Pur senza un contratto, Roger Federer continua a giocare il torneo di casa. Il legame con la sua città è più forte dei contrasti tra il torneo e il suo staff. “Anche se ho pensato di giocare soltanto il doppio”.
Di Riccardo Bisti – 23 ottobre 2014
A Roger Federer sono bastati 47 minuti per passare il primo turno a Basilea. Mostrando un ottimo stato di forma, lo stesso che due settimane fa gli ha regalato il successo a Shanghai, ha massacrato il povero Gilles Muller col punteggio di 6-2 6-1. Nel secondo set, il lussemburghese non ha raccolto neanche un punto in risposta. Al secondo turno troverà l’uzbeko Denis Istomin. “Avversario pericoloso. Impone il suo gioco con servizio, dritto e rovescio. Può essere pericoloso in risposta. Dovrò essere bravo nei turni di servizio, che lo scorso anno furono un problema proprio contro di lui”. La vicenda agonistica è interessante, anche perchè Basilea potrebbe dargli punti preziosi per una clamorosa rincorsa al numero 1 ATP (mentre Novak Djokovic è ai box a festeggiare la nascita del primogenito Stefan), ma in questi giorni tiene banco il particolare rapporto con il torneo diretto da Roger Brennwald. Basilea, è opportuno ricordarlo, è la città natale di Federer. E il torneo ATP ha un significato che va ben oltre i punti e i dollari in palio. Federer è cresciuto con questo torneo, ci ha fatto da raccattapalle (Youtube, famelico, lo ha ripescato da ragazzino durante una premiazione), lo ha giocato da junior, ha sfidato Agassi quando era ancora un teenager, e ci ha infilato uno dei punti più belli della sua carriera: il controsmash sparato sul muso di Andy Roddick nel 2002. Lo ha giocato 15 volte, raggiungendo 10 finali. Ne ha vinte cinque ma non trionfa dal 2011, perchè negli ultimi due anni è stato bloccato d Juan Martin Del Potro. Quest’anno l’argentino non c'è, ma Rafa Nadal fa paura. Fa sempre paura, appendicite o no.
RICHIESTE TROPPO ALTE
Ovviamente, anche lui è molto importante per il torneo. La St. Jakobs Halle fa registrare il tutto esaurito per ogni sua partita, e tanti sponsor sono approdati a Basilea proprio in nome di Federer. Facile immaginare che il torneo abbia con lui un accordo, un contratto che ne imponga la presenza. Niente di tutto questo. Mentre Rafael Nadal prende un sostanzioso ingaggio (ha firmato un triennale, lo scorso anno ha dato forfait, quest’anno ha rispettato gli accordi), Roger è rimasto senza contratto. E l’argomento, inevitabilmente, è stato ripreso alla vigilia del torneo. “Non sono stato invitato dagli organizzatori, ma mi sono iscritto regolarmente come fanno tutti i giocatori” ha detto Federer, che non ha alzato i toni ma si è lasciato sfuggire una frecciata: “Ho anche pensato di non giocare il singolare, ma soltanto il doppio con Wawrinka”. Alla fine ha prevalso il rispetto e l’affetto per la sua gente. Ma com’è possibile che Nadal abbia un contratto per giocare a Basilea e Federer no? Detto che gli ingaggi sono leciti nei tornei ATP (mentre, ad esempio, sono vietati nei challenger), la polemica risale a un paio d’anni fa. Dopo il torneo del 2012, Roger Brennwald ha denunciato le richieste del manager di Federer, Tony Godsick. Dal 2009 al 2012, il torneo ha sborsato 500.000 euro all'anno per avere Federer. Ma pare che Godsick (che ha preso in mano il management di Federer dopo la separazione con IMG) avesse chiesto una cifra tra il milione e mezzo e i due milioni di dollari. Brennwald mostrò un certo risentimento, affermando che Federer è molto difficile da ‘agganciare’. “Con gli altri top-player ho un contatto diretto, ho parlato personalmente con Nadal, mentre Roger sembra irraggiungibile”. La grande storia d’amore con questo torneo, sublimata dalla tradizionale pizzata con i raccattapalle dopo ogni titolo, sembrava terminata.
SENTIMENTI SINCERI
Ma Federer, evidentemente, ci tiene davvero. Lo scorso anno è intervenuto specificando che avrebbe giocato Basilea anche senza alcun accordo.”Tutti sanno quanto significhi per me questo torneo. Sono stato raccattapalle, ho giocato le qualificazioni, ho vissuto momenti memorabili. E vorrei chiarire una cosa: non ho mai detto che non voglio giocare Basilea, anzi. Sto solo cercando di semplificare una situazione che si è fatta complicata”. I fatti parlano per lui: pur di esserci, ha spesso saltato la trasferta asiatica o Parigi Bercy. “E’ necessario stabilire delle priorità, e Basilea è sempre stata tra queste”. Lo scorso anno, gli Swiss Indoors (rimasti senza title-sponsor dopo l’uscita di scena di Davidoff) erano cruciali per il suo calendario, perchè era a rischio la partecipazione alle ATP World Tour Finals. Quest’anno era diverso: dopo una buonissima stagione, il suo calendario è fitto. Mancano ancora Bercy, il Masters e la finale di Davis. Al netto dei sentimenti, Basilea è il torneo meno importante. E nei giorni scorsi, dopo la vittoria a Shanghai, Severin Luthi aveva detto al Berner Zeitung che Roger, senza contratto, avrebbe potuto tranquillamente saltarlo. "Non ha alcun debito visto quello che ha fatto per la Svizzera, in particolare nel 2014". Nei giorni scorsi, Federer si è allenato un paio di giorni sulla terra rossa in vista della finale di Davis (che si giocherà tra un mese): alcuni hanno pensato che fosse uno scherzo, altri che fosse un indizio del forfait a Basilea. Niente di tutto questo: ha solo ripreso confidenza col rosso e si è regolarmente presentato a Basilea, in barba ai contratti e ai soldi di cui non ha certo bisogno. Una scelta meritevole, di cui gli va dato atto. A inizio 2014 disse che gli sarebbe piaciuto vincere cinque tornei. Ne ha infilati quattro: centrare l’obiettivo a Basilea sarebbe ancora più bello. Nadal permettendo…
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