Neanche il tempo di gioire, ed ecco una decisione dolorosa. Pochi giorni fa, l'ITF aveva dato il via libera al Pakistan per ospitare un match di Coppa Davis…ma adesso arriva un altro divieto. A farne le spese è il Venezuela, peraltro per la seconda volta consecutiva. Lo scorso settembre, i venezuelani avrebbero dovuto giocare in casa lo spareggio contro il Perù per salire nel Gruppo I della Zona Americana, ma ci fu un'inversione di sede per ragioni simili a quelle del Pakistan: non c'erano le condizioni minime di sicurezza. Ovviamente la federtennis venezuelana non l'ha presa bene. “Non neghiamo che il Venezuela stia vivendo il peggior momento della sua storia – aveva detto il presidente federale Luis Contreras – ma è qualcosa che colpisce solo una parte della popolazione. Non c'è giustificazione per quello che hanno fatto”. Il Venezuela rinunciò a individuare una sede neutrale per il match inizialmente collocato a Puerto La Cruz, così si è giocato in Perù. Tra l'altro, i venezuelani hanno perso all'ultimo singolare dopo aver recuperato da 0-2 a 2-2. Nel 2017 dovrebbero ospitare le Bahamas, ma anche stavolta è scattato il diniego. “Con tristezza, annunciamo la sospensione del nostro paese come sede della prossima sfida di Coppa Davis contro Bahamas – hanno scritto su Twitter – possiamo dire che la FVT appellerà questa decisione, oltre a quella di sospendere l'ITF Grade 1 di Caracas. Inoltre invitiamo tutta la comunità tennistica a protestare contro la scelta dell'ITF in tutti i campi del paese”.
TENSIONI INTERNEPer adesso non ci sono reazioni da parte dell'ITF, se non il freddo comunicato con cui hanno informato della decisione. “A causa di un probabile deterioramento delle condizioni di sicurezza e del malessere sociale fino alla fine del 2016, così come nel gennaio e febbraio 2017, il Comitato di Coppa Davis ha deciso che il rischio di giocare in qualsiasi città del Venezuela è troppo alto”. La federtennis locale è arrabbiata per le modalità con cui è arrivato il diniego: pare che l'ITF abbia ascoltato la relazione di una società privata, contattata dalla stessa Federazione Internazionale per verificare il grado di rischio in un paese con enormi problemi: entrato in una grave crisi economica a causa del crollo del prezzo del petrolio, il Venezuela è oggetto di sommosse popolari che mirano a destituire il presidente Nicolas Maduro. Le opposizioni vorrebbero un referendum per farlo saltare e indire nuove elezioni. Da parte sua, Maduro ha ordinato la destituzione dei dirigenti della pubblica amministrazione favorevoli al referendum. Secondo i piani iniziali, il match dovrebbe giocarsi nell'Isola Margarita, la più grande delle Isole di Nueva Esparta, unico stato insulare del paese. A differenza di settembre, stavolta il Venezuela proporrà un eventuale campo neutro se il ricorso non dovesse essere accolto.