Il belga gioca un match esemplare, dimostrando di non essere giunto in semifinale per caso. Ma il suo torneo finisce contro Djokovic, a segno 7-6 6-4. Pesa uno smash sbagliato sul 4-4 del tie-break. Per ‘Nole’ 40esima finale in un 1000. Sfiderà Kyrgios o Nishikori.Due uomini rincorrono una pallina per oltre due ore, e alla fine Djokovic vince. Non si è numeri uno per caso. Non si è in procinto di mietere qualsiasi record, se non si è fenomeni. Anche nei momenti più difficili. Anche al cospetto di un avversario, David Goffin, che ha disputato una partita esemplare, coraggiosa e ad altissimo livello. Alla fine prevalgono la rabbia agonistica, la determinazione, la convinzione del serbo. Graziato, sì, in molte occasioni da David. Ma capace di salire in cattedra al momento decisivo e di far sua la semifinale per 7-6 6-4, conquistando la settima finale a Miami, la numero 40 in un Masters 1000. L'incontro, bellissimo, giocato sotto un cielo grigio e rovente, sin da subito mette in mostra un Nole nervoso e in difficoltà. Sin dal game d'apertura, con tre palle break salvate a un Goffin aggressivo, sceso in campo senza alcun timore reverenziale. Il belga è bravo a variare il gioco, a tenere lo scambio. E' coraggioso, sa di non poter lasciare l'iniziativa al suo avversario, pena l'essere dominato e annientato. Il pubblico si esalta e lo esalta. Nole non dimentica certo di far sentire il suo peso e il sesto gioco è emblematico in tal senso. Solo dopo oltre undici minuti il belga riesce ad impattare sul 3-3, salvandosi da due palle break (la prima con uno splendido lob) che potevano subito indirizzare il match sulla via di Belgrado.
CHI DI SMASH FERISCE, DI SMASH PERISCE
Non è sicuramente la migliore versione del numero uno al mondo. Il servizio continua a non funzionare, la seconda è troppo invitante per il belga. Arrivano altre due palle break. E questa volta David non si lascia sfuggire l'occasione. Non si lascia intimorire da Golia e gli strappa il servizio. È il momento di infierire, di prendere la pallina al balzo. Ma quando serve sul 4-3, Goffin perde la lucidità, per la prima volta nel match, pagando paura e troppa fretta. Djokovic nemmeno fatica a recuperare il break, per poi mantenere il servizio e portarsi sul 5-4. Il caldo pare sempre più insopportabile. Nole appare sofferente nella sua imperturbabilità. Chiede a gran voce l'asciugamano ghiacciato, il sguardo, nei primi piani, appare pensieroso e stanco. Goffin sta andando al massimo. Il problema per lui è mantenere questo livello e uscire indenne dal set. Si arriva al tie-break. La giusta e meritata conclusione di questo set equilibrato. Nole ottiene il minibreak sul 3-2, grazie ad un errore di Goffin. Il belga non demorde, recupera lo svantaggio al termine di un lunghissimo e durissimo scambio da fondo, e sul 4 pari eccoci alla svolta del match. Serve Nole, Goffin ha uno smash dei più facili mai capitatogli in vita sua. La palla del 5-4, la palla che può portarlo a servire per il set. E lo sbaglia, in maniera incredibile, proprio come Wawrinka ne aveva sbagliato uno contro di lui nel tie-break del terzo set a Indian Wells, regalandogli la semifinale. Non sbaglia più nulla, invece, il serbo. Approfitta dello scoramento del belga per chiudere il tiebreak per 7 punti a 5. I numeri del primo set parlano di un Goffin che ha più del doppio dei vincenti dell'avversario. Ma sono gli errori, spesso, a fare la differenza. E quelli di David sono stati alla fine decisivi.
UN WARNING LO SCUOTE A DOVERE
Inizia il secondo set. Nole si è dimenticato il cappellino negli spogliatoi, dopo aver chiesto e ottenuto una piccola pausa. Il giudice manda chi di dovere a recuperarlo, mentre Goffin tiene facilmente il turno di battuta. Confortante, dopo un finale di tiebreak così disastroso. Il copione dell'incontro non si discosta da quel che è accaduto nel primo set. Djokovic continua a faticare. Nel terzo game una palla chiamata fuori dall'occhio di falco mette a disposizione una palla break per il belga. Djokovic non mette la prima, rischia sulla seconda. E pareggia i conti. Urla, urla rabbioso. Urla rabbioso anche dopo aver preso un discutibile warning. Al termine di uno scambio in cui gli si gira la caviglia in maniera anomala. Nole si ferma, giusto per controllare che tutto sia a posto. Il giudice di sedia, troppo zelante quando non ce n'è bisogno, lo ammonisce. Nole, con piglio educato e rispettoso si rivolge al seggiolone: "Come puoi non tollerare avendo visto quel che mi è successo? La prossima volta chiedo un medical time out". Novak trasforma la rabbia del torto in furia agonistica. Si rivede all'improvviso il "vecchio" Djokovic. Serve Goffin e lo aggredisce. Gli strappa il servizio lasciandogli solo le briciole. Non rischia praticamente più nulla, il serbo. E mette l'ipoteca su questa semifinale. Chiude il secondo set sul 6-4, alla fine di uno degli incontri più difficili dell’anno, ma fatto suo con il piglio e la determinazione del fenomeno. Del numero uno. In attesa del suo avversario, che uscirà dall'incertissimo incontro tra Nishikori e Kyrgios.
MASTERS 1000 INDIAN WELLS – Semifinale
Novak Djokovic (SRB) b. David Goffin (BEL) 7-6 6-4
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