Il presidente dell’Associazione Tennis Ticino sottolinea l’importanza di un ritorno alla normalità per il tennis già dal 13 maggio, pur con tutte le precauzioni del caso

Il tennis è pronto a ripartire anche in Svizzera e vuole accelerare i tempi per farlo prima della data fissata dell’8 giugno fissata dal governo federale. Sono frequenti i contatti tra Swiss Olympic e le varie federazioni nazionali per presentare un piano di allentamento delle misure già dal 13 maggio per gli sport che non prevedono il contatto. La disciplina tennis è ‘governata’ a livello cantonale da Tennis Ticino con a capo Giuseppe Canova che ribadisce la propria volontà nel rimettersi in moto con tutte le precauzioni necessarie. “Come Associazione – sottolinea il numero 1 dell’ArTT – esercitiamo una sorta di autorità. Siamo ligi e ci atterremo a tutte le disposizioni in maniera rigorosa, noi come gli oltre quaranta club e centri sportivi affiliati. Chiedo che ci sia concesso di cominciare ad aprirci, così anche da infondere un po’ di speranza, in vista di un’ulteriore schiarita all’orizzonte. Ragionando sull’eventuale riapertura delle attività, trovo opportuno evidenziare la distinzione tra gli sport individuali e senza contatto e quelli di squadra, che nel contatto hanno invece una loro peculiarità. Noi siamo pronti. Certo, siamo ancora in piena crisi. Forse, chissà, abbiamo scollinato e superato il picco, ma è questione di un attimo tornare nel pieno dell’emergenza, se ripartiamo male, senza la dovuta accortezza. Tuttavia, dobbiamo fare nostra la consapevolezza che dobbiamo ricominciare a vivere, pur con la massima attenzione. Così, forse, andremo verso la decrescita dei contagi. Rimanendo chiusi in casa il peggio passerà, d’accordo, ma così facendo non andiamo da nessuna parte. Dobbiamo pur ricominciare a vivere, e lo dobbiamo fare in modo molto ma molto attento. Prima lo facciamo, prima impariamo a farlo nel modo giusto“.

“Il tennis è un buon mezzo, per iniziare a farlo – rimarca Canova – perché permette un rientro graduale, ed educa anche al comportamento da tenere, nel pieno rispetto delle distanze sociali. La pratica del tennis permette di andare incontro anche a persone particolarmente a rischio, come gli over 65 e chi soffre di determinate patologie. Persone che oggi sono considerate soggetti a rischio che devono sottostare a misure particolarmente restrittive, alle quali viene detto che devono restare chiuse in casa chissà fino a quando. È una questione destabilizzante, per un essere umano. Poter offrire uno spiraglio come la pratica di uno sport senza contatto in una fascia oraria privilegiata, in condizioni di massima sicurezza, potrebbe rivelarsi di grande aiuto. Ritengo che sia un valore sociale da sfruttare. Nel pieno rispetto, lo ribadisco, delle norme sanitarie e di igiene vigenti, alle quali il tennis non faticherebbe ad attenersi”.