Al momento di stringergli la mano, Michael Berrer gli ha fatto i complimenti. Sarà questo, forse, il più bel ricordo di Filippo Baldi al Trofeo Città di Brescia. L'ultimo italiano in gara si è arreso all'esperto tedescone, 16 anni più anziano di lui e infinitamente più esperto. E' finita 6-4 6-3 ma Baldi è uscito tra gli applausi, al termine di una prestazione molto coraggiosa. Il suo tennis sembra più adatto alla terra battuta, ma al Palazzetto San Filippo ha dimostrato di essere incisivo anche sul duro. Filippo ha un ottima condizione atletica che gli consente di giocare un tennis aggressivo, anche se deve irrobustirsi fisicamente. Alla vigilia, aveva detto che servizio e risposta sono i colpi che deve rendere "perfetti". La tecnica c'è, i margini di miglioramento anche. Tuttavia, è piaciuto per l'atteggiamento. Il pugnetto, l'esclamazione, la voglia di giocare punto su punto gli torneranno utili in futuro. Di fronte aveva uno specialista di questi campi: dei 10 challenger in carriera, Berrer ne ha vinti nove sul cemento indoor. Ma quando si palleggiava da fondocampo Baldi teneva bene il ritmo, ed anzi era lui a comandare. E' stato bravo ad annullare alcune palle break in avvio, e un pizzico sfortunato sul setpoint. Una rispostina slice del tedesco è rimasta in campo e ha lasciato fermo l'azzurro. In precedenza, sul 3-3, Filippo aveva avuto l'unica palla break a favore, cancellata da un bel servizio vincente del tedesco. Nel secondo set, l'azzurro restava fedele al suo piano tattico: tenere Berrer lontano dalla rete e farlo muovere il più possibile, soprattutto verso il rovescio. Sul 2-2, il lombardo saliva sullo 0-30 e commetteva un'ingenuità sul 30-30: dopo uno scambio condotto egregiamente, si è presentato a rete con troppa fretta e si è trovato a giocare una difficilissima volèe bassa, sbagliandola. Ha subìto il contraccolpo psicologico e nel game seguente si è trovato 0-40: ha cancellato due palle break, ma la terza gli è stata fatale. Berrer, esperto, non gli ha più dato chance per tornare in partita. Perdere non fa mai piacere, ma l'azzurro saluta Brescia con ottime sensazioni. Il ritorno in Italia, sotto la guida di Umberto Rianna e Eduardo Infantino a Tirrenia, lo ha rigenerato dopo la sfortunata parentesi spagnola. Nel 2015 andrà tenuto d'occhio.
Al momento di stringergli la mano, Michael Berrer gli ha fatto i complimenti. Sarà questo, forse, il più bel ricordo di Filippo Baldi al Trofeo Città di Brescia. L'ultimo italiano in gara si è arreso all'esperto tedescone, 16 anni più anziano di lui e infinitamente più esperto. E' finita 6-4 6-3 ma Baldi è uscito tra gli applausi, al termine di una prestazione molto coraggiosa. Il suo tennis sembra più adatto alla terra battuta, ma al Palazzetto San Filippo ha dimostrato di essere incisivo anche sul duro. Filippo ha un ottima condizione atletica che gli consente di giocare un tennis aggressivo, anche se deve irrobustirsi fisicamente. Alla vigilia, aveva detto che servizio e risposta sono i colpi che deve rendere "perfetti". La tecnica c'è, i margini di miglioramento anche. Tuttavia, è piaciuto per l'atteggiamento. Il pugnetto, l'esclamazione, la voglia di giocare punto su punto gli torneranno utili in futuro. Di fronte aveva uno specialista di questi campi: dei 10 challenger in carriera, Berrer ne ha vinti nove sul cemento indoor. Ma quando si palleggiava da fondocampo Baldi teneva bene il ritmo, ed anzi era lui a comandare. E' stato bravo ad annullare alcune palle break in avvio, e un pizzico sfortunato sul setpoint. Una rispostina slice del tedesco è rimasta in campo e ha lasciato fermo l'azzurro. In precedenza, sul 3-3, Filippo aveva avuto l'unica palla break a favore, cancellata da un bel servizio vincente del tedesco.
 
Nel secondo set, l'azzurro restava fedele al suo piano tattico: tenere Berrer lontano dalla rete e farlo muovere il più possibile, soprattutto verso il rovescio. Sul 2-2, il lombardo saliva sullo 0-30 e commetteva un'ingenuità sul 30-30: dopo uno scambio condotto egregiamente, si è presentato a rete con troppa fretta e si è trovato a giocare una difficilissima volèe bassa, sbagliandola. Ha subìto il contraccolpo psicologico e nel game seguente si è trovato 0-40: ha cancellato due palle break, ma la terza gli è stata fatale. Berrer, esperto, non gli ha più dato chance per tornare in partita. Perdere non fa mai piacere, ma l'azzurro saluta Brescia con ottime sensazioni. Il ritorno in Italia, sotto la guida di Umberto Rianna e Eduardo Infantino a Tirrenia, lo ha rigenerato dopo la sfortunata parentesi spagnola. Nel 2015 andrà tenuto d'occhio.