di Fabio Bagatella – foto Getty Images
Per Nadal e Federer il 2010 comincia presto. Il prossimo 31 dicembre saranno impegnati ad Abu Dhabi, per un’esibizione. In barba alle polemiche sul calendario troppo denso. La nuova stagione, al pari della scorsa, aprirà i battenti ancora una volta in Medio Oriente. Il 14 ottobre scorso Capitala, uno dei più importanti colossi dell’edilizia asiatica nonché principale sponsor del Capitala World Tennis Championship, ha reso noto ufficialmente i nomi dei sei giocatori che parteciperanno alla seconda edizione del torneo-esibizione in programma tra il 31 dicembre 2009 e il 2 gennaio 2010 negli Emirati Arabi Uniti. A Roger Federer, Rafael Nadal e Nikolay Davydenko, già in “gara” nel 2009 (con Murray, Roddick e Blake), si aggiungeranno altri tre top-ten: Jo-Wilfried Tsonga, Fernando Verdasco e Robin Soderling.
La kermesse mediorientale si terrà sul cemento dell’Abu Dhabi International Tennis Complex (5.000 posti a sedere) e frutterà al vincitore la ragguardevole somma di 250.000$, gli “sconfitti” non potranno comunque lamentarsi vista la generosità con cui gli sponsor della rassegna (Flash e IGM, in aggiunta a Capitala) ripagheranno i partecipanti.
Eppure il 12 ottobre, solo due giorni prima delle notizie provenienti dagli EAU, Andy Roddick e Rafael Nadal, impegnati nel Masters 1000 di Shanghai, si erano scagliati contro il calendario Atp denunciandone tra l’altro l’eccessiva lunghezza e l’inadeguata frequenza di eventi. Il 27enne americano ha rimarcato il concetto sottolineando l’assenza di due big (Federer e Murray) dagli stessi tornei asiatici di settembre-ottobre, evidenziando anche i due gravi infortuni patiti da Nadal nel 2009. In più ha consigliato di prender esempio dal maggior equilibrio del calendario della Wta (che termina poco più di un mese prima rispetto a quello dell’Atp).
Dal canto suo Nadal, costretto quest’anno a rinunciare alla difesa del titolo di Wimbledon proprio per un infortunio, ha rincarato la dose: “E’ impossibile iniziare la stagione il primo gennaio e terminarla il 5 dicembre (finale della Coppa Davis, n.d.r.). Non si può gareggiare come ho fatto negli ultimi 5 anni, giocando migliaia di match senza mai avere problemi”.
Parole apparentemente giustificabili e condivisibili proprio alla luce dell’ampiezza dello “Schedule Atp” e dei frequenti “incidenti” di cui rimangono costantemente vittima i giocatori (solo a Shanghai 8 ritiri in sette giorni!). Parole che, però, non spiegano certe “scelte”. Proprio Rafa giocherà agli inizi di dicembre la finale di Coppa Davis a Barcellona e neppure un mese dopo volerà negli Emirati Arabi. Roddick in Medio Oriente non ci sarà, ma l’anno scorso era tra quelli che, aggiudicandosi tre partite, puntava ai 250.000 dollari di premio.
Con una programmazione, come quella dell’ATP, densa di incontri spesso ravvicinati e colma di impegni, sorge una domanda: a che cosa serve a un top ten un’esibizione di tre giorni in Medio Oriente? Forse il dio-denaro regna sempre sovrano?
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