Roger festeggia il suo compleanno numero 39, somma delle sue vittorie contro Djokovic e Nadal ma anche durata di due match flash vinti nel corso della sua carriera
Buon compleanno, Roger
Roger Federer spegne 39 candeline. Lo fa lontano dall’affetto di milioni di fan, che dovranno attendere almeno il 2021 per rivederlo all’opera, ma ancora deciso a competere nonostante il fisico inizi a presentare il conto più spesso rispetto al passato. Trentanove, come le vittorie combinate negli scontri diretti contro gli altri due big three Djokovic e Nadal ma anche come sinonimo di perfezione in un paio di prestazioni da urlo. Quelle giornate in cui non si ha il tempo per commentare la bellezza di un vincente che si è subito intenti ad ammirarne un altro, in cui il video degli highlights si avvicina preoccupantemente alla durata totale del match. Sono due le occasioni in cui Federer ha archiviato la pratica in 39 minuti lasciando tutti a bocca aperta, avversari compresi. Vediamole assieme.
La bicicletta a Zverev nell’anno più buio
Roger avrà comunque qualcosa da raccontare ai figli e ai nipotini parlando di quel maledetto 2013. Nell’anno più cupo della sua gloriosa carriera, l’unico raggio di luce è arrivato sull’erba di Halle, primo e unico titolo di una stagione da dimenticare. Una dolce illusione, considerando la sconfitta al secondo turno di Wimbledon contro Stakhovsky e un goffo tentativo di cambio di racchetta che portò alle clamorose eliminazioni estive contro Delbonis e Brands in un’inedita parentesi sul rosso tra Amburgo e Gstaad. Al Gerry Weber Open, però, Federer ritrovò l’ispirazione e umiliò Mischa Zverev con un pesantissimo 6-0 6-0 in 39 minuti. Una giornata da incubo per il fratellone di Sascha (che lo vendicherà nella semifinale del 2016), neutralizzato ogni tentativo di serve and volley, mai pericoloso in risposta e da fondo. Federer non ebbe neppure il coraggio di esultare dopo l’ultimo dritto vincente di una partita perfetta, dirigendosi a testa bassa verso la rete per salutare lo sconfitto. Quasi sentendosi in colpa, Roger si scuserà poi con il pubblico: “Non è piacevole vincere in questo modo, spero che Zverev non l’abbia presa troppo male. Penso sia davvero brutto per un giocatore serve and volley non vincere alcun game sull’erba“.
La lezione a Duckworth sulla strada dei 1000 successi
L’altra sublime performance di Federer risale all’inizio di 2015, nell’Atp di Brisbane che lo lanciò verso le 1000 vittorie in carriera. Mentre Nadal e Djokovic vengono eliminati a sorpresa a Doha, Roger fa fatica agli ottavi con John Millman (nel primo dei confronti diretti contro un giocatore che ha sempre messo in difficoltà il basilese, come dimostra l’eliminazione agli Us Open del 2018 e i cinque set degli Australian Open nel 2020) ma nei quarti contro James Duckworth è totalmente rigenerato. L’australiano pasticcia sul 40-30 nel primo game ed è l’inizio del suo calvario: Federer lascia andare il braccio e non fa differenza tra dritto e rovescio, il povero Duckworth non fa in tempo a risistemare i piedi dopo aver servito una prima ad oltre 200 kmh che può solo guardare la palla passare a un palmo dalla riga. Eviterà almeno il doppio bagel conquistando il ‘game della bandiera’. “Sono contento di questo match, stamattina ero stanco“, dirà poi in sala stampa Roger. Chi ha assisto al match, dal vivo o in tv, affermerebbe di non essersene accorto.