La prima vittoria ATP del giovane Federico è l’inizio di un percorso promettente

Foto Yuri Serafini

Non ho visto ieri la partita di Federico Cinà, avevo degli impegni e non mi piace vedere le partite quando so il risultato. Non mi sorprende però la sua vittoria, perché sin dalla prima volta che lo ho visto ‘Pallino’ aveva l’aspetto di un giocatore, anche ad 11 anni.

Quello che mi piace di lui è come si comporta fuori dal campo: serio, educato, concentrato, sempre al posto suo. E’ una dote importantissima.
Ieri ha raccolto il primo, piccolo frutto del paziente lavoro fatto negli ultimi anni. Un lavoro che aveva un solo scopo, farlo migliorare per portarlo ai massimi livelli possibili, e che ovviamente è ancora in corso.

Mi fa piacere anche per i suoi genitori, non è facile per un padre allenare un figlio, ma Francesco è bravissimo in questo. Mi piace che lavorino dietro le quinte, in silenzio, giorno per giorno. Che ‘Pallino diventasse un giocatore, come ho detto, era evidente; ora vedremo perché da giocatore a campione il percorso è lungo. Ma per lui davvero, ‘the sky is the limit’.

Noi italiani siamo un paese di tifosi: vinci una partita sei un eroe, ne perdi una sei scarso. Siamo passionali, e con tutti i difetti della passione, meglio essere così che freddi. Spero che Federico presto debba gestire la popolarità, forse fin da oggi, almeno a dare una scorsa ai giornali, ma per questo aspetto ha un ottimo modello in Jannik, e soprattutto una famiglia che conosce il tennis e sa che brutta bestia è. Insomma, per arrivare bisogna partire, e ieri Pallino è partito. Buon viaggio, Fede!