Scattati gli Australian Open Play Off. 16 uomini e 16 donne per una wild card a Melbourne. I maschi giocano al meglio dei cinque set sin dal primo turno. Previste battaglie furibonde.
Olivia Rogowska è la favorita numero 1 del tabellone femminile
Di Riccardo Bisti – 11 dicembre 2012
Per gli appassionati italiani (pardon: fanatici), il periodo senza tennis è il più brutto in assoluto. Niente tornei da seguire, partite da guardare, idoli da sostenere. Quest’anno è andata bene: dalla fine della Serie A1 (9 dicembre) ai primi match dell’esibizione di Abu Dhabi (27 dicembre) intercorrono appena 18 giorni. Per il pubblico è una gioia, per i tennisti un po’ meno. Anche se le lagne di chi vuole la stagione più corta sono zittite dalla montagna di esibizioni – più o meno interessanti – di questi giorni. Per chi ama il tennis vero, tuttavia, anche la settimana dal 10 al 16 dicembre offre uno sfogo interessante. Gli australiani lo chiamano “December Showdown”, per noi è una semplice caccia a un posto al sole. Ma non la longeva soap opera in onda su Rai Tre, bensì una wild card nel tabellone principale dell’Australian Open 2013. Da qualche tempo, si è diffusa la moda di mettere in palio le wild card con tornei e torneini, dando più spazio alla meritocrazia e meno alla politica. I più bravi di tutti sono stati gli australiani, che hanno creato un vero e proprio mese del tennis, con i vari campionati nazionali (dagli under 12 fino agli under 18) e l’evento clou degli Australian Open Play-Off. Due tabelloni da 16 giocatori, riservati ai giocatori australiani, eliminazione diretta, chi vince entrerà da protagonista a Melbourne Park il prossimo 13 gennaio dopo averlo annusato in questi giorni. Già, perché il torneo si gioca sugli stessi campi dell’Australian Open.
Si gioca sulla distanza dei tre set su cinque sin dal primo turno, usanza pressochè scomparsa nel tennis di oggi. Il primo favorito era Sam Groth, ex marito di Jarmila Gajdosova, noto per avere tirato il servizio più veloce di sempre lo scorso maggio al challenger coreano di Busan (263 km/h, non omologato perché tirato nel circuito minore). Gli è andata male, perché ha perso subito contro il giovane Nicholas Kyrgios (classe 1995), vincitore con il punteggio di 6-4 6-2 3-6 6-3. Al contrario, hanno passato il primo turno gli altri due favoriti: John Patrick Smith e Matt Reid. Il primo è uno dei tanti prodotti del college americano (proviene dall’Università del Tennessee) ed ha avuto un ottimo esordio tra i professionisti. Forse non è il nuovo John Isner, il cui approdo nel tour fu devastante, ma è già a ridosso dei primi 200. Più difficile la stagione di Matt Reid, che non è riuscito a imporsi nel mondo challenger dopo aver avuto un buon 2011 a livello future. Il momento difficile non è ancora alle spalle, poiché al primo turno ha dovuto lottare cinque set per avere la meglio sul carneade Jacob Grills, che si è sciolto dopo aver perso i primi due set. Più facile l’esordio per Smith. Da seguire anche un altro baby dal sicuro avvenire, quel Luke Saville che nel 2011 ha vinto Wimbledon junior e quest’anno si è ripetuto all’Australian Open. Già vincitore di due tornei futures, in questo momento è numero 344 ATP. Niente male per un ragazzo nato nel 1994. Nomi interessanti anche nel tabellone femminile, al via nella notte italiana tra lunedì e martedì. Il seeding è guidato da Olivia Rogowska e Ashleigh Barty.
C’è grande attesa per la Rogowska, autrice di una buona stagione che l’ha portata a ridosso delle top 100. Per una manciata di punti (oggi è n. 112) non entra di diritto in tabellone, allora si gioca tutto nei play-off. “Ma va benissimo giocarli – dice Olivia, che negli ultimi tre anni ha sempre perso in finale – è un’ottima preparazione estiva, poi si gioca in condizioni identiche all’Australian Open”. La Rogowska si sente a casa a Melbourne Park: i campi sono a pochi minuti d’auto da casa sua, e i campi blu in plexicushion sono il suo habitat naturale quando non è in giro per tornei. La Rogowska ha iniziato a giocare a 5 anni, spinta da papà Slavek, e ha iniziato a raccogliere i primi punti WTA all’età di 13 anni. “Ho imparato di più giocando contro le adulte piuttosto che con le coetanee” racconta. Nel 2009 battè la Kirilenko e sembrava pronta a diventare il volto nuovo del tennis australiano, ma tra sconfitte e infortuni non è andata proprio così. Quest’anno, tuttavia, ha vinto tre tornei ITF ed è pronta al salto di qualità. “L’Australian Open è il momento dell’anno che mi piace di più. Gioco in casa, conosco il posto…tutto questo mi aiuta. Poi è bello avere la famiglia accanto e il pubblico dalla mia parte”.
AUSTRALIAN OPEN PLAY – OFF
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I PLAY OFF AMERICANI
In contemporanea a quelli australiani, si giocano anche i play-off destinati agli americani, in cui la USTA mette in palio la wild card concessa da Tennis Australia (che verrà restituita per lo Us Open). Nel weekend dal 14 al 16 dicembre di giocherà un torneo dal sapore NCAA, cui parteciperanno giocatori come Bradley Klahn, Chase Buchanan, Rhyne Williams e Tennys Sandgren, tutti prodotti del college. Il favorito è Denis Kudla, mentre il più anziano è Tim Smyczek, 25 anni. Grande attesa per Christian Harrison, fratello del già noto Ryan. In tanti giurano che il fratello “forte” sia proprio lui.
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...