Il kazako parla di tutto e di più al quotidiano championat.com: “Ho capito della fortuna che ho a giocare a tennis”

Alexander Bublik a tutto campo. Il kazako è uno dei personaggi più discussi nel circuito per il suo stile di gioco e il suo modo di essere: in un’intervista al quotidiano championat.com ha parlato di diversi temi, cominciando da un bilancio di questo 2023, estremamente positivo visti i successi ad Halle e Anversa: “Voglio sempre vincere, ma nel tennis non puoi mai prevedere quando sarai in grado di esprimere la tua miglior versione. Magari ti alleni molto bene, ma il giorno della partita c’è qualcosa a livello personale che ti condiziona e penalizza la tua prestazione. La grande differenza tra i primi 5 o i primi 10 e gli altri è che loro sono capaci di vincere le partite anche senza essere in una buona giornata, io invece non ci riesco. È difficile per me portare a termine le partite se non ho un buon feeling, ma quest’anno ho lavorato molto duramente e sono riuscito a fare grandi prestazioni in diverse settimane. Curiosamente, le migliori settimane sono arrivate dopo altre in cui ho giocato male, o addirittura non ho gareggiato affatto“.

Molto interessanti le dichiarazioni sul suo rapporto con la sua professione, con il gioco del tennis, dopo che in passato aveva dichiarato di giocare solo per soldi: “È un gioco, una parte importante della mia vita e un sogno che avevo da bambino che è diventato realtà. Da bambino mi guardavo allo specchio e mi vedevo gareggiare in grandi stadi. Mi viene la pelle d’oca quando mi rendo conto di aver raggiunto questi livelli. Se la mia carriera finisse oggi non mi rimprovererei niente, chiuderei con un sorriso perché non ho niente da dimostrare a nessuno. Molte persone anni fa rimasero scioccate da quello che dicevo in passato, ma ora mi sono evoluto. Solo uno stupido non è capace di cambiare idea e da un anno e mezzo ho capito che amo il tennis e che sto vivendo un sogno. I giocatori di tennis tendono a entrare nella nostra bolla e a considerare che tutto nella vita è tennis, ma dobbiamo uscire e comprendere i problemi degli altri. Mi piace leggere libri, andare al cinema, a teatro. Bisogna trovare un equilibrio tra la vita reale e quella di un tennista. Voglio giocare come mi piace, se provassi a giocare in maniera diversa ne uscirei pazzo“.

Bublik ha parlato anche dell’atmosfera che c’è con i colleghi e ha confessato che i rapporti non sono tra i migliori: “Non siamo una grande famiglia nel circuito. È molto difficile essere amico di qualcuno che dovrai affrontare in seguito. Ho imparato a perdere più dignitosamente. Posso auto-insultarmi, rompere la racchetta e fare cose stupide, ma cerco sempre di non mancare di rispetto all’avversario. In generale poi dovrebbe cambiare un po’ il comportamento: se nello spogliatoio ti comporti male, dovrebbe venire un’istituzione e prendere provvedimenti, ma questo non avviene. Un altro esempio sono le interruzioni durante le partite per MTO fasulli. Adesso li chiamano giochi mentali. Ma i peggiori sono quelli che rompono le racchette secondo l’ATP, non quelli che imbrogliano fermando il gioco per chiedere un medical time out senza infortunarsi”.