Tanti giocatori trascorreranno il capodanno a Brisbane, dove si gioca un bel torneo combined. L’organizzazione perfetta e gli eventi collaterali lo hanno reso un appuntamento imperdibile.
Matt Richards, addetto alla logistica per il torneo di Brisbane
 
Di Gianluca Roveda – 23 dicembre 2012

 
Sono bastate poche edizioni per conferire a Brisbane lo status di torneo più importante dell’estate australiana (Melbourne a parte). La città del Queensland ha preso il posto di Adelaide, ha costruito l’avveniristica Pat Rafter Arena e ha aggiunto un WTA Premier. Mentre a Sydney faticano per trovare uno sponsor, a Brisbane fanno le cose in grande. “I giocatori sono superstar dello sport mondiale” dice Matt Richards, l’uomo che si occupa della permanenza dei tennisti. Se volete sapere i segreti di Brisbane, dovete conoscerlo a tutti i costi. Si occupa di prenotare i ristoranti, acquistare i biglietti per il teatro, organizzare le escursioni in spiaggia o allo zoo. Il lavoro di Richards e del suo team di otto persone scatterà alle 7.30 di Santo Stefano e terminerà il giorno della befana, quando anche l’ultimo giocatore avrà lasciato la città. Saranno a disposizione dei tennisti per 16 ore al giorno. “Vogliamo semplicemente che vivano al meglio la loro permanenza a Brisbane – racconta -. Non sono i tennisti a darci le loro richieste: siamo noi a offrire il servizio che riteniamo migliore. Credo che i giocatori apprezzino. In tanti dicono che gli eventi australiani sono i loro preferiti”. Appena sbarcheranno a Brisbane, i tennisti saranno accompagnati nel migliore hotel della città a bordo di lussuose autovetture Lexus. Tutto sarà curato nei dettagli, a partire dalle stanze piene di gadget e un pacchetto di “sopravvivenza”, comprensivo di una guida con i migliori ristoranti della città.
 
“I ristoranti sono una cosa molto importante – dice Richards – i giocatori amano mangiare fuori e adorano il cibo australiano. Inoltre è molto emozionante la notte di Capodanno. Quel giorno siamo sempre molto impegnati per fornire il miglior servizio possibile”. Le esigenze variano di tennista in tennista. Alcuni sono facili da gestire, altri un po’ meno. Non è facile, ad esempio, trovare un tavolo intero per Serena Williams ed Andy Murray. “Poi scopriamo le loro abitudini alimentari. Diversi giocatori adottano una dieta senza carboidrati, quindi al momento della prenotazione dobbiamo assicurarci che ci siano soltanto pasti autorizzati”. Se non bastasse, alcuni tennisti hanno richieste strane addiritture sulla lavanderia. “E’ vero – continua Richards – ci sono esigenze strane sul bucato. Alcuni giocatori vogliono le loro maglie piegate esclusivamente in un certo modo. E’ divertente”. In generale, tuttavia, i tennisti sono clienti abbastanza semplici da accontentare. Gli unici aspetti su cui sono davvero intransigenti sono quelli legati alla loro professione, soprattutto la logistica legata ai campi di allenamento e agli orari. “In linea di principio ho un grande rispetto per loro, perchè non si arriva lassù in cima soltanto con il talento” chiosa Richards.
 
Tra gli obiettivi di un torneo c’è sempre quello di rendere felici i giocatori. A Brisbane riescono nel loro intento: non è un caso che il torneo sia stato nominato miglior evento sportivo del Queensland nel 2012. Se gli standard non fossero elevati, difficilmente campioni come Murray e Serena Williams sarebbero tornati, soprattutto con la concorrenza della Hopman Cup (per gli uomini c’è anche il danaroso torneo ATP di Doha). “Il fatto che i grandi giocatori ci abbiano scelto ancora una volta regala un grande credito al torneo – conclude Richards – abbiamo il compito difficile ma anche esaltante di essere il primo torneo del 2013. Quello che facciamo può impostare lo standard per i tornei successivi”. L'appuntamento è per il 30 dicembre. Tra una settimana, il carrozzone riparte.