Gianluigi Quinzi va in vantaggio contro Frederico Gil, ma poi perde alla distanza. Ha mostrato scarsa attitudine verso la rete: frutto di troppa terra rossa? Benino Napolitano, Baldi fa 2 game. 
Gianluigi Quinzi è numero 495 del ranking ATP

Di Riccaardo Bisti – 16 aprile 2013

 
In una giornata un po’ così al Masters 1000 di Monte Carlo, con i soli Tsonga e Del Potro in campo tra i top players, tanti occhi erano puntati sul Circolo Sportivo RAI di Tor di Quinto, dove si sta giocando il secondo challenger italiano del 2013. Gli organizzatori hanno effettuato una scelta ben precisa: oltre a Potito Starace, hanno concesso una wild card a tre degli giovani azzurri più interessanti: Gianluigi Quinzi, Stefano Napolitano e Filippo Baldi. Il “quarto moschettiere”, Matteo Donati, ha usufruito di una wild card al future di Padova, dove peraltro ha passato il primo turno e adesso se la vedrà con lo spagnolo Jordi Samper Montana. Secondo Massimo Puci, coach di Donati, il suo allievo non è ancora pronto per giocare con continuità a livello challenger. “E’ pronto per Futures, e così anche gli altri. L’unico che è già pronto per i challenger è Quinzi. Penso che possa diventare un giocatore importante già nel 2013”. Con questa investitura, c’era grande curiosità per vedere il marchigiano all’opera contro Frederico Gil. Appena due anni fa, il portoghese raggiungeva i quarti a Monte Carlo partendo dalle qualificazioni, poi la malattia bipolare che lo attanaglia da qualche anno si è intensificata e lo ha fatto precipitare in classifica. Adesso prova a risalire, tra uno psicofarmaco e una seduta dallo psicologo. Insomma, una partita interessante. Ha vinto il portoghese in rimonta, imponendosi con il punteggio di 4-6 6-4 6-3. C’è un po’ di amaro in bocca, non tanto per la sconfitta, quanto per il fatto che Quinzi ha sciupato un vantaggio di 6-4 4-2.
 
Quinzi, che nei giorni scorsi si era allenato moltissimo, è partito carico come non mai. E’ salito rapidamente 4-0 prima di farsi riprendere sul 4-4. L’azzurro trovava la forza per chiudere ugualmente il parziale e saliva 4-2 nel secondo. Riagganciato sul 4-4, perdeva (maluccio) un turno di battuta da 40-15 e nel terzo era sempre costretto a rincorrere. Aveva diverse chance per rimettere in piedi la partita, ma non ne sfruttava neanche una. Sul web si sono scatenati decine di commenti da parte dei “Quinzi-Maniacs”: la prestazione è stata valutata piuttosto negativamente, soprattutto per due fattori: l’atteggiamento sul campo (a volte si è innervosito) e una scarsa propensione alla rete. Se i problemi fossero questi, non ci sarebbe da preoccuparsi. A 17 anni, i margini di miglioramento sono ancora enormi. Più in generale, sembra che l’azzurro stia sviluppando una mentalità eccessivamente da terraiolo. In effetti, il ragazzo gioca un po’ troppo sul rosso: limitandoci ai tornei professionistici, ne ha giocati solo cinque sul duro (curiosamente tutti in Messico) e tutti gli altri sul rosso. Sarebbe importante farlo giocare di più sul cemento, anche per sviluppare una maggiore attitudine offensiva. Sul lungo termine, l’eccessiva specializzazione può essere un problema, un po’ come sta accadendo ad Alessandro Giannessi, che è arrivato ai ridosso dai top 100 giocando esclusivamente sulla terra battuta (anche se nel suo caso c’era qualche limitazione di tipo fisico), e solo adesso, a quasi 23 anni, sta cambiando qualcosa nella sua programmazione. Quinzi deve lavorare sulla polivalenza. Il resto verrà da sé: non sappiamo se abbia un potenziale da top 5, top 20 o top 50, ma siamo convinti che tirerà fuori il top delle sue qualità.
 
A Roma c’erano anche Stefano Napolitano e Filippo Baldi. Il piemontese ha fatto un’ottima figura contro il tedesco Dominik Meffert, giocatore esperto e smaliziato. Napolitano ha perso 6-3 7-5 ma può essere soddisfatto del livello mostrato. Nel secondo set ha avuto più di una chance per andare avanti di un break, ma non è mai riuscito a scrollarsi di dosso l’avversario. Tuttavia è piaciuto l’atteggiamento in campo, ma sopra le righe e sempre ben focalizzato sul match. Appena diciottene, Napolitano ha la qualità della pazienza: sa che non può diventare un fenomeno dall’oggi al domani, e vive ogni torneo come un’opportunità di crescita. E’ andata meno bene a Filippo Baldi, che comunque aveva avuto il sorteggio peggiore: il lombardo si è arreso con un doppio 6-1 al tedesco Julian Reister. Un test utile, tutto sommato lontano dai riflettori, per far capire a Baldi di non essere ancora pronto per giocare a certi livelli. Il futuro del tennis italiano passa da questi ragazzi: per non “bruciarli”, sarà importante valutare con serenità ogni loro risultato e prestazione.