Fabio Fognini fa quel che può contro il bombardamento di Milos Raonic, ma cede in tre set. 1-1 e palla al centro. Molto probabilmente, il doppio sarà decisivo.
Fabio Fognini ha fatto quel che ha potuto, ma il servizio di Raonic era ingestibile
Di Riccardo Bisti – 6 aprile 2013
1-1 doveva essere e 1-1 è stato. Va bene a noi, perché Andreas Seppi ha rischiato grosso contro Vasek Pospisil, mentre Fabio Fognini avrebbe potuto fare qualcosina di più contro Milos Raonic, ma non certo portargli via il match. Per vincere, avrebbe dovuto giocare la partita della vita. Ma quella, probabilmente, arriverà sulla terra battuta. Siamo sinceri: sul piano dello spettacolo, la prima giornata di Canada-Italia è stata piuttosto deludente. Seppi e Pospisil hanno commesso una valanga di errori, mentre Fognini-Raonic è stata una sparatoria, in cui l’azzurro ha fatto la parte della preda. Ma sarebbe stato lo stesso per il 95% dei giocatori. E non è detto che la preda perda, ma lo spettacolo è un’altra cosa. Raonic è un ragazzo simpatico, maturo, ha le stimmate del personaggio ed entrerà tra i primi 10. Forse anche qualcosa di più. Ma il suo tennis è di una noia mortale. Servizio, servizio e ancora servizio. Nei suoi turni di battuta non si gioca. Se riesci a rispondere, difficilmente lo scambio supera i 4-5 colpi. Contro Fognini, ha deciso di fare altrettanto anche nei turni di risposta. Ha cercato il winner quasi sempre. Visto che non è Federer, ha commesso una valanga di errori, palle steccate e colpi giocati senza alcuna coordinazione. Ma il servizio gli dà così tanta sicurezza che può permetterselo. Gli sono bastati tre break (uno nel primo set, due nel terzo) per chiudere col punteggio di 6-4 7-6 7-5. Fognini gli è rimasto attaccato nel secondo set, ma un doppio fallo nel primo punto del tie-break lo ha condannato. E così Canada-Italia si deciderà alla terza giornata.
Raonic e Fognini hanno in comune la nazionalità del coach, spagnolo per entrambi. Fabio è seguito da Josè Perlas, mentre Milos lavora da anni con Galo Blanco, ex pedalatore di cui si ricorda una vittoria contro Pete Sampras al Roland Garros. La TV canadese lo inquadrava spesso: evidentemente gli sono riconoscenti. Le somiglianze finiscono qui. Fognini ha bisogno di palleggiare, di mostrare il suo estro. Al contrario, Raonic sembrava annoiato. Non è così perché ha giocato con grande concentrazione, ma a volte sembra quasi supponente. Se lo può permettere, dal momento che ha tirato 25 ace e non ha concesso quasi nulla a un discreto Fognini, buono anche sul piano comportamentale. Si è arrabbiato soltanto una volta, sul penultimo punto del tie-break. Ha intercettato un servizio-bomba di Raonic ma non è riuscito a rimandarla di là. E allora la racchetta è volata via, ma non si è sentito neanche un fischio. Anche i canadesi avevano l’umana comprensione per chi deve rispondere al servizio del gigante di Thornhill, “l’uomo che ha reso il tennis popolare in Canada”, come recita la canzone che un paio di svitati gli hanno dedicato. Quando ha potuto, Fognini ha mostrato buone cose. Ma raramente è stato messo nelle condizioni di farlo: Fabio si esalta nella lotta, o quando può mostrare le sue grandi doti atletiche. A Vancouver non servivano granchè. Avrebbe dovuto azzeccare qualche risposta in più, magari non commettere quel doppio fallo nel tie-break. Ma sono peccati veniali. La verità è che Raonic è un campione, perchè ha già imparato a giocare i punti importanti.
Nel primo set gli è bastato un break al settimo gioco. Nel secondo si è issato 0-40 nel quinto game, ma lì Fognini è stato bravo a restare a galla. Nel tie-break è bastato quel maledetto doppio fallo per portare Raonic avanti di due set. Nel terzo è arrivato il sospirato break (2-1 e servizio), ma lì Fabio ha sofferto di vertigini e lo ha subito restituito (peraltro dopo aver avuto una palla del 3-1). Schermaglie fino al 6-5, quando Raonic ha chiuso la pugna al quarto matchpoint (dopo che Fognini aveva commesso un doppio fallo sulla palla per il 6-6). A ben vedere, il 3-0 Raonic avrebbe potuto essere 2-1 Fognini se qualche punto fosse girato diversamente. Ma sono chiacchiere da bar. Ciò che conta è il doppio: la buona notizia è che Fognini non ha speso granchè, essendo rimasto in campo appena un paio d’ore. Lui e Bracciali possono farcela contro il duo canadese (Nestor-Pospisil? Nestor-Raonic? Improbabile che giochi Levine, mancino come Nestor). Dobbiamo vincere a tutti i costi. In caso di sconfitta, Raonic avrà la grande chance di chiudere la pratica contro Seppi (ed è difficile sperare in un exploit, almeno dopo quanto visto nella prima giornata). Dovessimo vincere, potremmo prepararci a una lunga notte domenicale. Sul 2-2, Fognini-Pospisil sarebbe un match tutto da gustare. Entrambi hanno già vinto in questa situazione, entrambi hanno gli attributi. Per lo spettacolo bisognerebbe rivolgersi altrove, magari nel palazzone dove giocano i Canucks di hockey su ghiaccio, ma un eventuale match decisivo sarebbe da non perdere. Onestamente, siamo nella condizione di auspicarlo. Quasi bramarlo.
CANADA – ITALIA 1-1
Andreas Seppi b. Vasek Pospisil 5-7 4-6 6-4 6-3 6-3
Milos Raonic b. Fabio Fognini 6-4 7-6 7-5
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