AUSTRALIAN OPEN – La cinese cancella in poco più di un’ora una Pennetta spenta e agitata. Dopo il match, fa ridere il pubblico: “Non lancio mai le racchette perchè sono mie amiche”. 
Il cordiale abbraccio tra Flavia Pennetta e Na Li

Di Riccardo Bisti – 21 gennaio 2014

 
Anni fa, Jimmy Connors pronunciò una frase passata alla storia. “E’ bello avere l’esperienza, però quando la raggiungi sei troppo vecchio per poterla sfruttare”. Non è il caso di Na Li, che a quasi 32 anni gioca come non mai. E l’abitudine a giocare un certo tipo di partite ha fatto la tutta la differenza del mondo contro la coetanea Flavia Pennetta, meno abituata di lei. In 10 presenze a Melbourne, Flavia non aveva mai conquistato la seconda settimana (almeno in singolare), mentre per la cinese sarà la quarta semifinale nelle ultime cinque edizioni. Na Li resterà alla storia per il successo al Roland Garros 2011, prima cinese a vincere uno Slam, eppure il suo torneo preferito è l’Australian Open. E’ il più vicino a casa (relativamente…), il pubblico apprezza il suo spirito e il plexicushion sembra cucito addosso al suo tennis geometrico, perfetto sul piano tecnico. Anni fa, si prese un break dalla carriera di tennista per provare a fare la giornalista, ma avrebbe tranquillamente potuto fare la maestra. Il bello della Li è che il suo tennis così non mette in palla le avversarie, come ogni tanto succedeva a Silvia Farina, altra “maestrina” dal tennis pulito e lineare. Lo ha dimostrato nel doppio 6-2 con cui ha impedito alla Pennetta anche soltanto di sperare in un piazzamento in semifinale. Forse è meglio così, perdere nettamente e senza grossi rimpianti, piuttosto che recriminare per una vita. Se fate un giro all’Harbour Club di Milano, c’è ancora qualcuno che ricorda a Laura Golarsa quelle sette volte in cui si è trovata a due punti dal match contro Chris Evert nei quarti di Wimbledon 1989. Tra qualche anno, quando Flavia avrà messo su famiglia, sarà ben contenta di poter parlare d’altro.
 
La partita non ha detto granchè. La Li ha preso il largo già nel primo game e non si è più fatta riacchiappare. Una differenza abissale, acuita dal cattivo stato mentale di Flavia. Appena ha visto che le cose erano difficili, molto difficili, si è fatta prendere dalla fretta e ha giocato piuttosto male. Il servizio non ha funzionato. Un buon rendimento sarebbe stato fondamentale, invece ha messo in campo appena il 39% di prime palle, percentuale nettamente inferiore a quella dei giorni scorsi. Non è riuscita a scrollarsi di dosso la pressione che le metteva la Li. Sapendo di affrontare un’ottima ribattitrice, ha fatto le cose in fretta, perdendo il ritmo e colpendo spesso la palla fuori tempo. In un amen, si è trovata sotto 0-5. A quel punto, senza più nulla da perdere, ha giocato il suo miglior tennis per un paio di game, strappando qualche applauso al suo clan (dove c’erano anche Fabio Fognini e Giorgio Di Palermo). Tuttavia, anche in quel frangente, giocava i punti a viso aperto, con nervosismo e a un ritmo troppo alto. Un ritmo che non si addice a chi si trova in svantaggio. Tuttavia, si sperava che nel secondo set le cose sarebbero cambiate. Invece Flavia non ha messo ordine nella sua testa, scaraventando via una pallina dopo aver subito l’ennesimo break nel primo game. La Li è volata sul 4-0 e ha chiuso in 67 minuti. Non è semplice capire dove finiscano i meriti della cinese e partano i demeriti dell’azzurra. L’impressione è che Flavia abbia patito più la presenza che l’effettiva incisività della Li. Se diamo un’occhiata ai numeri, il divario nel bilancio vincenti-errori è netto ma non così drammatico: 23-17 per la Li, 14-27 per la Pennetta. Il fatto è che non c’è mai stata tensione agonistica, e molti dei punti della Pennetta sono arrivati a punteggio ormai compromesso. Quando perse lo storico quarto dello Us Open contro Angelique Kerber, manifestammo più di una perplessità sul futuro di Flavia a certi livelli. Lei, invece, era convinta di poter fare ancora qualcosa di importante. Ha avuto ragione. Per questo, ci guardiamo bene dall’intonare un qualsiasi de profundis. In fondo, Flavia ha la fortuna di poter abbinare l’esperienza a una condizione fisica più che buona. Peccato che Na Li sia un pelo più brava di lei.
 
Intervistata da Rennae Stubbs, la cinese ha trovato il modo per far ridere di nuovo. Per l’ennesima volta, se l’è presa con il marito. “Ieri, durante l’allenamento, mi ha fatto arrabbiare. Gli chiedevo di tirarmi un pallonetto ad altezza normale. Erano troppo alti o troppo bassi. Gli ho domandato se potesse tirare un colpo normale e lui ha risposto: ‘Io non sono una persona normale, quindi non puoi aspettarti niente di tutto questo!’”. E giù risate. All’intervistatrice non è sfuggito l’atteggiamento della Li, molto rispettosa verso le sue racchette. Molte tenniste se la prendono con l’attrezzo, mentre la sua Babolat Pure Drive è priva di tagli e scheggiature. “Non la tiro perchè la racchetta è mia amica. E’ sempre con me sul campo, e se la tratto bene so che lei farà altrettanto con me”. A modo suo, è una risposta da filosofia zen, eppure Na riesce a far ridere anche in questi frangenti. Quando le ha chiesto se ha dato un nome alle sue ‘amiche’ racchette, ha improvvisato. “Na Li 1, Na Li 2…e così via, fino all’ottava”. Il tennis espresso nelle ultime due partite la colloca tra le favorite per il titolo, forse la prima favorita al pari di Victoria Azarenka. E pensare che al terzo turno è stata salvata da un rovescio fuori di un soffio nel matchpoint per Lucie Safarova. Dovesse vincere, sarebbe l’ottava volta, nel 21esimo secolo, che una giocatrice vince uno Slam dopo aver annullato almeno un matchpoint durante il percorso. L’ultimo episodio è la tremebonda volèe di Serena Williams nella semifinale di Wimbledon 2009 contro Elena Dementieva, mentre il più famoso sono i quattro matchpoint cancellati da Jennifer Capriati a Martina Hingis nella finale australiana del 2002. Curiosamente, tutti i matchpoint salvati sono arrivati dal quarto turno in poi. Con il grande spavento corso al terzo turno, la Li si aggiudicherebbe un piccolo record. Lo merita: sarebbe il giusto indennizzo dopo la doppia distorsione alla caviglia nella finale dell’anno scorso. Che la sorte abbia cambiato direzione?
 
AUSTRALIAN OPEN 2014
Singolare femminile – QUARTI DI FINALE

Ana Ivanovic (SRB) vs. Eugenie Bouchard (CAN)
Na Li (CHN) b. Flavia Pennetta (ITA) 6-2 6-2
Simona Halep (ROM) vs. Dominika Cibulkova (SVK)
Victoria Azarenka (BLR) vs. Agnieszka Radwanska (POL)