In tanti hanno storto il naso quando Richard Gasquet ha annunciato Sergi Bruguera come nuovo coach. Invece, lo spagnolo potrebbe essere l'uomo giusto…
Richard Gasquet è sempre stato spiazzante. Fuori dal campo, in campo, in ogni singola partita. Ti puoi aspettare tutto e il contrario di tutto. Può sempre stupirti, superando ogni più fervida immaginazione. C'era molta curiosità , dopo l'infelice uscita di Riccardo Piatti dal suo staff tecnico, nell'apprendere il nome del nuovo coach. Ed eccolo qui, l'ennesimo coupe de theatre, il nome che nessuno avrebbe mai immaginato o ipotizzato. Quello di Sergi Bruguera. A Richard, dopo un po' di vacanza, è bastato scambiare quattro colpi presso l'accademia di Sergi in Catalogna. Un paio di chiacchierate, magari qualche sangria, ed ecco assegnata la panchina vacante all'ex campione spagnolo. E la notizia è stata una vera e propria bomba, forse più in Italia che in terra natia. Il divorzio da Riccardo Piatti è stato argomento principe, ancor più dell'esito del Masters di fine anno. Divorzio, o sarebbe meglio dire abbandono, avvenuto proprio durante la competizione, cui Richard partecipava dopo anni di latitanza. Senza preavviso e tra lo stupore di tutti, dello stesso Gasquet, informato per interposta persona dell'accaduto. Se i meriti dell'italiano sono indubbi nella crescita del francese negli ultimi due anni, è altrettanto indubbio che la tempistica ha lasciato sorpresi. La curiosità dei tifosi e addetti ai lavori, riguardo il nome da affiancare a Grosjean (moltissimi meriti vanno anche al connazionale, spesso sottostimato al cospetto dell'ex collega italiano), era molta. Curiosità divenuta improvvisamente perplessità all'annuncio di Bruguera. Perplessità, se non derisione. Impossibile, per moltissimi tifosi, il connubio tra il talento francese e la presunta rozzezza dello spagnolo. Ma basterebbe andarsi a riguardare i filmati dei successi del catalano (chi li ha vissuti all'epoca, non azzarderebbe simili sentenze) per rendersi conto che le chiacchiere stanno a zero.
La scelta di Sergi è tutt'altro che una scelta avventata. Anzi, può essere quella decisiva. Prima di tutto, Bruguera è davvero troppo intelligente per buttar via il lavoro di Piatti, che ha dato a Gasquet quella solidità e convinzione che gli è sempre mancata. E poi c'è la motivazione. Richard sarà il primo incarico con un grande giocatore e il rientro nel tour ATP non può che creare entusiasmo nel sodalizio tra i due. Chi si attende un Gasquet che sussurra ai teloni nei mesi a venire, verrà immancabilmente smentito. A 28 anni è improbabile che un tennista possa stravolgere le proprie peculiarità. A Richard non manca nulla, eccetto le capacità atletiche e mentali, che ogni tanto lo tradiscono al momento decisivo. Pazienza, intelligenza, tattica, Sergi è stato un maestro sul campo e può tranquillamente esserlo anche da allenatore. E a dispetto di tutti quelli che storcono il naso, forse troppo abituati al tennis da Youtube, quella di Gasquet può rivelarsi la scelta decisiva, per confermarsi, migliorarsi e concludere la carriera con almeno una vittoria importante. "Per me bisogna lavorare sulla tenuta mentale – ha spiegato lo spagnolo in un'intervista all'Equipe – e contrariamente a quello che la gente pensa, questo è un aspetto che si può allenare. Gasquet ha il talento, la tecnica. Ma con una maggiore tenuta mentale e fisica potrà affrontare diversamente i match importanti. Il mio obiettivo è portarlo al suo livello migliore da questo punto di vista. Il resto verrà da solo. Gli obiettivi troppo precisi mettono una pressione inutile". Se son rose…
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