Ufficiale: i due tennisti sono stati interdetti da qualsiasi attività per i prossimi 40 giorni, durante i quali la Procura FIT continuerà a istruire il procedimento. Dopodichè arriveranno le richiesta sanzionatorie presso il Tribunale Federale. 

La brutta notizia, per Daniele Bracciali e Potito Starace, è che potrebbe essere soltanto l'inizio. Di sicuro è partito un iter processuale che potrebbe perdurare a lungo. Il Tribunale Federale FIT ha sospeso per 40 giorni i due tennisti italiani, sospettati di aver combinato alcune partite allo scopo di trarre guadagni illeciti. La sospensione è ad effetto immediato e riguarda ogni attività. Cerchiamo di spiegare cosa è successo: le prime schermaglie processuali (stiamo comunque parlando di giustizia sportiva) si sono incentrate più sulla forma che sul merito. Si è cercato di capire se poteva esserci la possibilità di reiterazione del reato. Il Tribunale Federale ha concordato con i timori della Procura e della stessa FIT (che si è costituita parte civile) che ci fosse il rischio di reiterazione del reato. Forse ha influito il fatto che sia l'aretino che il campano erano già stati sanzionati (Bracciali 3 mesi, Starace 6 settimane) dall'ATP per vicende simili circa sette anni fa, anche se in quel caso ci fu la diffusa sensazione che avessero commesso una leggerezza (scommettere via internet su conti intestati a proprio nome), senza reale intenzione di barare. Stavolta, sulla base delle intercettazioni della Procura di Cremona, i sospetti sono più precisi (e più gravi). Ovviamente, i 40 giorni sono soltanto il periodo di sospensione preventiva in cui la Procura FIT continuerà a istruire il procedimento per poi arrivare alle richieste da presentare al Tribunale. Soltanto dopo allora si scoprirà l'eventuale sanzione per i due tennisti.


L'AVVOCATO DELLA JUVE PER STARACE

Alcune indiscrezioni sostengono che la vicenda sia ancora più complessa – e il danno d'immagine  per la FIT maggiore – di quanto trapelato dagli organi d'informazione. Tra i due, il più compromesso sembra essere Daniele Bracciali. Pare che in fase preliminare (c'è stata un'udienza lo scorso 24 gennaio, poi le parti hanno avuto tempo fino al 6 febbraio per presentare ulteriori memorie) Bracciali abbia addotto delle motivazioni per spiegare e giustificare le vicende di cui è accusato. Al contrario, Starace continua a negare e a professarsi innocente. Il campano è difeso, tra gli altri, da Luigi Chiappero, l'avvocato che una decina d'anni fa divenne famoso per aver difeso la Juventus nel processo doping. E qualche anno fa fu tra i difensori di Antonio Conte per la vicenda del calcioscommesse che si risolse con una squalifica di 10 mesi, poi ridotta a 4 dal TNAS. Conte fu accusato, sostanzialmente, di omessa denuncia. E' diversa la situazione dei tennisti, sospettati di aver alterato l'esito di partite che li vedevano protagonisti incassando cospicue somme di denaro da parte degli scommettitori, i quali avrebbero poi puntato a botta sicura, intascando cifre impressionanti, a volte milionarie (almeno così si evince dalle trascrizioni pubblicate dagli organi di stampa). Alcuni ben informati sostengono che quanto emerso a livello pubblico sia soltanto la punta dell'iceberg. Pare che gli 007 della FIT, una volta ottenuti i fascicoli dalla Procura di Cremona, abbiano trovato materiale abbastanza compromettente. Adesso non resta che seguire lo svolgimento del processo: in caso di sanzioni pesanti, Bracciali e Starace avrebbero diversi gradi di giudizio a cui appellarsi: Corte dell'Appello Federale, il Tribunale del CONI e infine il CAS di Losanna, ente supremo per questo tipo di situazioni. Lo stesso CAS, negli anni scorsi, ha confermato le squalifiche a vita già comminate a David Savic e Daniel Koellerer. In quel caso, tuttavia, le indagini erano state condotte dalla TIU (Tennis Integrity Unit), mentre stavolta si parte da un ente nazionale.