Termina nei quarti l’avventura di Maria Elena Camerin al torneo WTA di Katowice. Avanti 5-1 nel primo set, si fa rimontare dalla giovane Annika Beck (che ora troverà la Vinci). La veneta avrà altre chance come questa? 
Roberta Vinci ha lasciato un game a Karolina Plyskova

Di Riccardo Bisti – 12 aprile 2013

 
Chissà se Maria Elena Camerin avrà un’altra occasione. Il torneo di Katowice le aveva spalancato porte ormai chiuse da molti anni. La veneta è uscita dalle top 100 tre anni fa, e difficilmente potrà rientrarci. Il tennis è cambiato e lei non sembra avere le qualità per avvicinarsi alla 41esima posizione conquistata nel magico 2006. Gli highlights della sua carriera sembrano ben definiti, ma la Polonia le aveva dato una chance. Si è presentata a Katowice da umile iscritta alle qualificazioni e poi ha centrato i quarti nel main draw, come non le accadeva dal settembre 2010 (Guangzhou). Peraltro aveva battuto una buona giocatrice come Klara Zakopalova. E allora il match contro Annika Beck assumeva un importanza fondamentale, non tanto per i punti e i dollari in palio (comunque importanti), quanto per poter dire “Ci sono anch’io, sono ancora competitiva”. Negli ultimi anni non si è parlato granchè di lei. Solo a fine anno, grazie alla Serie A1 del TC Prato, conquista un po’ di visibilità. Ma nel circuito oscilla intorno alla 150esima posizione, e l’età (ha compiuto 31 anni lo scorso 21 marzo) non gioca a suo favore. Tutti questi fattori, uniti alla diretta TV su Eurosport, devono averla agitata nello scontro generazionale contro la graziosa tedesca, classe 1994 e un bel futuro davanti a sé. La Beck ha vinto l’ultima edizione del Roland Garros Junior e, poche settimane dopo, si è qualificata per Wimbledon (ma quello dei grandi). Non ha un tennis indimenticabile, ma un’atteggiamento estremamente maturo. Non potrebbe essere altrimenti per una ragazza che ha deciso di non mollare gli studi e provarci con l’università pur continuando con il tennis. In semifinale, contro Roberta Vinci, ci andrà lei dopo il 7-6 6-0 rifilato alla Camerin.
 
Diventerà forte, ma se ha vinto questa partita è soprattutto grazie ai timori di Maria Elena. Scesa in campo bella convinta, quasi aggressiva, la Camerin è volata sul 5-1 nel primo set, peraltro dopo aver vinto qualche game ai vantaggi. Ma lì è emersa la forza mentale della Beck, che ha praticamente smesso di sbagliare. E Maria Elena ha iniziato ad avere paura, ad agitarsi. Le sono passati mille pensieri per la testa, tanto da farle sbagliare più di un lancio di palla. E’ stata inesorabilmente risucchiata, incassando un parziale di venti punti a cinque dal 5-1 al 5-6, senza nemmeno avvicinarsi  vincere il set. E’ riuscita a trascinarsi fino al tie-break, ma lo ha perso nettamente e poi è crollata. Neanche il cambio di maglia, dal fucsia al bianco, le ha portato bene. Anzi, il secondo set è stato un disastro. C’era una giocatrice in preda allo scoramento, forse perché sa che difficilmente le capiterà un’altra chance del genere (anche se noi glielo auguriamo). Le statistiche della veneta restano dunque le stesse: due finali WTA (Casablanca 2001 e Portorose 2006), due terzi turni Slam, entrambi all’Australian Open, e l’ultima semifinale WTA vecchia di addirittura sette anni (Forest Hills 2006). E’ un peccato, perché avrebbe affrontato Roberta Vinci in un match tutt’altro che scontato. Non tanto per la differenza di livello, quanto perché la pugliese non avrà certo motivazioni straordinarie in questo torneo: tra una settimana ci sarà la semifinale di Fed Cup contro la Repubblica Ceca ed è normale che il pensiero sia soprattutto a Palermo.
 
In verità, non si è visto nel primo match di giornata, in cui ha dato una lezione alla giovanissima Karolina Pliskova, classe 1992, battuta con un netto 6-1 6-0. La ceca ha vinto il primo game, poi ne ha persi dodici di fila contro una Vinci che ha tirato fuori tutte le sue qualità, merce sconosciuta per la Pliskova. Non è da escludere che si sia domandata se è consentito giocare come fa la Vinci, con quello slice radente e le discese a rete. A questo punto, Roberta è favorita per un posto in finale: contro la Beck non le tremerà il braccio come accaduto alla Camerin, e solo una cattiva prestazione potrebbe toglierle la possibilità di giocare l’ennesima finale, magari proprio contro quella Petra Kvitova che ritroverà pochi giorni dopo in Fed Cup.