Il mancato rinnovo dell’accordo con la WTA non cambierà le carte in tavola: la Fed Cup resta uguale, così come l’obbligo di giocare tre partite per poter andare le Olimpiadi. E intanto i biglietti per la finale sono spariti in 6 ore…
Il team serbo di Fed Cup festeggia la finale appena conquistata
Di Riccardo Bisti – 2 ottobre 2012
Le parole di Stacey Allaster, grande capo della WTA, non hanno sortito l’effetto sperato. La Federazione Internazionale non cambierà nulla, organizzando la Fed Cup anche se dovessero piazzare tornei WTA in contemporanea. E continuerà ad esserci l'obbligo di un numero minimo di presenze per poter partecipare ai Giochi Olimpici. La Allaster aveva informato del mancato rinnovo dell’accordo WTA-ITF per lasciare tre settimane del calendario alla Coppa. L’ITF ne prende atto ma va avanti per la sua strada. “Credo che non cambierà nulla – ha detto Kris Dent, portavoce ITF – per anni non abbiamo avuto alcun accordo contrattuale con l’ATP in merito alla Coppa Davis. Il nostro obiettivo è rendere la Fed Cup sempre più forte, e ci stiamo riuscendo. Le migliori giocatrici vi prendono parte, il pubblico cresce e gli ascolti in TV sono in crescita”. Alla WTA (e quindi alle giocatrici) non va giù l’obbligo di dover giocare in Fed Cup per poter partecipare ai Giochi di Rio De Janeiro. Da qui al 2016, le giocatrici dovranno garantire almeno tre presenze. Per Londra 2012 ne bastavano due, a patto che almeno una fosse nel 2011 o nel 2012. Sono regole aggirabili: Serena Williams ha giocato due partite nel 2012 e le hanno dato una deroga per giocare (e vincere) a Londra.
Secondo la Allaster, le giocatrici giocano ogni giorno per il loro paese. “Le tenniste hanno diversi requisiti di eleggibilità tra le loro federazioni, i comitati olimpici e la stessa federazione internazionale. Pensiamo che non sia giusto”. La protesta è giunta con le parole di Maria Sharapova più Serena Williams e Bethanie Mattek-Sands (le ultime due sono membri del Consiglio WTA). La Sharapova era delusa dal fatto che l’opinione delle giocatrici non fosse stata presa in considerazione. Ancora più arrabbiata la Mattek Sands: “La decisione è stata resa pubblica ancora prima di aver parlato con noi. E’ stato sconvolgente perché, ancora una volta, non hanno ascoltato la voce delle giocatrici”. Barbara Travers è la responsabile ITF dei rapporti con i media. “Non sono sicura che le giocatrici soddisferanno i requisiti richiesti per le Olimpiadi, ma noi speriamo di si. Non è possibile prevedere cosa succederà nei prossimi quattro anni. Il dialogo con la WTA è iniziato due anni fa. Il presidente Francesco Ricci Bitti e il suo vice Juan Margets sono andati a Miami durante il torneo e hanno parlato con le tenniste. Con la Sharapova hanno avuto addirittura un colloquio privato. La differenza è semantica: loro non erano d’accordo con noi, allora dicono di non essere state consultate. Non è vero che non c’è stato un dialogo: semplicemente non si è raggiunto un accordo su quelle che sono le nostre priorità”.
Sembra che nel 2013 le giocatrici saranno autorizzate a giocare esibizioni durante le settimane di Fed Cup (oggi è vietato), mentre la WTA sta pensando di inserire alcuni tornei del calendario. Non c’è dubbio che l’ITF abbia il coltello dalla parte del manico, perché negli ultimi anni le Olimpiadi sono diventate un appuntamento-chiave per le giocatrici. Tutte vogliono esserci, tutte vogliono conquistare una medaglia. Le meno arrabbiate sono le giocatrici ceche e serbe, che i prossimi 3-4 novembre giocheranno la finale di Fed Cup, già valida come match di qualificazione. Kvitova, Safarova, Jankovic e Ivanovic avranno dunque l’obbligo di giocare due sole partite nel prossimo quadriennio. “Ci rendiamo conto che il sistema non è perfetto, ma nello sport non esiste un modello perfetto. Ogni cosa ha i suoi pregi e i suoi difetti” ha concluso la Travers. L’impressione è che non cambierà nulla e – sia pure sbuffando – le top players soddisferanno i requisiti richiesti. Probabilmente non è giusto, ma allo stesso tempo è legittimo che l’ITF provi a difendere uno dei suoi prodotti più importanti. In effetti la crescita c’è: i biglietti per la finale tra Repubblica Ceca e Serbia sono spariti, polverizzati in sei ore. La federtennis ceca li aveva messi in vendita lunedì scorso alle 10 del mattino. Alle 16 non c’era più traccia dei 13.000 tagliandi. “Speravo di poter giocare in un palazzo pieno – ha detto la Kvitova – ma non mi aspettavo che vendessero tutto in un giorno. E’ come quando la stella NHL Jaromir Jagr è venuto a giocare a Praga. Non vedo l’ora di giocare davanti ai nostri fans. Mio padre ha ordinato 100 biglietti!”. Anche per questo, la Fed Cup non corre rischi. Almeno per ora.
Post correlati
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...