Darren Cahill ha rilasciato una lunga intervista a ESPN nel merito del caso di doping che ha visto protagonista Jannik Sinner, facendo chiarezza su diversi punti

Foto Ray Giubilo

Nella giornata di ieri ha tenuto banco la notizia di Jannik Sinner risultato positivo a due test anti-doping nel mese di marzo ma dichiarato innocente dall’ITIA – International Tennis Integrity Agency – in quanto non ha nessuna colpa o negligenza. Sulla vicenda è intervenuto anche il suo coach Darren Cahill in una lunga intervista per ESPN, della quale si riportano i passaggi più interessanti. “Ovviamente non è stato un periodo facile per tutti quanti noi, conviviamo con questo da alcuni mesi ormai, sapendo quanto sia serio il problema. Tutti devono sapere che Jannik non ha avuto alcun ruolo in tutto questo“.

Uno degli aspetti più interessanti dell’intervento di Cahill è sicuramente la ricostruzione temporale degli eventi, come anche riportato in maniera dettagliata nella sentenza dell’ITIA. Jannik ha ricevuto la notifica di essere risultato positivo al test di Indian Wells solamente dopo Miami, e subito dopo ci siamo messi a lavoro per risolvere il problema“. Il coach australiano è tornato anche sul perché Sinner abbia potuto giocare regolarmente i tornei durante questo periodo, nonostante nella sentenza sia riportato che il giocatore era stato sospeso dall’ITIA tra il 4 e il 5 aprile e tra il 17 e il 20 aprile. “Per ottenere la revoca della sospensione, Jannik insieme ai suoi legali ha dovuto tenere una riunione di emergenza, dove la storia è stata raccontata in ogni dettaglio. Sinner è stato incredibilmente professionale, ha collaborato con l’antidoping e ha fatto tutto il possibile per evitare che una cosa del genere accadesse“. Le dichiarazioni di Cahill fanno il paio con quanto riportato nella sentenza, dove infatti viene specificato come “il giocatore ha presentato un’istanza urgente per la revoca della sospensione provvisoria. La richiesta è stata accolta dal presidente che ha confermato, a conti fatti, di essere pienamente soddisfatto delle prove fornite dal giocatore“.

Infine Cahill si è soffermato sulla forza mentale del suo giocatore, che nonostante un periodo certamente non semplice è stato in grado di raggiungere importanti risultati sul campo da gioco. “Lui è stato uno di quelli che ha sofferto di più per tutto questo. Mi tolgo il cappello davanti a lui perchè nonostante tutto è stato in grado di raggiungere i risultati che conosciamo. Anche la settimana scorsa, Jannik ha giocato il suo primo match a Cincinnati mercoledì e poi ha assistito via zoom all’intera udienza con tre membri di Sport Resolutions – il tribunale indipendente londinese che si è occupato della vicenda – che è durata sei ore e mezza”.