Alla vigilia delle ATP Finals, nessun tennista aveva giocato tante partite quanto Alexander Zverev. 72 prima di Londra, saranno almeno 76 visto che si è qualificato per le semifinali. Dopo la sconfitta di mercoledì contro Novak Djokovic, il tedesco si è lamentato della durezza del calendario. “Il problema è che la stagione è troppo lunga – ha detto – questo è il punto, ma l'ho già detto. Giochiamo undici mesi all'anno ed è ridicolo. Non accade in nessun altro sport". Affermazioni criticate da Yevgeny Kafelnikov, uno degli ultimi top-player a dedicarsi con assiduità sia al singolare che al doppio. Intervenendo su Twitter, il russo è stato tranciante. “Sono stufo di queste str…. . Non può ricordare le stagioni degli anni 90, in cui la Grand Slam Cup terminava il 10 dicembre e nessuno si lamentava, compresi Sampras, Becker e tutti gli altri. Non mi fraintendete: Zverev mi piace, ma non mi piace vedere che si lamenta così spesso”. Quello che dice Kafelnikov è vero: negli anni 90, il circuito mondiale era ancora più fitto e il tema della offseason non era sentito come oggi. Tra singolare e doppio, superava abbondantemente le 100 partite. E i top-10 giocavano moltissimo fino a coronare la stagione alla Grand Slam Cup di Monaco di Baviera, torneo a 16 giocatori (quelli che avevano raccolto più punti nei Major) che offriva un montepremi di 6 milioni di dollari, di cui un paio destinati al vincitore. All'epoca era considerata una cifra mostruosa: per questo, i giocatori ci andavano più che volentieri anche se non offriva punti ATP e a bordocampo troneggiava un albero di Natale. Oggi Zverev si lamenta della collocazione in calendario della nuova Coppa Davis, a cui non prenderà parte. “La Davis ha alcuni seri problemi. Uno di questi sono le date, e credo che nessuno dei migliori la giocherà, ad eccezione di Nadal perché l'evento sarà in Spagna”. Zverev parteciperà alla ATP Cup presentata giovedì, “rivale” della Davis ma forte di una collocazione strategica in calendario.
Fed up with this b…shit. He might not remember seasons in 90th,where GSC was ending on 10th of December and nobody has complain at all,including Sampas,Becker and the rest????
— Kafelnikov Yevgeny (@KYevgeni) 14 novembre 2018
FEDERER: "NON CI POSSIAMO LAMENTARE"
Sulla durezza del calendario è tornato anche Roger Federer, fresco di vittoria su Anderson e semifinalista a Londra, in cui troverà proprio Zverev in semifinale. Federer non si è mai lamentato pubblicamente del calendario, ma negli ultimi anni ha dosato la programmazione per assecondare il suo corpo. “Si potrebbe decidere di non giocare nessun torneo, ma nessuno lo vorrebbe – dice Federer – l'altra possibilità è discutere con il proprio team, stabilire le priorità e realizzare quanti sforzi possono sopportare corpo e mente, inoltre quanto tempo si è disposti a trascorrere lontano da casa. Il vantaggio di noi tennisti è che siamo gli amministratori delegati di noi stessi. Se volessi, potrei andare in vacanza già oggi. Nessuno potrebbe impedirmelo ed è un grande privilegio per noi tennisti”. Nei primi anni di carriera, Federer giocava moltissimo: nel 2006 arrivò a giocare 97 partite, peraltro vincendone 92. E insiste: “Ci sono due modi di vedere le cose: da un lato è bello avere tanti tornei da giocare, ma se ti fai male rischi di perdere tutta la stagione. Dall'altro, sarebbe bello avere 5 mesi per lavorare sul proprio tennis. Si potrebbe arrivare al massimo della forma, mentre adesso abbiamo poco tempo a disposizione e non è possibile. Ogni scuola di pensiero ha i suoi vantaggi, ma visto come è strutturato il tour credo che sia importante stabilire con il proprio team qual è la cosa giusta da fare. Nel tennis ci sono tante belle cose, quindi direi che non ci possiamo lamentare”. L'argomento meriterebbe una riflessione più approfondita: se è vero che negli anni 70-80-90 si giocava di più e nessuno di lamentava (nel 1982, Ivan Lendl vinse tre tornei di fila in tre continenti diversi: magari potrebbe dirlo a Zverev), perché oggi i tennisti si lamentano, pur avendo a disposizioni tecnologie e strumenti di recupero all'avanguardia? Sono semplicemente più viziati oppure il tennis è diventato talmente duro e impegnativo da mettere a repentaglio la salute dei giocatori?