Altro imperdibile approfondimento del nostro tecnico: il calibro o spessore dell’incordatura è un fattore decisivo, non solo per la durata della vostra corda. Ecco perchè…

di Mauro Simoncini

 

Ci si trova spesso, nei negozi specializzati di tutta Italia, a dover predicare attenzione. Su cosa? Sulla maggior attenzione da riporre nella scelta della corda giusta.

Capita troppo frequentemente che la scelta della racchetta venga ponderata anche minuziosamente, storcendo il naso per 5 grammi di troppo nel peso o per mezzo centimetro in più di bilanciamento. Anche da chi – per capacità tecniche e livello di gioco – non è certo in grado di accorgersi se in mano ha un telaio con ovale midplus da 98 pollici quadrati o 100. E poi al momento dell’acquisto si fa montare la “prima corda che passa”. Anzi, siccome la spesa è stata già considerevole, si accontenta del tipo di corda più economico (e dunque meno qualitativo) che c’è. Errore fatale. Perché una corda può modificare, e di molto, gli esiti sul campo.

Sperando che questa casistica sia sempre meno diffusa, oltre alla tipologia di corda intesa come materiali impiegati (budello naturale, nylon, aramide, poliestere etc.) e costruzione (monofilo, avvolgimento, multifilo, etc.), c’è un’altra variabile della corda da dover scegliere: il calibro.

 

Più volgarmente definito anche diametro o spessore, il calibro di un corda da tennis può avere valori variabili da 1 –1,10 mm sino a quasi 1,50 mm. Escludendo gli estremi, in commercio nei negozi si trovano più frequentemente corde dal calibro variabile da 1,24 mm sino circa a 1,35 mm.

 

C’è una misura internazionale dello spessore, definito Gauge: più alto è il numero più sottile è la corda. Molto semplicemente una corda gauge 17 è più sottile di una gauge 16. La maggior parte delle corde, come già accennato, hanno gauge variabili dal 15 al 18. All’interno di un determinato raggio, per esempio nella misura 16, può comparire una L maiuscola (16L), che sta per “light”, a indicare lo spessore leggermente minore.

In generale meglio (perché più semplice) riferirsi ai millimetri, perché in realtà un produttore potrebbe indicare lo stesso calibro (1,23 mm per esempio) sia come 17 sia come 16L, creando un po’ di confusione.

 

Ma… possibile che 5 millimetri possano “fare la differenza”? Si, sicuramente.

Si parte da un pressuposto: le corde a un certo punto della loro vita devono rompersi. Meglio se non troppo presto, certo; perché a quel punto il problema è più che altro economico, vista la durata eccessivamente breve.

Ma genericamente sarebbe buona regola per ogni giocatore utilizzare il calibro di corda più sottile (a patto appunto di non rompere troppo presto); se si rompe troppo spesso si può provare ad aumentare ma se all’inverso, una corda è montata sulla vostra racchetta da quasi un anno, è il caso dopo averla tagliata di provare il calibro più sottile.

Ma meglio dunque il sottile? Sull’argomento si è scritto e detto tutto e il contrario di tutto. Ci sono i pro e i contro di entrambe le soluzioni.

Una corda più sottile crea un piatto corde più elastico, che si traduce in una sensazione di maggior morbidezza; il comfort è migliore (pensando a chi ha qualche fastidio a braccia e gomiti); si generano più facilmente gli spin; il piatto corde più elastico garantisce anche una miglior sensibilità.

 

La corda più spessa dura di più, perché più resistente all’usura e allo sfregamento; crea un piatto corde più duro, rilasciando anche meno energia al momento dell’impatto; il tocco e la sensibilità sono minori.

E, particolare davvero importante, una corda dal calibro maggiore, “tiene meglio la tensione”. E’ proprio forse questo uno dei difetti più sensibili delle corde più sottili, al di là delle questioni economiche di durata. Tendono a smollarsi più fretta, con conseguente rischio di minor controllo.

Ovviamente le differenze saranno più tangibili con differenze di calibro più evidenti (dai 0,5 mm in su).

 

Pochi poi fanno anche attenzione a scegliere correttamente l’abbinamento del calibro della corda con il proprio telaio. Esempio emblematico: un attrezzo agonistico con ovale mid (90 o 93 pollici quadrati) peso ben oltre i 300 grammi, bilanciamento al cuore o verso il manico (molto “indietro”) e magari anche schema corde molto fitto, 18×20. Quella che si dice… una “mazza”. Al di là del tipo di corda e della tensione (meglio bassa) che sarebbe opportuno utilizzare, sarebbe davvero improponibile un calibro da 1,35 mm o anche da 1,30. Il piatto corde risulterebbe troppo duro e di poca spinta con un telaio già difficile e anche a livello di peso la bilancia complessiva sarebbe eccessiva.

Una corda spessa andrebbe meglio probabilmente su un telaio sempre agonistico ma più profilato e potente, più leggero, magari in mano a un tennista dal gioco classico e dai gesti compatti; colpi piatti e in back, poche digressioni moderne alla Nadal. E la tensione si manterebbe pure più a lungo.

 

La tabella di conversione

15 = 1.41-1.49 mm 15L = 1.34-1.40 mm

16 = 1.26-1.33 mm 16L = 1.22-1.26 mm

17 = 1.20-1.24 mm 17L = 1.16-1.20 mm