dal nostro inviato a Roma, Max Grassi
Dopo un’ora di gioco, in un Centrale “tutto esaurito” e “tutto assolato”, è finito il match tra Rafael Nadal (che lo ha vinto) e Richard Gasquet (che lo ha perso). Mancava ancora un set allo spagnolo per avere ragione del suo coscritto (entrambi 24enni, Nadal è nato 15 giorni prima del francese) ma i giochi erano chiaramente fatti.
Un Gasquet praticamente perfetto, spettacolare e solido, ha provato ad arginare i frulloni rampicanti di un Nadal non ancora irresistibile. Grazie alla stessa intensità di gioco che ha permesso al francese, n.16 Atp, di battere nei giorni scorsi due top 10 nella stessa settimana (seconda volta che gli succede in carriera) come Federer e Berdych, l’allievo di coach Riccardo Piatti ha quasi fatto credere ai 10.500 del Foro Italico che il cinque-volte-campione di Roma potesse perdere il trono.
Ma il Nadal di oggi non è nemmeno lontano parente di quello in versione Babbo Natale che abbiamo ammirato (si fa per dire) mercoledì contro Paolo Lorenzi e quattro palle break non trasformate sono troppe. Giunti sul 5-5, il cannibale di Manacor ha punito Riccardino alla prima occasione. Come diceva il poeta? “… ed imbracciata l’artiglieria, non ti ricambia la cortesia”.
Così, mentre le energie di Gasquet andavano affievolendosi (fiaccate anche dalle due maratone per battere Federer e Berdych), il livello del n.1 al mondo – costantemente in pressing – continuava a salire. Incamerato il primo parziale per 7 giochi a 5, Rafael ha brekkato immediatamente l’avversario nel primo gioco del secondo set.
La partita è finita lì. Dopo s’è vista ancora qualche altra bella invenzione transalpina ma la pressione e la solidità di un Nadal doc, hanno chiuso i conti di un match comunque molto piacevole. Dopo 1h e 33 minuti i giocatori hanno stretto la mano all’arbitro che ha registrato lo score sul 7-5 6-1.
Un Nadal visibilmente di fretta (… voleva tornare subito in hotel perché il servizio di trasportation stava per essere interrotto a causa della partita della Lazio) ma soddisfatto ha risposto alle domande dei giornalisti: “Mi sento finalmente meglio, è la mia sesta finale qui. Amo molto Roma. Lo dico sempre, dopo Manacor è una delle mie città preferite”.
Lo spagnolo, che nella capitale ha uno spaventoso bilancio di 31 partite vinte contro 1 sola persa, ha poi parlato del suo avversario: “Richard è un amico, un giocatore di grande talento e sono contento che sia tornato a questi livelli. Nel primo set è stato aggressivo e ha fatto giocate fantastiche. Ma anche io penso di aver giocato ad un buon livello oggi”.
Alla fine però arrivano le domande sulla finale. – Domani preferisci incontrare Djokovic o Murray? Risposta: “Chi preferisco domani? Non sono mica uno stupido, chiaro che preferisco Murray. Djokovic mi ha battuto le ultime tre volte come faccio a preferirlo. E’ imbattuto ancora quest’anno, ed è favorito ogni volta che scende in campo. Io posso solo dire che lotterò su ogni palla fino alla fine. Se mi batterà un'altra volta me ne tornerò a casa ad allenarmi e a prepararmi per il Roland Garros”.
E chiude: “E comunque nello sport non è importante solo vincere, lo sport è lavorare duro per cercare di migliorarsi giorno dopo giorno”. Parola di numero uno.
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