Il PM ha effettuato le richieste di condanna per la vicenda tennis-scommesse: 2 anni e 8 mesi per Daniele Bracciali, 2 anni e 6 mesi per Potito Starace. Impressionante richiesta di risarcimento dell'ITF: un milione di euro. Il processo, tuttavia, ha ridimensionato la posizione dei due giocatori, già alleggerita dalle sentenze di giustizia sportiva. In caso di assoluzione, Bracciali punta a tornare nel tour.

Qualcuno sperava che la faccenda terminasse direttamente mercoledì scorso, quando si sono tenute le arringhe finali di PM e avvocati difensori. Invece, per mettere la parola fine all'eterna vicenda disciplinare riguardante Daniele Bracciali e Potito Starace (senza dimenticare Roberto Goretti, attuale DS del Perugia Calcio), bisognerà aspettare fino al 9 gennaio. L'udienza del 20 dicembre, tuttavia, ha reso note le richieste di accusa e difesa. Se le richieste dei difensori sono ovvie (assoluzione piena), ecco quelle del PM Carlotta Bernardini (che ha preso il posto di Roberto Di Martino, ormai in pensione): tre anni di reclusione per Goretti, due anni e otto mesi per Bracciali, giusto un paio di mesi in meno per Starace. La storia è ben nota: sulla base di alcune intercettazioni, soprattutto Skype, l'impianto accusatorio ipotizza un'associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. L'idea è che un gruppo di scommettitori avrebbe utilizzato Bracciali come “reclutatore” di giocatori per combinare risultati e trarne vantaggi illeciti. Noi vi abbiamo relazionato sulla faccenda sin dal primo grado di Giustizia Sportiva: era il 6 agosto 2015 quando il Tribunale Federale sancì la radiazione per i due tennisti. Per chiudere la vicenda ci vollero altri tre gradi di giudizio, con una doppia tornata presso la Corte Federale di Appello. La posizione di “Braccio” e “Poto” fu clamorosamente alleggerita: assoluzione piena per Starace, un anno di squalifica per Bracciali per la sola violazione dell'articolo 1 del Regolamento di Giustizia FIT: assoluzione per le ipotesi di illecito, squalifica per il solo fatto di aver intrattenuto rapporti con Manlio Bruni (che peraltro è già uscito di scena con un patteggiamento di un anno e dieci mesi).

RICHIESTE DI RISARCIMENTO
​Nel processo di Giustizia Ordinaria non è emerso nulla di nuovo, anzi. Nelle varie deposizioni, la posizione di Bracciali e Starace sembra essersi alleggerita grazie a diverse testimonianze favorevoli (l'ultimo in ordine di tempo è stato Simone Bolelli, il 23 novembre, il quale ha negato di aver mai ricevuto richieste di illecito da Bracciali: “In caso contrario, lo avrei denunciato”). Lo stesso Manlio Bruni, chiamato a testimoniare, ha parzialmente ritrattato le testimonianze iniziali. Senza considerare le perizie informatiche del noto Umberto Rapetto, ex comandante del Nucleo Speciale Frodi Telematiche: nella sua deposizione, Rapetto ha letteralmente smontato le basi tecnologiche su cui si è basata l'accusa. Il giudice Francesco Beraglia, a capo di un collegio di cui fanno parte anche Giulia Masci ed Elisa Mombelli, sarà chiamato a pronunciarsi anche sulle richieste di risarcimento. Come parti civili ci sono il CONI, la FIT e addirittura l'ITF. Come parte offesa c'è la Tennis Integrity Unit. Se FIT e CONI hanno chiesto un risarcimento di 30.000 euro (10.000 di provvisionale), sorprende la maxi-richiesta dell'ITF: tramite l'avvocato Remo Pannain, ha chiesto la bellezza di un milione di euro (e 100.000 di provvisionale). Detto che difficilmente si andrà incontro a ulteriori gradi di giudizio, poiché la vicenda è sempre più vicina alla prescrizione (che sopraggiungerà nell'ottobre 2018), è interessante la data in cui uscirà la sentenza: c'era l'obiettivo di chiudere tutto il 20 dicembre, ma in caso contrario non si sarebbe andati oltre il 9 gennaio.

LE SPERANZE DI BRACCIALI
Non è un dettaglio: in caso di assoluzione, infatti, Bracciali potrebbe riprendere l'attività internazionale dopo che l'ATP lo ha “congelato” da quasi tre anni perché ancora in attesa di giudizio. L'aretino ha un ottimo ranking protetto in doppio (n.86 ATP): in caso di semaforo verde, potrebbe addirittura giocare l'Australian Open a patto di trovare un compagno con un buon ranking. Il collegio giudicante è stato ricettivo sulla richiesta di Bracciali di conoscere quanto prima il proprio destino agonistico e ha fissato l'uscita della sentenza subito dopo le vacanze. Se Starace sembra non avere più ambizioni di attività internazionale (anche se gioca ancora in Serie A1 ed è molto attivo nel padel), Bracciali vorrebbe fare ancora un tentativo nella specialità che soltanto cinque anni fa lo vedeva semifinalista al Roland Garros. Di tutta questa storia, a parte le sparate sui giornali nell'autunno 2014 e una violenta gogna mediatica, restano poche certezze. Alcune conversazioni Skype sono certamente vere, ma le prove di determinati illeciti non sono mai emerse. Si tratta di ipotesi, ma con le ipotesi non si fanno le condanne: le sentenze di giustizia sportiva lo hanno evidenziato con chiarezza. Vedremo quali saranno le conclusioni di Cremona. E poi, finalmente, questa storiaccia potrà essere declinata al passato.