiunto. I tornei americani e lo Us Open (dove Carla vanta uno splendido quarto di finale nel 2013) daranno le prime risposte sulle possibili ambizioni immediate della spagnola. Nel frattempo, con la credibilità costruita in questi anni, Budo non dovrebbe avere problemi nel trovare un nuovo impiego.